Penelope e i Proci

Autore: Pinturicchio
1509
Londra, National Gallery

Quest'opera del Pinturicchio, un affresco staccato che raffigura Penelope e i Proci, costituisce una delle rare rappresentazioni della storia di Ulisse e Penelope nell'arte del Rinascimento. In questa raffinata composizione la protagonista, Penelope, è ritratta sulla sinistra mentre attende al suo lavoro di tessitura che, com'è noto, disfaceva ogni notte al fine di guadagnare tempo rispetto alla scelta di un pretendente che l'avrebbe sposata, dato che ormai il marito Ulisse veniva dato per disperso, anche se lei rimaneva convinta del suo ritorno.

Tuttavia, Ulisse nel dipinto è già tornato: è l'uomo che procede verso di lei, travestito (secondo il testo omerico da mendicante) in modo da non farsi riconoscere. Gli uomini più indietro sono i Proci, gli arroganti pretendenti di Penelope. Sul muro alle spalle della regina di Itaca vediamo, appesi, l'arco e le frecce di Ulisse: secondo quanto leggiamo nell'Odissea i Proci, scoperto l'inganno di Penelope, l'avrebbero costretta a scegliere uno di loro, e lei stabilì che avrebbe scelto il pretendente in grado di tendere l'arco di Ulisse e di scoccare una freccia. Ulisse, ancora travestito, volle partecipare alla contesa: fu l'unico, ovviamente, a riuscire nell'impresa, e una volta scoccata la freccia fece strage dei suoi rivali.

Il dipinto, oltre che per la sapienza compositiva, è interessante anche per i brani di quotidianità quattrocentesca che il Pinturicchio ha inserito. Il telaio sul quale lavora Penelope è di quelli in uso all'epoca del pittore, e le stesse vesti dei personaggi sono contemporanee. Nell'angolo sinistro inoltre il Pinturicchio inserisce un'ancella di Penelope che aiuta la regina lavorando sulla navetta del telaio, e un gattino che simpaticamente gioca con un gomitolo. Da notare infine il particolare brano paesaggistico che s'intravede dalla finestra, con una nave dalle forme anch'esse quattrocentesche che solca il mare, guardato da un castello che sorge sul promontorio a sinistra.

Il Pinturicchio realizzò quest'opera nel contesto di un ciclo con storie dell'antichità che un ricco mercante e politico senese, Pandolfo Petrucci, commissionò a lui e ad altri artisti (tra i quali Luca Signorelli) nel 1509: gli affreschi (otto in tutto) avrebbero decorato una stanza del suo palazzo a Siena. Gli affreschi, staccati nell'Ottocento per essere venduti sul mercato antiquario, sopravvivono oggi conservati alla National Gallery di Londra (questo del Pinturicchio insieme ad altri due di Signorelli) e alla Pinacoteca Nazionale di Siena (altri due affreschi, a opera di Girolamo Genga). Purtroppo però di tre di essi si sono perse le tracce: forse già nell'Ottocento furono ricoperti direttamente sul muro su cui si trovavano.

10 ottobre 2016
Per conoscere l'arte del Pinturicchio: https://www.finestresullarte.info/Puntate/2013/03-pinturicchio-bernardino-di-betto.php

Penelope e i Proci di Pinturicchio

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