Tutte le donne di Virgil Oldman: alcuni ritratti femminili citati ne “La migliore offerta”

Cineart

2013, Terza puntata

"La migliore offerta" è un film di Giuseppe Tornatore, appena uscito, che racconta le vicende del battitore d'asta Virgil Oldman, interpretato da Geoffrey Rush: l'incontro con una donna che gli chiederà una valutazione cambierà la sua vita. Il film è una splendida occasione per "ripassare" la storia del ritratto femminile, di cui abbondano gli esempi del film, e Chiara in questo suo articolo ce li descrive!

“La migliore offerta” è il recentissimo film di Giuseppe Tornatore, uscito nel 2013 e vincitore di diversi premi. La storia è incentrata sulle vicende di Virgil Oldman (interpretato da Geoffrey Rush), un colto e burbero battitore d'asta interamente dedito alla sua professione e alla passione per l'arte e l'antiquariato. Quando la misteriosa Claire, affetta da una malattia nervosa che le impedisce di farsi vedere da chiunque, si mette in contatto con lui per la valutazione della propria villa e del patrimonio ereditato, la sua vita inizierà a cambiare radicalmente. Tra i due si instaura infatti un rapporto intimo che farà pian piano abbandonare a Oldman ogni difesa, in un crescendo che lo porterà a lasciare la propria professione per dedicarsi completamente al nuovo amore, il primo della sua vita. Ma la disillusione è dietro l'angolo e Oldman, così bravo ad individuare il falso nelle opere d'arte, si rivelerà incapace di scorgere il falso nelle persone.

Uno degli elementi centrali del film è la vasta collezione privata di Oldman, custodita gelosamente in un caveau della sua casa e costituita solo ed esclusivamente da ritratti femminili. Ritratti che, grazie alla complicità di un amico, Oldman riesce ad accaparrarsi per costi inferiori al loro valore e che, prima dell'incontro con Claire, sono il suo unico contatto con il mondo femminile. Questa quadreria sterminata conta capolavori che coprono l'intera storia del ritratto in pittura, declinando la bellezza femminile in ogni sua forma e interpretazione. L'affollato caveau ricorda alcuni dipinti di David Teniers come L'Arciduca Leopoldo Guglielmo dentro la Galleria d'Arte (1647), ossia la raffigurazione di parte della quadreria del governatore dei Paesi Bassi spagnoli in capo allo stesso Teniers, originario di Anversa.

Ed è il fiammingo Ritratto di fanciulla di Petrus Christus (1470) ad introdurre lo spettatore ai raggiri operati da Oldman al fine di portare quante più bellezze dipinte all'interno del suo prezioso caveau. La giovane raffigurata ha fronte alta e sguardo penetrante, il vestito che indossa è impreziosito da un bordo di pelliccia e i capelli sono nascosti da un alto copricapo cilindrico, coerente con la moda quattrocentesca delle Fiandre.

La giovane fiamminga fa così il suo ingresso nella personale quadreria di Oldman, dove molte sono le donne del '500 mostrate attraverso il pennello di grandi nomi. Tra queste si riconosce la Fornarina di Raffaello (1518-19) discinta e un po' lasciva con il suo turbante, il seno scoperto e il grembo parzialmente fasciato da un velo trasparente e da un panno rosso. Spunta poi La bella di Tiziano (1536) molto somigliante nei tratti del viso alla famosa e ammiccante Venere di Urbino dipinta dallo stesso. La Bella però è vestita e anche riccamente: l'abito blu che indossa è ricamato a filo d'oro e presenta morbide maniche color amaranto dalle quali escono sbuffi di camicia. Con un dito indica un pellicciotto che le avvolge il polso destro, mentre lo sguardo vivo e le guance rosate sono coronate da un'elaborata acconciatura e orecchini di perla.

Più algida e altera, ma altrettanto elegante è la Lucrezia Panciatichi del Bronzino (1540), fasciata in due tonalità di rosso vivo. Con una mano tiene il segno sulla pagina di un Libro d'Ore, attorno al collo ha un giro di perle mentre i capelli biondi sono raccolti in quella che oggi chiameremmo una pettinatura “alla Julija Tymosenko”. Restando nell'ambito del '500, segue l'Autoritratto alla spinetta di Sofonisba Anguissola (1554-55), una delle prime donne pittrici il cui talento fu riconosciuto in modo condiviso, citata per questo dal Vasari e approdata addirittura nella Spagna di Filippo II come dama di compagnia della regina e ritrattista di corte. Il suo talento pare si estendesse anche all'arte musicale, come riporta lo stesso autoritratto in cui la pittrice è intenta a suonare questo particolare strumento d'altri tempi.

Passando alla cosiddetta età della modernità, anche il ritratto femminile si fa più moderno. Tra gli esemplari ottocenteschi spunta infatti la Jeanne Samary di Renoir (1877). Non più un'austera raffigurazione di tre quarti, non più sontuose vesti fruscianti e interni ombrosi come sfondo: qui l'attrice raffigurata è protesa con sguardo sognante verso lo spettatore, mentre lo sfondo è un coacervo di pennellate rosse e rosate che riprendono i colori dell'incarnato e delle labbra, vivaci come il suo vestito verde. Restando in tema di colori in pendant, le fa eco la Femme aux macarons di Modigliani (1917), tutta costruita sulle tinte marroni, con il collo allungato, gli occhi e il naso sagomati come quelli delle maschere africane che avevano affascinato Picasso nella fervente Parigi dei primi del '900.

Se nel 1917 gli orrori della Prima Guerra Mondiale avevano già cominciato ad insanguinare l'Europa cambiando ancora una volta le prospettive della vita e dell'arte, ne “La migliore offerta” il vecchio Oldman vedrà infrante le proprie aspettative, ritrovandosi privato non solo della donna amata, ma anche di tutte le altre donne dipinte che gli avevano tenuto compagnia per molti, lunghi anni.

Chiara Zucchellini








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