La lampada Pipistrello di Gae Aulenti: molto più di una lampada da tavolo


Oggetto-simbolo del design degli anni ’60, la lampada Pipistrello di Gae Aulenti è molto più di un dispositivo per emettere luce: per la grande designer è una forma che deve dialogare con lo spazio.

Non è inusuale trovarsi a leggere un qualche romanzo e imbattersi in una descrizione di un interno in cui è menzionata la presenza di una lampada Pipistrello di Gae Aulenti (Palazzolo dello Stella, 1927 – Milano, 2012). È stata in effetti, ed è tuttora, una delle lampade da tavolo più apprezzate della storia del design italiano, oltre a essere uno degli oggetti più noti e riconoscibili del design degli anni Sessanta. È una lampada che si è sempre distinta per il suo design unico e originale, che combina elementi di arte e di disegno industriale. La forma della lampada è ispirata alla figura di un pipistrello, con le sue grandi ali che si estendono in alto per sostenere la fonte di luce. La base della lampada è in acciaio cromato, mentre le ali sono realizzate in metacrilato opal bianco. La fonte di luce è quattro lampadine che emettono una luce calda e diffusa.

La Pipistrello di Gae Aulenti è stata progettata per la prima volta nel 1965 per l’arredamento dei negozi della Olivetti a Parigi e a Buenos Aires, dopodiché è stata prodotta in serie dall’azienda Martinelli Luce, che tuttora la produce e la vende. Aulenti era entrata in contatto con il fondatore dell’azienda di Lucca, Elio Martinelli, per tramite di un suo amico, anch’egli toscano, Sergio Camilli, fondatore di Poltronova, azienda con la quale la designer collaborava all’epoca. Fu lo stesso Camilli il primo destinatario del progetto, ma resosi conto dell’impossibilità, per la sua azienda, di avviare la produzione della Pipistrello, suggerì all’amica di rivolgersi a Elio Martinelli, offrendosi di accompagnarla. Si trattava, in effetti, di un progetto non semplicissimo per l’epoca, che presentava difficoltà soprattutto nella realizzazione del telescopio e del paralume. Gli ostacoli tuttavia vennero superati (Elio Martinelli si occupò personalmente di creare lo stampo adatto per il diffusore), e nel 1967 la Pipistrello poté essere messa in commercio.

La lampada Pipistrello di Gae Aulenti. Foto: Martinelli Luce
La lampada Pipistrello di Gae Aulenti. Foto: Martinelli Luce
Gae Aulenti nel 1965 con la lampada Pipistrello, nel suo studio. Foto: Ugo Mulas/Martinelli Luce
Gae Aulenti nel 1965 con la lampada Pipistrello, nel suo studio. Foto: Ugo Mulas/Martinelli Luce
Gae Aulenti, Progetto per la lampada Pipistrello (1965; Archivio Gae Aulenti)
Gae Aulenti, Progetto per la lampada Pipistrello (1965; Archivio Gae Aulenti)
Il negozio Olivetti di Parigi con la lampada Pipistrello (1967). Foto: Archivio Olivetti
Il negozio Olivetti di Parigi con la lampada Pipistrello (1967). Foto: Archivio Olivetti
Il negozio Olivetti di Parigi con la lampada Pipistrello (1967). Foto: Archivio Olivetti
Il negozio Olivetti di Parigi con la lampada Pipistrello (1967). Foto: Archivio Olivetti

Fin dalla sua prima comparsa, la lampada Pipistrello è diventata rapidamente un simbolo del design italiano degli anni Sessanta, e rimane ancora oggi una delle più famose e apprezzate creazioni di Gae Aulenti. È stata esposta in molte mostre d’arte e design (a partire dalla fondamentale Italy. The new domestic landscape che si tenne al MoMA di New York nel 1972 e che contribuì a lanciare la Pipistrello), ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, è entrata nelle collezioni del Centre Pompidou di Parigi, del MoMA di New York, del Metrpoolitan di New York, del Musée des Arts Décoratifs di Montreal. La sua forma unica, originale e decisamente curiosa l’ha resa infatti una lampada da tavolo particolarmente adattabile, capace di figurare bene sia entro ambienti classici che in ambienti contemporanei. La sua versatilità le permette poi di adattarsi a numerosi contesti, dalla camera da letto al soggiorno, dallo studio all’ufficio, diventando un vero elemento di design d’arredo. Un esempio, in sostanza, di come la creatività, la maestria e l’innovazione possano creare un’opera che ancor oggi, dopo oltre cinquant’anni dalla sua creazione, è considerata un pezzo di design contemporaneo.

È composta da una base in acciaio cromato, con finiture in alluminio verniciato disponibile in diversi colori (per esempio bianco, rosso, verde, testa di moro, nero: quest’ultimo è considerato il colore classico), che funge da supporto per il telescopio anch’esso in acciaio inox e che consente di regolare in altezza la lampada con un’escursione di una ventina di centimetri (da sessantasei a ottantasei, per far raggiungere alla lampada un’altezza massima di un metro e trenta), e da un paralume in metacrilato a forma di ali da pipistrello, con nervature a vista che ricordano le ali dell’animale spiegate durante la fase di volo. La fonte di luce è data da quattro lampadine posizionate all’interno di ciascuna delle ali. La forma unica delle ali e la posizione delle lampadine creano un’illuminazione calda e diffusa, che si diffonde in tutta la stanza.

Secondo lo studioso Ruggero Torti, la lampada Pipistrello di Gae Aulenti è interessante anche per i suoi rapporti con l’arte del Novecento, “in quanto”, ha scritto, “con i suoi richiami all’Art Nouveau, come reazione a un imperante razionalismo, è segnata dal recupero dei valori del passato e dalla nuova corrente del Neoliberty di cui Gae Aulenti farà parte per sempre”. È stato osservato come questo recupero del passato passi anche attraverso il ricordo della forma di una colonna, con il plinto costituito dalla base, il fusto ricordato dal telescopio, e il paralume cui spetta il compito di rimandare al capitello. Risulta dunque chiaro come la grande designer non considerasse la sua lampada solo come un dispositivo per emettere luce, ma come una forma in relazione con un contesto, ovvero lo spazio in cui viene installata. Nel 1991, in un’intervista con l’architetto e designer Franco Raggi, Aulenti (che peraltro proprio in quest’occasione respinse l’etichetta “neoliberty” per la Pipistrello: la lampada infatti si sottrae a precise regole stilistiche, e gli stessi elementi che la compongono possono quasi essere considerati autonomi) affermò infatti di non aver “quasi mai disegnato lampade da sole”: “le mie lampade”, affermava la designer, “sono una conseguenza, io ho sempre disegnato lampade per luoghi specifici, alcune poi sono entrate in produzione”. Nella nota al progetto del 1965, Aulenti aveva infatti descritto la Pipistrello come una lampada “progettata per un certo spazio, dimensionata per un rapporto con altri oggetti, disegnata per una relazione con altre forme con le quali sarebbe venuta in contatto in una combinazione stilisticamente caratterizzante: le righe parallele, la forma di cono, la forma ovoidale, gli assi di simmetria, i piani inclinati”.

Va poi ribadito come la Pipistrello sia frutto di un talento “peculiarmente femminile”, come ha scritto l’architetto Umberto Rovelli in un saggio dedicato proprio alla lampada, poiché il progetto rivela le capacità di Gae Aulenti “a miscelare e mettere in relazione esigenze pratiche e morfologie, ordire temi e sottotemi secondo una filiera ‘metonimica’ che pare procedere quasi manualmente, passo dopo passo fino a coinvolgere l’intera trama dell’opera”. E sempre secondo Rovelli, nonostante la variante a LED “stenti oggi a dar conto esaustivamente della propria morfologia”, alla lampada Pipistrello è comunque “tuttora consentito di recuperare ragioni e sensi al proprio ‘teatrale’ replicarsi nella continuità di una ‘memoria’ plastico-manifatturiera, ovvero nella capacità di ‘durata’ e ‘riconoscibilità’ plurigenerazionale offerta da forme che sono ormai sublimate in modelli, dove la carica suggestiva di un’epoca si è come congelata per sempre”.

La lampada Pipistrello
La lampada Pipistrello
Pipistrello e Pipistrello Mini
Pipistrello e Pipistrello Mini
Pipistrello e Pipistrello Mini
Pipistrello e Pipistrello Mini
Le tre versioni della lampada. Foto: Martinelli Luce
Le tre versioni della lampada. Foto: Martinelli Luce

La Pipistrello di Gae Aulenti ha ottenuto effettivamente un grande successo sin dalla sua creazione negli anni Sessanta. La sua forma unica e originale, ispirata alla figura di un pipistrello, l’ha resa immediatamente riconoscibile, i suoi riferimenti artistici l’hanno fatta diventare popolare anche presso un pubblico dai gusti sofisticati, la sua adattabilità ne ha fatto un oggetto idoneo per tutti gli ambienti permettendole di ampliare ulteriormente il pubblico di riferimento, e in più è stata prodotta in diverse varianti (come la Pipistrello Mini, messa in commercio nel 2013, la stessa lampada ma in scala ridotta, ancora più adattabile, e realizzata anche in versione senza fili, o la Pipistrello Medium, di dimensioni inferiori all’originale ma superiori rispetto alla Mini, e poi ancora la versione a Led e infine, nel 2015, per il cinquantesimo compleanno, una variante con base e pomello placcati in oro, in edizione limitata) e in diversi colori, che non hanno tuttavia alterato la sua anima. Il successo della lampada è stato amplificato dalla sua produzione e distribuzione da parte della Martinelli Luce, azienda specializzata in illuminazione che ha saputo valorizzare e promuovere questo prodotto in tutto il mondo. Proprio il connubio tra il talento di Gae Aulenti, l’esperienza produttiva e progettuale di Elio Martinelli e la specializzazione della sua azienda sono, secondo Rovelli, un’altra chiave del longevo successo della lampada.

Chi voglia acquistare una Pipistrello ha varie opzioni: in primis, si può acquistare dal sito di Martinelli Luce. Chi voglia invece vederla dal vivo può cercare tra i negozi di arredamento e di design che offrono una vasta selezione di prodotti di design, tra cui la lampada Pipistrello di Gae Aulenti. Alcune delle più famose catene di negozi di arredamento e di design, sia in Italia che all’estero, offrono la lampada tra i loro prodotti. Inoltre, la Pipistrello è disponibile anche in alcuni negozi di antiquariato e di seconda mano. Si può anche cercare sui siti di e-commerce specializzati in design d’arredo, dove è possibile trovare una vasta selezione di prodotti, tra cui la lampada Pipistrello di Gae Aulenti, cercando di non incorrere nelle imitazioni.

Infine, una curiosità: il 4 dicembre del 2013, ovvero nel giorno in cui Gae Aulenti avrebbe compiuto ottantasei anni, la versione italiana del motore di ricerca Google ha voluto omaggiarla con un Doodle (il logo che compare in tutte le pagine del motore, quello con la scritta Google) a lei dedicato. E nel Doodle realizzato per l’occasione, la “L” di Google assumeva la forma della lampada Pipistrello, che illuminava tutta la scritta. Per l’occasione, ne era stata scelta una con base rossa. Un’ulteriore attestazione di quanto sia iconica la sua lampada.


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