ItsArt chiude. Durata poco più di un anno la Netflix della Cultura

Chiude ItsArt, la “Netflix della Cultura” fortemente voluta dall’ex ministro della cultura Dario Franceschini, che aveva lanciato l’idea nelle prime settimane della pandemia di Covid 2019. La piattaforma di video in streaming è stata messa in liquidazione il 29 dicembre da Cassa Depositi e Prestiti dato che l’attuale ministro Gennaro Sangiuliano ha deciso di non rifinanziare il progetto. Nel primo e unico anno di vita le perdite hanno toccato i 7,5 milioni di euro.

Si chiude così una storia molto tormentata. La piattaforma, già criticata ancor prima di prendere forma, nasceva il 12 gennaio del 2021 ma il portale veniva lanciato soltanto il 31 maggio dello stesso anno. Nel frattempo, sono cambiati ben tre amministratori delegati (il primo, Guido Casali, aveva rassegnato le dimissioni dopo soli tre mesi dall’inizio del suo incarico), c’è stata una discussa interrogazione parlamentare (quella del deputato leghista Daniele Belotti, che per primo ha sollevato in Parlamento il problema di ItsArt, da lui definita un “pozzo senza fondo”), ma niente ha potuto risollevare le sorti di una piattaforma che, pur di fronte a un investimento di svariati milioni di euro, nel primo anno di attività vedeva solo 141mila utenti registrati ed entrate per 246mila euro, che non hanno coperto neanche un terzo delle sole spese per il personale (900mila euro).

Un flop, dunque, per il quale è stata già decretata la parola “fine” nonostante anche in Parlamento si fosse parlato di una revisione del progetto che dunque, non ci sarà.

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