La particolarità di questo originale San Girolamo penitente, dipinto dal veneto Giovanni Mansueti, è sicuramente il suo paesaggio decisamente affollato. Al di là delle figure dei tre principali protagonisti della scena (il santo che si batte il petto con una pietra, il crocifisso davanti al quale sta pregando, e il leone che come da tipica iconografia lo accompagna) si estende infatti un mondo popolato da una miriade di figure. C'è la rappresentazione di una città cinquecentesca, con tutti i suoi edifici (chiese, castello, case, stalle) e le persone che si affaccendano nelle varie attività: chi conduce imbarcazioni, chi pascola i propri armenti, chi pesca nelle acque del fiume, chi passeggia per le strade, e abbiamo anche due personaggi che conversano, uno dei quali abbigliato in vesti orientali.
In primo piano, oltre al cappello da cardinale che identifica la posizione del santo, al teschio simbolo di caducità, al libro simbolo di studio e allo scrittoio di san Girolamo rappresentato con notevole gusto per il dettaglio (molto interessante il particolare dell'abito cardinalizio gettato con nonchalance sulla panca), compaiono alcuni animali: un ermellino, un orso, un cane, un asino, un'aquila, due leopardi, due conigli, una rondine, due scimmiette. Sopra a uno dei conigli troviamo anche la firma del pittore ("IOANNES DE MANSUETIS P. / FACIEBAT").
L'opera era di proprietà di un ricco mercante di vini del XVII secolo, Cristoforo Orsetti, ed è rimasta nella collezione della famiglia fino al 1804, anno in cui è entrata a far parte della raccolta dell'Accademia Carrara di Bergamo, dovel a si può tuttora ammirare.
20 aprile 2017
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