Puntata 1 - 1 marzo 2013
Durata: 29'29"
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Insieme al Pontormo, il Rosso Fiorentino, soprannome di Giovanni Battista di Jacopo, è la figura-chiave del Manierismo fiorentino: i due pittori, all'incirca coetanei, ebbero la stessa formazione (furono entrambi allievi di Andrea del Sarto) e proposero una pittura nettamente nuova, al di fuori degli schemi. La realtà del Rosso Fiorentino è una "non-realtà" inquietante: le sue opere sono popolate di figure grottesche, stranianti, bizzarre, spesso contraddistinte da sguardi smarriti o preoccupati, e dalla totale rottura dell'equilibrio e dell'armonia che furono una delle principali conquiste del Rinascimento. In un mondo sconvolto e pieno di inquietudini come era quello del primo Cinquecento, la pittura del Rosso Fiorentino riflette tutte le preoccupazioni dell'uomo del tempo. Sapendo però a volte anche essere elegante e raffinata. Ilaria e Federico ci faranno entrare, con la prima puntata del 2013, nell'incredibile mondo del Rosso Fiorentino.
Immagine: Assunzione (particolare),
1513-14; affresco, 385 x 395 cm; Firenze, Santissima Annunziata.
1495 | Giovanni Battista di Jacopo nasce a Firenze nel mese di marzo. Non conosciamo molto sulla famiglia del pittore: sappiamo che il padre Jacopo era originario della val di Chiana e che il fratello Filippo era frate nella chiesa della Santissima Annunziata. Compirà la sua formazione con Andrea del Sarto e sarà fondamentale per lui lo studio della Battaglia di Cascina di Michelangelo. |
1512 | A 18 anni non ancora compiuti, insieme al Pontormo dipinge la predella della Annunciazione di San Gallo di Andrea del Sarto. Il dipinto di colui che fu il maestro del Rosso è oggi conservato a Palazzo Pitti, mentre la predella dei suoi due allievi è andata perduta. |
1513 | Inizia a dipingere la sua prima opera che si può datare con sicurezza, l'affresco dell'Assunzione nella basilica della Santissima Annunziata di Firenze. Sarà terminato l'anno successivo. |
1515 circa | Intorno a quest'anno esegue il Ritratto di giovinetta degli Uffizi. |
1515 | Il Rosso è coinvolto nella preparazione degli allestimenti per le feste in occasione dell'arrivo a Firenze di papa Leone X. |
1517 | Si iscrive all'Arte dei Medici e degli Speziali. |
1518 | Per Leonardo Buonafede realizza l'opera nota oggi come la Pala dello Spedalingo, conservata agli Uffizi. Non fu tuttavia apprezzata dal committente. |
1520 circa | Attorno a quest'anno è a Piombino dove lavora per Jacopo V Appiani, anche se non conosciamo le date con sicurezza. |
1521 | Il Rosso Fiorentino è a Volterra, dove dipinge il suo massimo capolavoro, nonché caposaldo di tutto il Manierismo e della storia dell'arte italiana: la Deposizione oggi conservata alla Pinacoteca Civica di Volterra. Sempre a Volterra esegue anche la Pala di Villamagna. |
1522 | Per la famiglia Dei dipinge la Pala Dei che oggi si trova agli Uffizi. |
1523 circa | Attorno a quest'anno dipinge uno dei suoi capolavori più noti, Mosè e le figlie di Ietro. |
1523 | Si trasferisce a Roma dove lavora alla cappella Cesi nella chiesa di Santa Maria della Pace. |
1527 | Durante il sacco di Roma viene fatto prigioniero dai tedeschi. Riesce però a liberarsi e si reca a Perugia. Nello stesso anno raggiunge la cittadina di Sansepolcro, dove dipinge il Compianto sul Cristo morto, altra opera chiave della sua produzione, nota anche come Deposizione di Sansepolcro. |
1528 | È a Città di Castello dove per la cattedrale locale dipinge il Cristo in gloria. |
1530 | Nel giorno di giovedì santo è coinvolto in una rissa scoppiata in una chiesa di Sansepolcro, dove il Rosso Fiorentino e un suo garzone si trovano costretti a fronteggiare alcuni preti. L'artista decide di andare a Venezia, dove viene accolto dall'amico Pietro Aretino (conosciuto probabilmente a Roma), per poi partire per la Francia, luogo dove, secondo Giorgio Vasari, il pittore aveva sempre manifestato il desiderio di recarsi. In Francia, il Rosso Fiorentino diventa pittore di corte di Francesco I. |
1532 | Per Francesco I di Francia inizia a dirigere i lavori nella cosiddetta Galleria di Francesco I nel castello di Fontainebleau, che doveva essere decorata con una serie di affreschi. È coinvolto nel progetto fino al 1539. Nello stesso anno inizia, assieme a Francesco Primaticcio, a lavorare agli affreschi degli Amori di Vertunno e Pomona, terminati l'anno seguente. |
1540 | Scompare a Fontainebleau il 14 novembre 1540. |