In questo dipinto noto come Rosa e Azzurro per via dei colori delle due piccole protagoniste, il pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir realizza i ritratti di Alice ed Elisabeth Cahen d'Anvers, rispettivamente di cinque e sette anni al momento dell'esecuzione dell'opera: le due bambine erano figlie del ricco banchiere Louis Raphaël Cahen d'Anvers, che commissionò a Renoir diversi altri ritratti (anche se per il proprio e per quello della moglie preferì affidarsi a un pittore più tradizionale come Léon Bonnat). Questo fu dipinto nel 1881.
Nonostante il soggetto non facile (i bambini sono poco inclini a rimanere fermi per lunghe sedute di posa), Renoir riesce a realizzare un dipinto che esalta la tenerezza delle due sorelline che si tengono per mano e guardano divertite verso l'osservatore: da notare come l'abito di pizzo (rosa per Alice e azzurro per Elisabeth, stretto in vita da una fascia di seta dello stesso colore) venga reso nei modi tipici degli impressionisti, con rapidi tocchi di pennello che non approfondiscono i dettagli ma mirano a fornire all'osservatore una resa istantanea dell'insieme. I volti sono invece delineati con maggior definizione, con la luce che si posa sulle frange facendo risaltare il colore dei capelli. La sensazione tuttavia è quella di un dipinto lontano dalla tipica poetica impressionista, che prediligeva soggetti tratti dal quotidiano: in questo caso ci troviamo di fronte a quello che assomiglia a tutti gli effetti a un ritratto ufficiale.
Le due bambine andarono incontro a destini diversi. Alice ebbe una vita lunga e piuttosto tranquilla, mentre quella di Elisabeth fu più tribolata e si concluse in modo tragico, durante la seconda guerra mondiale, quando venne deportata in un campo di concentramento nazista (i Cahen d'Anvers erano di origine ebrea, e a nulla valse il fatto che Elisabeth si era convertita fin da giovane al cattolicesimo) dove morì nel 1944. L'opera, che appartenne a Louis Raphaël Cahen d'Anvers per circa vent'anni, fu da lui venduta agli inizi del Novecento a un altro collezionista, Gaston Bernheim de Villiers, e dalla raccolta di quest'ultimo passò nel 1952, in seguito a un'ulteriore vendita, al Museu de Arte di San Paolo in Brasile, dove è conservato ancora oggi.
15 settembre 2016
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