Sulla Golena del Tevere in Valtiberina, nei paesaggi amati da Plinio il Giovane


Tra le gemme della Valtiberina si può annoverare l’Area Naturale Protetta della Golena del Tevere, luogo di natura incontaminata al confine tra Toscana e Umbria. Un paesaggio che in antichità era amato anche da Plinio il Giovane.

La Valtiberina, rinomata per la sua ricca storia culturale e artistica, offre anche una bellezza naturale straordinaria. Tra le gemme di questa zona poco nota della Toscana è possibile annoverare anche l’Area Naturale Protetta della Golena del Tevere, un luogo dove una natura incontaminata si dischiude lungo le rive del Tevere che scorre in questa zona della regione al confine con l’Umbria, offrendo un’esperienza unica che fonde la maestosità del paesaggio fluviale con la vitalità della fauna e della flora locali. Un’area pianeggiate, situata a valle della diga di Montedoglio, e delimitata attorno dai Monti Rognosi, dall’Alpe di Poti e dall’Alpe della Luna, che comprende la piana alluvionale del fiume, detta appunto “golena”: si intende con questo termine una zona compresa tra il letto di magra di un corso d’acqua e il suo argine naturale, che viene sommersa nei periodi di piena. Una zona che, dunque, in alcuni periodi dell’anno viene inondata dalle acque e che è popolata di specie vegetali in grado di resistere a questa alternanza di periodi di secca e periodi di piena.

La riserva naturale è stata istituita con l’obiettivo di preservare l’ecosistema fluviale del Tevere, proteggendo la flora e la fauna che lo popolano, a seguito delle alterazioni subite per effetto della costruzione della diga di Montedoglio. Quest’ultima, situata a poca distanza dalla città di Anghiari, venne costruita tra il 1978 e il 1993 in mezzo alla stretta della collina di Montedoglio: è un’imponente struttura che sbarra un invaso lungo ben 7,5 chilometri e che si sviluppa su di una superficie di 800 ettari. Dalla diga, costruita per l’approvvigionamento elettrico di questa zona della Toscana (ma svolge anche un ruolo importante nella prevenzione delle inondazioni poiché, controllando il flusso del fiume Tevere, la diga può ridurre il rischio di alluvioni nelle aree circostanti, e in più, la capacità di regolare il flusso d’acqua consente di gestire in modo più efficiente le risorse idriche, garantendo un approvvigionamento costante in periodi di siccità e riducendo il rischio di carenze idriche), si è originato un bacino artificiale, il lago di Montedoglio, che è anche il lago più grande della Toscana, ed è particolarmente apprezzato dagli amanti della pesca per via delle numerose specie ittiche che accoglie: in particolare è diffusa la pesca del luccio, pesce apprezzato per le sue gustose carni, ma si possono trovare nelle acque del lago anche specie come il pesce persico, il pesce gatto, il cavedano, il luccioperca, l’alborella. È possibile poi trovare nelle acque della golena anche il barbo tiberino, detto anche barbo etrusco, pesce endemico delle acque dolci dell’Italia tirrenica: raro nel lago, è comunque possibile trovarlo nelle acque del Tevere, da cui prende il nome.

Golena del Tevere. Foto: ANPIL Golena del Tevere
Golena del Tevere. Foto: ANPIL Golena del Tevere
Golena del Tevere. Foto: ANPIL Golena del Tevere
Golena del Tevere. Foto: ANPIL Golena del Tevere
Lago di Montedoglio
Lago di Montedoglio

E, a proposito di biodiversità, la Golena del Tevere è un esempio di gestione sostenibile e di conservazione ambientale, offrendo un rifugio per molte specie animali e vegetali. Tra le piante prevalgono quelle tipiche delle zone umide o comunque delle boscaglie tipiche degli alvei dei fiumi: abbondano quindi i pioppi, gli olmi, i salici, gli ontani, le farnie, i sanguinelli, canneti che forniscono habitat ideali per una varietà di piccoli mammiferi e insetti. Anche gli uccelli sono quelli tipici dei fiumi e delle paludi: garzette, germani reali, folaghe e cormorani sono presenze facilmente avvistabili, così come il tarabusino e il martin pescatore, altri volatili tipici di queste zone. Le acque del Tevere sostentano poi, come detto, una ricca comunità ittica, contribuendo alla presenza di specie di uccelli che trovano rifugio lungo le rive del fiume. Gli appassionati di birdwatching possono godere di spettacolari osservazioni lungo gli itinerari che si inoltrano nella piana del Tevere. Questa diversità biologica contribuisce all’equilibrio ecologico dell’area e alla sua importanza come riserva naturale.

Per i visitatori che desiderano esplorare l’Area Naturale Protetta Golena del Tevere, numerosi sentieri naturalistici (non segnalati) lungo il corso del fiume, con viste panoramiche e l’opportunità di osservare da vicino la fauna selvatica. Le attività outdoor sono varie e adatte a tutte le età, da escursioni a piedi e in bicicletta fino a birdwatching e pesca. Il lago di Montedoglio offre inoltre possibilità di fare windsurf dato che il versante orientale del lago è spesso battuto da venti.

La costante di questa zona è comunque la sua tranquillità, il senso di calma che infonde: ci troviamo in un paesaggio poco noto e poco urbanizzato, perfetto per chi desidera un’immersione totale nella natura, lontano dalle città. Una curiosità, per concludere: la bellezza e la serenità di quest’angolo di Toscana erano note fin dall’antichità. Nella lettera che Plinio il Giovane inviò all’amico Domizio Apollinare (lettera 6 del libro V delle sue Epistole) vengono lodate le qualità di queste terre. Descrivendo la zona dove Plinio dimorava in un suo soggiorno estivo (dalla descrizione, si tratta proprio della golena del Tevere), così parla all’amico: “D’inverno l’aria è fredda e gelida […], in estate il caldo è meravigliosamente temperato: c’è sempre un soffio d’aria agitata, e le brezze sono più frequenti dei venti. Da qui il numero degli anziani che vi si trovano: trovate ancora viventi i nonni e i bisnonni dei giovani; ascolti costantemente vecchie storie e racconti del passato, così che, quando metti piede lì, potresti immaginare di essere nato in un altro secolo. I dintorni della villa sono bellissimi. Immaginati un immenso anfiteatro, come solo la Natura può creare, con un’ampia pianura circondata da colline, e le cime delle colline stesse ricoperte di alte e antiche foreste. La caccia è abbondante e varia. Lungo i pendii della montagna ci sono distese di boschi di alto fusto, e tra questi ci sono collinette ricche e profonde - dove se cerchi una pietra faticherai a trovarne una - che sono fertili quanto le pianure più pianeggianti, e maturano raccolti altrettanto ricchi, anche se più avanti nella stagione. Al di sotto di questi, lungo tutti i pendii, si estendono i vigneti che presentano in lungo e in largo una linea ininterrotta, ai cui margini e al livello più basso si trova una frangia di alberi. Poi si raggiungono i prati e i campi, campi che solo i buoi più potenti e gli aratri più robusti possono solcare. Il terreno è così duro e composto di zolle così spesse che quando viene prima frantumato bisogna essere solcato nove volte prima di essere seminato. I prati sono ingioiellati di fiori e producono trifoglio e altre erbe, sempre tenere e morbide, e sembrano sempre fresche. Infatti tutte le parti sono ben nutrite da corsi d’acqua ininterrotti, e anche dove c’è più acqua non ci sono paludi, perché il pendio del terreno scarica nel Tevere tutta l’umidità che riceve e non può assorbire da sola. In mezzo alla pianura scorre il Tevere; è navigabile per le navi e tutto il grano viene trasportato a valle fino alla città, almeno in inverno e in primavera. In estate il volume dell’acqua diminuisce, lasciando al letto prosciugato solo il nome di un grande fiume, ma in autunno riprende la sua piena. Saresti felice se potessi ammirare la zona dall’alto della montagna, perché penseresti di guardare non tanto la terra e i campi quanto un bellissimo quadro paesaggistico di meravigliosa bellezza”.

Nota fin dall’antichità, la Golena del Tevere è un tesoro naturale dove splendidi paesaggi, fauna e flora uniche, suggestioni di un lontano passato e l’impegno delle istituzioni per la sostenibilità rendono questa area un luogo imperdibile per gli amanti della natura e coloro che desiderano scoprire la bellezza incontaminata dell’Italia centrale e della Valtiberina, in una delle sue zone più autentiche e meglio preservate.


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