Puntata 6 - 25 luglio 2014
Durata: 35'31"
Clicca qui per il download diretto
Giovanni Bellini è uno dei grandi nomi della storia dell'arte italiana in quanto è considerato l'iniziatore del Rinascimento a Venezia. Nato in una famiglia di pittori (il padre Jacopo e il fratello Gentile furono tra i più importanti artisti della Venezia quattrocentesca), riuscì presto a slegarsi dagli schemi tardogotici entro cui si era formato per abbracciare dapprima l'arte del cognato Andrea Mantegna, poi quella di Piero della Francesca e ancora quella di Antonello da Messina, che rese la sua arte più luminosa e più morbida: pronta, insomma, per aprire la strada alla pittura tonale, tipicamente veneta, che avrebbe trovato in Giorgione il suo massimo interprete (e anche con il pittore di Castelfranco ci furono influenze vicendevoli). Ilaria e Federico ci portano dunque alla scoperta dei capolavori di un artista di primissimo livello che con i suoi dipinti è riuscito a cambiare un'epoca.
Immagine: Pala di san Zaccaria (particolare),
1505; olio su tela, 500 x 235 cm; Venezia, San Zaccaria.
1430 circa | Giovanni Bellini nasce a Venezia, in una famiglia di pittori: il padre Jacopo è uno dei più importanti pittori dell'epoca e il fratello Gentile diventerà, anche lui, un artista di primo piano. Compie il suo apprendistato nella bottega paterna, ma degli anni giovanili abbiamo pochissime notizie certe. |
1459 | Risale a quest'anno il primo documento che lo cita, in cui compare come testimone per un notaio veneziano. Nel frattempo aveva conosciuto Andrea Mantegna, era diventato suo cognato nel 1453 (in quanto Mantegna aveva sposato sua sorella Nicolosia) e aveva iniziato a produrre alcune opere dal chiaro sapore mantegnesco, come la Trasfigurazione del Museo Correr di Venezia o la Presentazione al Tempio oggi conservata alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia (che però forse potrebbe essere stata realizzata attorno al 1460). |
1460 circa | Dipinge attorno a quest'anno la celebre Pietà oggi conservata alla Pinacoteca di Brera. |
1464 | Inizia il Polittico di san Vincenzo Ferrer per la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia, opera che sarà forse finita tre anni più tardi. |
1470 | È incaricato di eseguire un dipinto per la Scuola di San Marco, un Diluvio universale, ma non porterà mai a termine l'impresa. Negli stessi anni, probabilmente, compie un soggiorno nelle Marche, dove entra a contatto diretto con l'arte di Piero della Francesca. Sempre negli anni Settanta, conosce Antonello da Messina e dipinge la Pala Pesaro. |
1479 | Dopo la partenza del fratello Gentile per Costantinopoli, ottiene l'incarico, precedentemente assegnato a Gentile, di restaurare alcune pitture nel Palazzo Ducale di Venezia. |
1483 | Viene nominato pittore ufficiale della Repubblica. |
1487 circa | Attorno a quest'anno dipinge la Pala di san Giobbe. |
1488 | Assieme al fratello Gentile lavora ad alcune pitture per la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. Nello stesso anno realizza il Trittico dei Frari. |
1490 circa | Forse attorno a quest'anno inizia a dipingere uno dei suoi capolavori più noti, l'Allegoria sacra conservata oggi agli Uffizi, uno dei dipinti più problematici e discussi dell'intera storia dell'arte. |
1496 | Giovanni entra in contatto con Isabella d'Este, con la quale tratterà per un dipinto destinato allo studiolo della marchesa di Mantova. |
1502 | Entro quest'anno, probabilmente, Giovanni termina il Battesimo di Cristo per la chiesa di Santa Corona a Vicenza. |
1505 | L'artista data a quest'anno la Pala di san Zaccaria per l'omonima chiesa di Venezia. |
1507 | In seguito alla scomparsa del fratello termina da solo la Predica di san Marco ad Alessandria iniziata da Gentile (oggi si trova alla Pinacoteca di Brera a Milano). |
1514 | Dipinge il Festino degli dèi, oggi alla National Gallery di Washington. |
1516 | L'artista scompare il 29 novembre a Venezia. |