Gli Uffizi comprano l'autoritratto di Michelangelo Cerquozzi


Nuova acquisizione per la Galleria degli Uffizi che si è aggiudicata un raro autoritratto di Michelangelo Cerquozzi.

Nel 1673, il collezionista Leopoldo de’ Medici tentò di comprare l’autoritratto in studio di Michelangelo Cerquozzi, ma invano. A ottenere l’ambito dipinto è riuscita quest’anno la Galleria degli Uffizi di Firenze, che se lo è aggiudicato ad un asta dello scorso 28 settembre, per la cifra di 32.500 euro.

Il “Cerquozzi in studio”, proveniente dalla storica collezione di casa Capponi di Firenze, è entrato, così, a far parte degli autoritratti degli Uffizi e sarà tra i protagonisti della mostra tematica “Leopoldo de’ Medici, Principe dei Collezionisti” che verrà inaugurata a Palazzo Pitti il 6 novembre prossimo, giorno del quattrocentesimo compleanno di questo personaggio. In futuro avrà il suo spazio nel nuovo allestimento degli autoritratti al primo piano degli Uffizi.

Secondo il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “L’acquisto dell’autoritratto nello studio di Michelangelo Cerquozzi è un regalo ideale per Leopoldo de’ Medici, uno dei più voraci e sofisticati collezionisti nella storia dell’umanità. Al contempo esso è un regalo concreto per tutti i fiorentini e per tutti gli italiani che ora ne sono divenuti i proprietari. L’iconografia rivoluzionaria del pittore che ritrae il modello vivo nello studio riflette la nuova prassi romana del primo Seicento, e anticipa di secoli la fioritura del soggetto tra Otto e Novecento, fino alle versioni offerte da Picasso”.

“Si tratta di una pittura che apre un grande spazio sulla visione del quotidiano”, aggiunge la Curatrice della Pittura del Seicento, Maria Matilde Simari, “estremamente innovativa per la modalità dell’autorappresentazione dell’artista. Il pittore si raffigura nel suo ambiente di lavoro, tra i suoi modelli, tra le sue opere già realizzate e da realizzare. Insieme all’autoritratto di Michelangelo Cerquozzi c’è dunque  la sintesi della nuova visione seicentesca del mondo per cui la rappresentazione artistica  fu, come scrisse Filippo Baldinucci, una finestra aperta sulla realtà”. 

L’autoritratto di Cerquozzi presenta, come scrive la stessa Simari nella scheda dell’opera, un’impostazione rara e insolita: “ il pittore Michelangelo Cerquozzi non si è raffigurato secondo le più diffuse consuetudini in primo piano o a mezza figura in una visuale ravvicinata, bensì nel suo studio romano dinnanzi al cavalletto mentre dipinge un anziano modello a torso nudo inginocchiato davanti a lui e posto in primo piano nella pittura, questi è con ogni probabilità fonte d’ispirazione per la figura di un san Girolamo considerandone gli attributi scelti”. L’opera risale a un periodo compreso all’incirca tra il 1640 e il 1646. Sul retro, la tela ha un’iscrizione che recita “di Michelangelo delle Bambocciate”, risalente al tardo Settecento, e che fa riferimento al genere pittorico, le “bambocciate”, al quale Cerquozzi è associato: si trattava di vedute di gusto fiammingo introdotte a Roma da Pieter van Laer, detto “il Bamboccio”.

Gli Uffizi comprano l'autoritratto di Michelangelo Cerquozzi
Gli Uffizi comprano l'autoritratto di Michelangelo Cerquozzi


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