Paestum rivela nuove scoperte: rinvenuti centinaia di ex voto, statue e altari nel tempietto dorico


Nuove scoperte nel Parco Archeologico di Paestum: rinvenuti nel tempietto dorico centinaia di ex voto, statue e altari. “Uno scavo che promette di cambiare la storia conosciuta dell’antica Poseidonia”, la direttrice D’Angelo. 

Il Parco Archeologico di Paestum sta rivelando grandi sorprese, in seguito ai lavori che si stanno compiendo per riportare alla luce il tempio dorico rinvenuto nel 2019 lungo le mura ovest della città antica.

Sono stati rinvenuti il basamento in pietra del tempio e la cella che ospitava la statua della divinità, le decorazioni in terracotta dipinta del tetto con i gocciolatoi a forma di leone, una straordinaria gorgone, una Afrodite. E inoltre sette teste di toro, l’altare con la pietra scanalata per raccogliere i liquidi dei sacrifici e centinaia di ex voto, tra cui spiccano un eros a cavallo di un delfino che la fantasia potrebbe rimandare al mitico Poseidon, il dio che ha dato il nome alla città. Come ha dichiarato all’Ansa la direttrice del Parco Tiziana D’Angelo, è “uno scavo che promette di cambiare la storia conosciuta dell’antica Poseidonia”. “Ogni giorno è una sorpresa”, esprime soddisfatta la direttrice.

“Il ritrovamento di centinaia di ex voto, statue e altari nel tempietto di Paestum conferma lo straordinario valore di questo sito e le sue grandi potenzialità sulle quali stiamo lavorando”, ha dichiarato il ministro della Cultura Gennaio Sangiuliano. “Poco più di un mese fa mi sono recato a Paestum proprio per verificare lo stato del Parco archeologico e capire tutto quello che si può fare, anche in termini di finanziamenti, per rafforzare le attività di conservazione e di sviluppo dell’area. Ogni scavo che riporta alla luce le testimonianze storiche del passato dimostra l’immensa ricchezza del patrimonio archeologico della nostra nazione di cui c’è ancora molto da scoprire”.

Gli scavi sono stati avviati nel 2020, si sono bloccati a causa della pandemia e ora sono ripresi da qualche mese: “Quello che oggi ci troviamo davanti è il momento in cui il santuario, per motivi ancora tutti da chiarire, viene abbandonato, tra la fine del II e l’inizio del I sec. a C.”, spiega D’Angelo all’Ansa.

L’analisi delle decorazioni fittili ha permesso di datare la fondazione al primo quarto del V secolo a C., quando nella colonia greca erano già stati costruiti alcuni dei più importanti edifici monumentali giunti a noi. Di dimensioni molto contenute, presenta quattro colonne sul fronte e sette sui fianchi, il tempietto è come gli altri in stile dorico, ma si distingue per la purezza delle forme. Si tratta del “più piccolo tempio periptero dorico che conosciamo prima dell’età ellenistica, il primo edificio che a Paestum esprime pienamente il canone dorico”, ha spiegato l’ex direttore del Parco Archeologico di Paestum Gabriel Zuchtriegel.

Sono stati ritrovati molti oggetti nello spazio che divide il fronte dell’edificio dall’altare, eretto all’esterno: statuette in terracotta con i volti degli offerenti o quelli delle divinità, addirittura quindici raffiguranti il piccolo eros a cavallo del delfino, templi e altari in miniatura. Questi si aggiungono alle sette teste di toro rinvenute intorno all’altare. Su una delle statuette col delfino c’è anche la firma di “una famiglia di ceramisti di origine laziale, nota anche a Delo, la cui presenza qui a Paestum non era mai stata documentata”, racconta la direttrice D’Angelo.

Alla domanda dell’Ansa sulla possibilità che sia questo il tempio intitolato al dio che ha dato il nome alla città, la direttrice risponde: “È ancora presto per dirlo, ma l’ipotesi è estremamente interessante. Solo una suggestione, quindi. In attesa che gli scavi accendano nuove luci sulla storia”.

Paestum rivela nuove scoperte: rinvenuti centinaia di ex voto, statue e altari nel tempietto dorico
Paestum rivela nuove scoperte: rinvenuti centinaia di ex voto, statue e altari nel tempietto dorico


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