Giuditta e Oloferne

Autore: Valentin de Boulogne
1627-1629 circa
La Valletta, National Museum of Fine Arts

Il pittore francese Valentin de Boulogne realizzò questa Giuditta e Oloferne, uno dei suoi massimi capolavori, avendo ben presente il dipinto di soggetto omologo che Caravaggio aveva eseguito per il banchiere Ottavio Costa, e con ogni probabilità anche le Giuditte di Artemisia Gentileschi. Tuttavia, rispetto ai suoi colleghi che avevano eseguito le opere con protagonista l'eroina biblica prima di lui (il presente dipinto è infatti da datare a un periodo all'incirca tra il 1627 e il 1629), Valentin de Boulogne trova la sua originalità senza cercare gli eccessi caricaturali di Caravaggio (riscontrabili soprattutto nella fantesca Abra), né l'eccessiva violenza sanguinaria di Artemisia.

Rimane tuttavia il contrasto tra la freschezza della giovane Giuditta, una ragazza dall'aspetto popolaresco che molto probabilmente Valentin de Boulogne dipinse con davanti a sé una modella vera, e la serva, una donna in là con gli anni che osserva l'eroina mentre taglia la testa del rivale: i fiotti di sangue che escono dalla ferita non sono tuttavia "invadenti" come quelli di Artemisia.

"La forza di quest'immagine", ha scritto Keith Christiansen nel catalogo della recente mostra su Valentin de Boulogne che si è tenuta a New York, "deriva dal suo sguardo scrupoloso all'interno del dramma umano insito nella narrazione biblica: la determinazione della giovane Giuditta, guidata dalla percezione di compiere una missione divina; lo shock di Oloferne, svegliato dal suo sonno da ubriaco, che pianta i suoi occhi colmi di terrore sulla sua giovane assassina e che con la sua bocca dà vita a un silenzioso grido di dolore e sorpresa; e la vecchia serva ebera, che anche nel momento in cui apre la cesta per accogliere la testa di Oloferne, getta uno sguardo furtivo sul suo corpo nudo, forse domandandosi fino a che punto la sua padrona avesse dovuto spingersi per disporre la sua vittima in quella posizione così vulnerabile".

Il dipinto, che ha subito un'operazione di pulitura tra il 2006 e il 2007, faceva parte fino al 1926 di una collezione privata romana. È quindi entrato nella raccolta del National Museum of Fine Arts della Valletta (Malta) dove lo si può tuttora ammirare.

20 marzo 2017

Giuditta e Oloferne di Valentin de Boulogne

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