La Specola di Firenze riapre dopo un lungo intervento di riqualificazione con nuove sale espositive


Il Museo di Storia Naturale La Specola, parte del Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino, ha riaperto ai visitatori dopo un lungo intervento di riqualificazione, con tredici nuove sale espositive e nuove sezioni. 

Dopo un lungo intervento di riqualificazione finanziato dall’Università di Firenze e dalla Regione Toscana ha riaperto al pubblico il 22 febbraio a Firenze il Museo di Storia Naturale La Specola, parte del Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino. I visitatori potranno quindi scoprire i nuovi percorsi – le cere botaniche e mineralogia – allestiti dopo l’intervento e ritrovare la storica collezione di zoologia; gli altri percorsi, invece, dalle cere anatomiche al Salone degli Scheletri, dalla Tribuna di Galileo al Torrino, saranno visitabili su appuntamento a partire dal primo marzo.

Primo esempio in Europa di istituzione scientifica aperta a tutti, La Specola presenta opere mai esposte, ricomponendo l’idea illuministica del Granduca Pietro Leopoldo di presentare la natura nella sua completezza in un percorso che va dalla terra (mineralogia) al cielo (astronomia) passando per la botanica, l’anatomia e la zoologia. Tredici nuove sale espositive, per 700 metri quadri complessivi, in cui si snodano i nuovi percorsi dedicati agli inizi della ceroplastica, alle cere botaniche e alla mineralogia, che si affiancano alle collezioni della zoologia e delle cere anatomiche, il Salone degli scheletri, la Tribuna di Galileo e il Torrino astronomico, che ospitava l’osservatorio a cui La Specola deve il nome.

Il Museo offre anche una nuova biglietteria e un nuovo bookshop e conta anche su nuovi impianti (elettrico, antincendio e di climatizzazione): i lavori di riqualificazione hanno riguardato in totale 2.280 metri quadri e sono stati realizzati con il contributo della Regione Toscana per complessivi 3,5 milioni di euro e dell’Ateneo fiorentino per un importo di circa 2,5 milioni di euro.

La Specola entra nel 250° anniversario dalla sua fondazione: fu infatti inaugurata il 21 febbraio 1775 come “Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale”.

Dopo oltre un secolo e mezzo le collezioni mineralogiche tornano ad essere ospitate nel Museo della Specola; nel 1881 infatti furono trasferite nella sede di via La Pira: sono numerosi campioni provenienti dalle collezioni raccolte dai Medici tra il XV e il XVIII secolo, tra cui alcuni oggetti in pietre dure acquisiti da Lorenzo il Magnifico e forse dal padre Piero il Gottoso. Fanno parte delle collezioni altri reperti di straordinario valore storico, come quelli riferibili alla raccolta che il grande scienziato e padre della moderna mineralogia Niels Stensen (Niccolò Stenone) collezionò nella seconda metà del Seicento su incarico del Granduca Cosimo III.

Articolato in sei sale, il percorso espositivo del nuovo allestimento permette di ammirare gli enormi cristalli di topazio, acquamarina, le acquamarine, le tormaline dell’Elba e del Brasile, i campioni di ematite e pirite dell’Elba e della Toscana meridionale. Dopo una prima sezione dedicata alle meteoriti e all’evoluzione dei minerali a partire dalla nascita del nostro pianeta, si accede nella sala dedicata alle proprietà e alla classificazione dei minerali. Attraverso un corridoio in cui sono esposti strumenti scientifici e ricordati alcuni dei grandi protagonisti della storia della mineralogia fiorentina, si entra poi nella sala dedicata alla mineralogia italiana, dove sono esposti campioni di zolfo nativo della Sicilia fino ai minerali della collezione elbana. Il percorso prosegue in una sorta di Wunderkammer che riunisce reperti della Collezione di pietre lavorate di epoca medicea. Si ritorna poi alla sala di partenza e, attraverso un percorso dedicato, vengono illustrate alcune delle infinite applicazioni dei minerali, con un particolare accento sulla necessità di uno sfruttamento eticamente e socialmente sostenibile.

La nuova sezione Arte e Scienza: modelli didattici si compone di sette sale tematiche, ricavate all’interno di altrettanti vani al secondo piano dell’edificio, per un totale di oltre 200 meytri quadri di nuovo spazio espositivo. La novità più significativa è rappresentata dalla collezione delle cere botaniche fiorentine, formata da piante, frutti e tavole di anatomia, istologia e patologia vegetale, che dopo oltre un secolo torna ad essere visitabile. Il percorso illustra la genesi e il valore didattico dei modelli naturalistici e anatomici, accompagnando i visitatori attraverso una linea cronologica e narrativa che parte dal Seicento, con una sala dedicata alle opere di Gaetano Giulio Zumbo, comprendente i teatrini allegorici barocchi; si passa alla produzione dell’Officina ceroplastica fiorentina, fondata nel 1771, con opere come la nota Venere smontabile e il tronco di giovane di Luigi Calamai e con la già citata collezione di piante e frutti in cera. Il percorso prosegue attraverso due sale dedicate ai modelli ingranditi, con un ricco repertorio di tavole di anatomia e fisiologia vegetale, la cui produzione ebbe inizio a seguito dei progressi in campo ottico dovuti a Giovan Battista Amici; i dipinti di natura morta di Bartolomeo Bimbi e infine una sala dedicata ai modelli naturalistici e anatomici prodotti in materiali diversi dalla cera, tra cui due statue anatomiche e altri modelli smontabili in legno, testimonianza di una limitata produzione della stessa Officina del Museo, e una statua anatomica in cartapesta opera di L. T. J. Auzoux, oltre a realizzazioni in vetro, in gesso e in altri materiali. Alle sette sale si aggiunge un’ottava sala che ripropone l’allestimento storico delle cere di anatomia comparata, con l’esposizione di opere da vari anni non accessibili. Questa sala rappresenta l’ingresso al percorso storico del Museo, dedicato alle cere anatomiche e alla zoologia.

Da qui parte infatti il percorso espositivo storico che comprende la sezione di zoologia (23 sale che espongono esemplari zoologici provenienti da tutto il mondo), la collezione unica al mondo di modelli anatomici in cera di fama internazionale, prodotta nell’arco di circa un secolo dall’Officina di Ceroplastica creata presso il museo nel 1771, la Tribuna di Galileo (raro esempio di architettura tardo neoclassica fiorentina), il Salone degli Scheletri con circa 3000 reperti osteologici, e infine il Torrino, che oggi ospita un’esposizione che riporta alle origini del museo e riproduce l’unitarietà del sapere scientifico alla base dell’idea originale.

Per tutte le info: www.sma.unifi.it

La Specola di Firenze riapre dopo un lungo intervento di riqualificazione con nuove sale espositive
La Specola di Firenze riapre dopo un lungo intervento di riqualificazione con nuove sale espositive


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