Disco party alla Biblioteca Angelica di Roma: “Nessuno snaturamento, e abbiamo raccolto somme per i restauri”


La Biblioteca Angelica al centro delle accuse per il silent party che si è tenuto nel Salone Vanvitelliano. Ma la direttrice Flaminia Terlizzi le respinge: ”nessuno snaturamento, e abbiamo raccolto somme per i restauri”

“Conciliare il silenzio e la musica in una biblioteca unica al mondo”: così l’azienda AtipicA di Roma, attiva nel settore dell’organizzazione di eventi, ha presentato sulla sua pagina Facebook l’evento “Silent Party Experience” che si è tenuto lo scorso sabato 1° dicembre alla Biblioteca Angelica di Roma. Si è trattato di una serata silent disco (ovvero, una festa durante la quale la musica non viene trasmessa attraverso un tradizionale impianto di diffusione, ma tramite cuffie di cui vengono dotati i partecipanti: ognuno ascolta la musica con il proprio dispositivo): così, hanno scritto gli organizzatori, è stato possibile conciliare il “silenzio” tipico della biblioteca, alla “musica” che anima i party. “In virtù del rispetto che si deve a quello che è un vero e proprio tempio della conoscenza”, si legge in un post a presentazione dell’evento, “la formula proposta è il Silent Party: ai partecipanti saranno fornite cuffie Bluetooth grazie alle quali sarà possibile ascoltare musica senza che venga intaccato il silenzio sacrale della biblioteca”. E ancora: “al concept dell’esperienza totale caratteristico di AtipicA si aggiunge un elemento straordinariamente prezioso: l’essere circondati da migliaia di manoscritti, testi antichi, documenti storici di inestimabile valore, la cui sola presenza basta già a nutrire lo spirito”.

L’evento, cominciato alle 21, ha avuto un costo di 30 euro compresa la cena, oppure 20 euro con consumazione dalle 22. L’iniziativa ha avuto anche diverse partnership, tra le quali quella di Red Bull e, a giudicare dalle foto diffuse sui social, si è trattato di una serata che ha avuto anche un discreto successo, con il grande Salone Vanvitelliano che per una notte si è trasformato in un insolito dancefloor, con tanto di bancone e barman dedito alla preparazione di cocktail.

La Biblioteca Angelica fu fondata nel 1604 dal vescovo Angelo Rocca (da cui il nome), e si tratta del primo esempio di biblioteca aperta al pubblico in Europa. Nata come biblioteca agostiniana (Angelo Rocca era, infatti, un agostiniano) attualmente possiede un fondo di 120.000 volumi ed è anche, dal 1940, sede dell’Accademia Letteraria dell’Arcadia. Inoltre, dal 1975 è gestita dal Ministero dei Beni Culturali. E proprio per la delicatezza del suo patrimonio, per l’elevatissimo valore storico e culturale, oltre che per quello che è parso come un uso improprio del luogo, molti hanno storto il naso dopo aver saputo dell’evento, e sui social continuano a fioccare i commenti negativi. Anche se comunque non si è trattato della prima volta che l’Angelica ha ospitato un’azienda privata nel suo Salone: il precedente più simile è il party organizzato da Gucci nel 2016, a cui hanno partecipato diversi ospiti “vip” della nota maison di moda. Ad ogni modo, tra le voci contrarie si è registrata quella del movimento Emergenza Cultura, che sulla propria pagina Facebook ha postato il programma dell’evento, commentandolo con un laconico e ironico “come si valorizza il patrimonio culturale”.

Il Salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica
Il Salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica di Roma

Abbiamo raggiunto la direttrice della Biblioteca Angelica, Flaminia Terlizzi, che respinge al mittente tutte le accuse. “Non abbiamo svenduto alcunché. L’evento che si è svolto non è stato molto diverso da quello che avviene quando si girano scene per i film o quando facciamo presentazioni di libri, come abbiamo fatto per personaggi come Vittorio Sgarbi, Umberto Eco, Corrado Augias o Andrea Camilleri o altri, durante le quali ci sono molte più persone di quelle che erano presenti quella sera”. Terlizzi sottolinea che all’evento hanno partecipato circa ottanta persone (cifra che ci è stata poi confermata anche dagli organizzatori), e soprattutto che “non c’è stato nessun tipo di snaturamento perché tutto è stato fatto alla chiusura dellla biblioteca, sia il patrimonio architettonico sia il patrimonio librario non sono stati minimamente toccati dall’evento, che era comunque silenzioso, con le luci basse come si vede dalle fotografie”.

Quanto ai rischi per il patrimonio, Terlizzi evidenzia che “i libri che si vedono nelle immagini sono copie anastatiche di nessun valore, che erano state esposte solo perché io, prima di dare il via a questo silent party, avevo proposto una spiegazione della Biblioteca e del suo patrimonio”. Anche le modalità con cui si è svolta la serata sono state all’insegna del massimo rispetto: “la festa si è tenuta per la prima ora e mezza nel Salone Vanvitelliano, nel silenzio assoluto: durante i primi tre quarti d’ora è stata mandata nelle cuffie musica barocca o comunque settecentesca. Alle 23:30 il tutto si è chiuso e si è trasferito al piano terra, in una sala vuota, moderna, e lì il party è proseguito fino all’una di notte. Nel salone non c’è stato altro che questo ascoltare silenziosamente musica”. E comunque, spiega la direttrice, “il tutto è stato fatto nel massimo rispetto”. E aggiunge: “io sono nel Ministero dei Beni Culturali e in una biblioteca di conservazione da trentasei anni, e non permetto che mi si venga a insegnare quale deve essere il rispetto dell’ambiente, né cosa debba essere la tutela, perché la conosco molto bene”.

Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma
Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma


Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma
Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma


Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma
Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma


Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma
Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma


Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma
Il silent party della Biblioteca Angelica di Roma

Quanto ai risultati che la Biblioteca Angelica ha ottenuto dal silent party, Terlizzi specifica: “a fronte dell’evento abbiamo ricavato una somma importante, che servirà per restaurare dei preziosi manoscritti che possediamo da diverso tempo e che facevano parte del patrimonio bibliografico dell’altra importante biblioteca agostiniana di Roma, la Biblioteca di Santa Maria del Popolo”. Ma non c’è solo il risultato “materiale”. Le abbiamo chiesto come replica a chi accusa la Biblioteca di essersi prestata a un evento distante alla sua natura, e Terlizzi ha risposto: “tengo a dire che il target era di giovani tra i 27 e i 40 anni, il pubblico più difficile da fidelizzare per certi ambienti: quindi, se anche soltanto otto di queste persone si sono rese conto di cosa possediamo a Roma ed è venuto loro il desiderio di fare qualcosa di diverso che non sia ascoltare musica, per me è un successo”.

E che gli eventi che AtipicA organizza in contesti storici abbiano anche la finalità di raccogliere fondi per i restauri è confermato anche dal presidente di AtipicA, Daniele Pallante: “per eventi di questo tipo finanziamo sempre restauri e proponiamo visite guidate. Lo facciamo per promuovere questi spazî, che spesso non sono conosciuti”. E sulla festa alla Biblioteca Angelica, Pallante ci ha dapprima dichiarato la propria soddisfazione per il risultato della serata: “siamo molto soddisfatti, in particolare perché ha funzionato la formula del silent party: non l’avevamo mai utilizzata in edificî storici. Si tratta di una cosa molto particolare, che ha funzionato perché il contesto era azzeccato, il luogo era unico, e i partecipanti si sono fatti trascinare dalla formula”. Il tutto, conferma il presidente di AtipicA, si è svolto nel massimo rispetto del luogo: “molti ci hanno accusati di non aver rispettato la Biblioteca, ma non erano presenti all’evento. Oltretutto, per la prima ora c’è stato un sottofondo di musica classica, in accordo con il luogo. Solo nella seconda parte della serata abbiamo trasmesso musica disco. Ma l’importante comunque è sottolineare che la serata si è svolta in una maniera controllatissima, la direttrice ha fissato molti paletti, e noi li abbiamo rispettati tutti. Abbiamo messo tutto sotto protezione, abbiamo spostato gli oggetti antichi e preziosi, o in generale quelli che avrebbero potuto correre i maggiori rischi, dove nessuno avrebbe potuto raggiungerli, ci siamo occupati delle assicurazioni, abbiamo rispettato le attenzioni che ovviamente la direttrice ci ha chiesto, anche perché ci trovavamo in un luogo unico al mondo. E il tutto, ovviamente, dopo aver compiuto molti sopralluoghi. Posso in definitiva garantire che si è trattato di un evento molto tranquillo”.


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