Venia Dimitrakopoulou completa la sua trilogia italiana a Trieste con una mostra dedicata al suono


Trieste accoglie nel Civico Museo Sartorio e nel Castello di San Giusto la terza personale italiana della scultrice greca Venia Dimitrakopoulou. 

Le sale del Civico Museo Sartorio e del Castello di San Giusto a Trieste ospiteranno dal 13 aprile al 16 giugno 2019 la terza personale italiana della scultrice greca Venia Dimitrakopoulou. Una rassegna dedicata al tema del suono, come si evince dal titolo stesso dell’esposizione triestina, Futuro Primordiale - Suono, curata da Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini.

In questa nuova selezione dedicata al suono si trovano opere di piccole e grandi dimensioni, sculture tradizionali e installazioni, scrittura e grafica. Nel Civico Museo Sartorio i visitatori saranno accolti al piano terra dal video Zoodochos Pighi (Fonte di Vita, 2011), opera drammatica in senso etimologico del termine, che vede le mani dell’artista ergersi a simbolo della forza generatrice della dimensione scultorea, in un incessante processo metamorfico di creazione e distruzione della forma sottolineato dalla musica del noto compositore contemporaneo Pablo Ortiz. Al primo piano, si può ammirare Insomnia bed (2011), un grande drappo in carta adagiato sul letto che campeggia nella stanza, sul quale prendono la forma di un’annotazione caleidoscopica - con una tecnica affine alla scrittura automatica e al flusso di coscienza di joyciana memoria - parole in varie lingue, visioni, epifanie, ripensamenti, sogni, sensazioni, fino ai pensieri più intimi e personali; il tutto arricchito da suggestioni sonore restituite in racconto attraverso la voce della stessa artista. Seguono un’installazione sonora site-specific composta in collaborazione con Pablo Ortiz e un’installazione creata da opere cardine dell’intera trilogia. 

“Il suono ha un enorme potere evocativo che deriva dalla sua natura astratta. Suggerisce narrazioni che ognuno di noi sviluppa e completa a suo piacimento nell’intimità della propria mente. Come la proverbiale madeleine proustiana un suono è in grado di riportare sensazioni della nostra vita, vissute in tempi ormai lontani, ed ha anche il potere di aprire una soglia ad una nuova comprensione del mondo. I suoni di questa installazione non sono pensati per essere ascoltati: semplicemente contribuiscono alla natura coinvolgente dell’esperienza. L’ascolto di questi suoni dovrebbe completare in modo quasi subliminale le sensazioni provocate dalle opere d’arte in mostra” ha affermato Pablo Ortiz

Nel Castello di San Giusto si troverà la monumentale Promahones (che significa Bastioni), opera simbolo dell’artista: gli imponenti dischi in acciaio, sfrangiati sulla sommità, attualmente esposti nel cortile principale del Museo Archeologico Nazionale di Atene, sono qui evocati attraverso la video installazione The Sound of Promahones, che restituisce i suoni provenienti dall’opera stessa rielaborati da Ortiz con la scultrice. Completano la mostra alcune teste di guerrieri che simbolicamente rimandano alla prima mostra palermitana, a conclusione di un percorso lineare e circolare allo stesso tempo. 

“La trilogia si conclude a Trieste, città rilevante sia per la sua posizione geografica che per la sua storia. Un crocevia che collega il Nord al Sud, esattamente come la Grecia. Del resto, la dualità è uno dei cardini principali del mio lavoro, come anche lo spazio intermedio. Iniziando da Palermo dove protagonista è stata la Materia, con tappa intermedia a Torino con il Logos, arrivo ora a Trieste con il Suono, cioè la “non materia”. Un tentativo di mappatura della condizione umana e del ciclo della vita, così come io la percepisco. Il momento storico in cui si svolge la mia traversata in Italia è un momento di grandi cambiamenti sia in Europa che nel mondo. In questo paesaggio piuttosto annebbiato, l’arte oggi può avere un ruolo importante e l’artista deve affrontare la sua responsabilità. La memoria e la storia sono il filo conduttore che arriva dal profondo del tempo e sento che, se riusciamo a tenerlo stretto tra le mani, ci potrà guidare al futuro con maggiore sicurezza. A Trieste quindi tento, con mezzi semplici e intangibili, in particolare attraverso i suoni, di attivare la memoria. Il ricordo individuale e personale al Museo Sartorio e il ricordo collettivo al Castello di San Giusto” dichiara Venia Dimitrakopoulou.

Con l’esposizione triestina si conclude la trilogia di mostre italiane organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura - Italia in co-organizzazione; la tappa conclusiva è stata organizzata con il Comune di Trieste in collaborazione con Artespressione di Milano, galleria di riferimento dell’artista in Italia, e la Comunità Greco Orientale di Trieste.

Le tre esposizioni dell’artista in Italia, a Palermo, Torino e Trieste, rientrano nel programma Tempo Forte Italia – Grecia, iniziativa promossa dall’Ambasciata d’Italia ad Atene e sancita nel corso del Primo Vertice Intergovernativo tra Italia e Grecia, tenutosi il 14 settembre 2017 a Corfù, per sostenere il rafforzamento delle relazioni culturali tra i due paesi.

Sabato 13 aprile 2019 alle ore 12 si terrà l’incontro con l’artista presso il Castello di San Giusto.

Orari: Civico Museo Sartorio da giovedì a domenica dalle 10 alle 17 | Castello di San Giusto tutti i giorni dalle 10 alle 19. Aperture straordinarie: 21 aprile, 22 aprile e 1 maggio. 

Biglietti: Civico Museo Sartorio ingresso libero | Castello di San Giusto: compreso nel prezzo del biglietto intero 3 euro, ridotto 2 euro.

Immagine: Venia Dimitrakopoulou, Insomnia Bed (2011; inchiostro su carta) Ph.Credit Panos Kokkinias

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraFuturo Primordiale - Suono
CittàTrieste
Sedesedi varie
DateDal 13/04/2019 al 16/06/2019
ArtistiVenia Dimitrakopoulou
CuratoriAfrodite Oikonomidou, Matteo Pacini
TemiArte contemporanea

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