Per assecondare la fissa del “decoro”, a Santo Spirito si deturpa il sagrato di Brunelleschi


A Firenze, di fronte alla basilica di Santo Spirito, arriva una pesante cordonatura: servirà per segnalare il divieto di stazionamento, e di consumo di cibi e bevande. E l'impatto sul capolavoro di Brunelleschi è notevole.

È noto che le politiche del decoro tanto care al perbenismo borghese abbiano prodotto, negli anni, degli ircocervi che dovrebbero esser mostruosi per chiunque non si voglia ancora arrendere all’idea che le nostre città debbano essere lo specchio della mente del benpensante: dalle panchine che impediscono ai senzatetto di sdraiarsi, alle ordinanze che vietano di mangiare panini per strada o di sedersi per terra, dalle recinzioni più o meno estese attorno alle piazze, fino ai vigorosi dispiegamenti di forze dell’ordine che, specialmente in quest’anno pandemico, hanno portato a una quasi militarizzazione delle piazze per arginare il temutissimo fenomeno dell’“assembramento”. Ridurre e restringere gli spazi pubblici, ripulire, e non risolvere il problema, ma limitarsi a spostarlo lontano dagli occhi e dalle orecchie del bravo cittadino: le parole d’ordine del decoro.

Ora, l’ennesimo capitolo della mania per il decoro piomba a Firenze in piazza Santo Spirito, dove per impedire gli eccessi della cosiddetta “movida” il Comune ha pensato d’installare una brutta cordonatura con pali poggiati su grandi basi di cemento rivestite d’acciaio, spendendo la cifra di ottantamila euro, direttamente sul sagrato antistante la basilica rinascimentale di Filippo Brunelleschi. Con sommo giubilo da parte dei residenti di Santo Spirito, anche se toccherà valutare il risultato. In consiglio comunale dicono che il cordone “segnalerà un’area di rispetto, il divieto di stazionamento ed il divieto di consumo di cibi e bevande”. Ora, senza voler entrare nel merito del fastidio che provoca l’idea che in una piazza non si possa neanche “stazionare”, siamo sicuri che un cordone basterà a tener lontano chi intende continuare a scambiare le pareti della basilica per una latrina? E, nel caso, chi è che vigilerà sull’osservanza delle regole? Ci saranno ancora le solite pattuglie che dovranno fare in modo che le persone non superino la cordonatura? E se allora si tratta semplicemente di controllare le persone, a cosa è servito spendere ottantamila euro per un orrendo recinto?

La cordonatura di piazza Santo Spirito mentre viene installata. Foto di Antonella Bundu
La cordonatura di piazza Santo Spirito mentre viene installata. Foto di Antonella Bundu

Ma, anche se le persone che frequentano la piazza decideranno di rispettare il divieto, o spontaneamente (figurarsi) o perché costrette dalla presenza delle forze dell’ordine, è altamente improbabile che una pur costosa cordonatura sarà sufficiente a risolvere il problema, che verrà semplicemente spostato altrove: l’importante però è non averlo sotto casa, e chissenefrega se diventerà il problema di qualcun altro. Senza calcolare che la vexata quaestio del “rumore” lamentato dai residenti rimarrà: non è che i frequentatori della piazza se ne staranno buoni e tranquilli solo perché verrà introdotto il divieto di transito pedonale sul sagrato. Se rimarranno in piazza, allora continueranno tranquillamente a fare il loro casino abituale, solo che lo faranno cinque gradini più in basso. La cordonatura coi chiodi, a quanto risulta, non ha ancora proprietà antiacustiche. Pensare di risolvere il problema della confusione con una cordonatura è come pretendere di non far sedere le persone sui sagrati delle chiese semplicemente annaffiandoli sotto il sole estivo: il problema però è che quest’ultima soluzione fa parte delle misure già sperimentate dall’attuale amministrazione comunale di Firenze, e con tali precedenti si comprende bene perché la cordonatura dev’esser parsa una grande idea per limitare i disagi. Anche perché, peraltro, i tavolini dei bar, nel frattempo, sono arrivati fin quasi a lambirli, i gradini del sagrato: e allora se invece che in piedi sul sagrato si beve comodamente seduti al tavolino, il problema del caos è risolto?

Certo, è una recinzione reversibile, altrimenti la soprintendenza non avrebbe dato l’avallo (ma al momento non è dato sapere per quanto rimarrà a sfigurare il sagrato della basilica brunelleschiana: per quanto rimovibile, è comunque un elemento che turba profondamente l’estetica della piazza). E, altrettanto certamente, ci sono notti in cui la piazza è effettivamente invivibile e si può comprendere tutto il disagio provato dagli abitanti. Ma una cordonatura farà semplicemente trasferire le persone altrove: ai paladini del decoro forse farebbe più piacere che dopo le undici di sera se ne stiano tutti in casa a veder la televisione, ma la voglia di socialità, e specialmente quella che spontaneamente nasce dopo mesi in cui siamo stati costretti, volenti o nolenti, a chiuderci nelle nostre abitazioni, difficilmente si farà fermare da una cordonatura. Più probabile che troverà il modo per aggirare l’ostacolo, e a quel punto il problema si riproporrà da qualche altra parte.

Il punto però è che il problema di Santo Spirito esiste da anni, non è mai stato affrontato in maniera risoluta, o quando lo si è fatto si è deciso per la tolleranza zero, passando dunque dal niente di fatto allo spiegamento di forze per far sloggiare chi anche si sedeva su di una panchina. E adesso si è deciso di ovviare nella maniera probabilmente meno efficace. È come aver certificato una sconfitta, e per fortuna, almeno, non è stata assecondata l’idea del comitato dei residenti che avrebbe preferito una cancellata. E sì che si sarebbe potuto partire per gradi, come suggeriscono molti cittadini e alcuni consiglieri d’opposizione come Antonella Bundu e Dmitrij Palagi: per esempio, con l’installazione di servizi igienici pubblici gratuiti, sui quali però non è stato fatto alcun tipo d’investimento. E sul problema degli schiamazzi, esistono già leggi e ordinanze atte a impedire che, dopo una cert’ora, la piazza di un centro storico si trasformi nell’edizione intra moenia di Tomorrowland, o per colpa degli esercenti o per colpa degli avventori: basterebbe sapere che vengono fatte rispettare. Come giustamente osserva un cittadino su Facebook, piazza Santo Spirito è un luogo dove la “movida” esiste probabilmente dal Cinquecento. È una delle piazze storiche della socialità fiorentina. E servirà e ben poco recintarla con disprezzo del più grande architetto che la città abbia conosciuto. La vera bellezza di una città non è vederla “decorosa” perché recintata, ma vederla “decorosa” perché i cittadini la vivono bene.


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Federico Giannini

L'autore di questo articolo: Federico Giannini

Giornalista d'arte, nato a Massa nel 1986, laureato a Pisa nel 2010. Ho fondato Finestre sull'Arte con Ilaria Baratta. Oltre che su queste pagine, scrivo su Art e Dossier e su Left.

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