I profughi di Parga

Autore: Francesco Hayez
1831
Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo
Immagine

L'episodio descritto da Francesco Hayez in questa tela raffigurante I profughi di Parga si ispira a un poemetto di Giovanni Berchet, intitolato, appunto, I profughi di Parga, e pubblicato nel 1823, nel quale si raccontava un evento realmente accaduto, l'occupazione della città greca di Parga da parte dei turchi nel 1819. Parga fu infatti ceduta dagli inglesi (era un protettorato della corona britannica) all'Impero Ottomano nel corso delle trattative per il possesso delle Isole Ionie. Gli abitanti non accettarono l'idea di doversi sottoporre ai turchi: così nel 1819, anno in cui i turchi presero ufficialmente possesso della città, gli abitanti abbandonarono le proprie case e migrarono verso le isole di Corfù e Cefalonia.

La scena raffigurata da Hayez è davvero toccante: sullo sfondo ha inserito la città, che si staglia su un promontorio a picco sul mare, e in primo piano gli abitanti che lasciano con rassegnazione, malinconia e tristezza le loro case. Alcuni sono già sulla spiaggia in attesa delle imbarcazioni che li porteranno verso le isole Ionie, gli altri invece, quelli a noi più vicini, indugiano un attimo voltandosi indietro a guardare la città e gli occupanti che, sullo sfondo, sopraggiungono armati, da sinistra, per prendere possesso di Parga. Particolarmente intenso è il brano della donna chinata che raccoglie una manciata di sabbia della propria terra da portare con sé, e commoventi sono le madri e i padri che portano con loro i bambini per donar loro un futuro più roseo. Hayez ha inserito anche la figura di un pope ortodosso, raccolto in preghiera: simboleggia la fede degli abitanti di Parga, che non li abbandona e, anzi, è loro di conforto in momenti così difficili.

Al tempo in cui fu realizzata, l'opera era funzionale a esaltare l'orgoglio per le proprie tradizioni, il rifiuto di sottostare al nemico storico, l'amore per la propria terra: pensiamo a quanto fossero importanti tali valori in epoca di Risorgimento (il dipinto fu terminato nel 1831). Anche per questo i sentimenti dei personaggi ci appaiono così forti e carichi. C'è infine da notare la cura che Hayez ha profuso nel realizzare gli abiti tipici degli abitanti di Parga: il romanticismo, del resto, esaltava la storia e le tradizioni dei singoli popoli. E questo attaccamento doveva esser particolarmente forte in un popolo costretto ad abbandonare la propria terra: Che t´importa, o vilissimo inglese, / se un ramingo di Parga morì? - / Quella voce è il dispetto de´ forti / che, traditi, più patria non hanno (da I profughi di Parga di Giovanni Berchet).

31 gennaio 2016
Per conoscere l'arte di Francesco Hayez: https://www.finestresullarte.info/Puntate/2011/01-francesco-hayez.php

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