Ecce Homo

Autore: Mateo Cerezo
1660-1666 circa
Budapest, Szépmuvészeti Múzeum

Questo Ecce Homo caratterizzato da accenni di forte patetismo è opera di Mateo Cerezo, detto il giovane per distinguerlo dal padre, anch'egli pittore, nonché suo primo maestro: il figlio, tuttavia, diventò un pittore di portata molto più rilevante in quanto, malgrado la sua brevissima carriera (scomparve a soli ventinove anni), fu uno dei principali protagonisti del barocco spagnolo, autore di diverse opere dal sapore devozionale.

Una di queste è proprio l'Ecce Homo: la frase, com'è noto, è quella con cui (secondo il Vangelo di Giovanni) Pilato presentò Cristo alla folla affinché fosse giudicato. La figura di Cristo si staglia solitaria e sofferente contro un fondo scuro. Gli occhi sono chiusi, il volto è provato dai dolori subiti e sembra quasi pieno di rassegnazione per la propria sorte. Notevole anche la posa in diagonale che accentua questo senso di patimento. La materia pittorica pastosa e i colori vivi ricordano molto da vicino la pittura di Tiziano che affrontò spesso il tema dell'Ecce Homo: in particolare, il dipinto di Cerezo ricorda quello di Tiziano oggi conservato alla National Gallery di Londra. La fisionomia sembra invece dimostrare spunti derivanti dall'arte di Rubens.

L'opera, firmata e datata (anche se non si riesce a comprendere l'ultimo numero della data), fu acquisita nel 1819, sul mercato antiquario londinese, per la collezione della nobile famiglia ungherese degli Esterházy, raccolta che oggi costituisce uno dei nuclei principali dello Szépmuvészeti Múzeum di Budapest, dove l'opera è oggi conservata.

26 giugno 2017

Ecce Homo di Mateo Cerezo

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