Riapre ampliato e con un nuovo allestimento il Museo Archeologico di Stabia. Visitabili anche i depositi


Il Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” riapre oggi ampliato e con un nuovo allestimento. Con una scuola di formazione e digitalizzazione e con la possibilità di visitare i depositi.

Riapre al pubblico oggi con un nuovo allestimento il Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”, arricchito da un percorso più ampio e da una scuola di formazione e digitalizzazione, e con la possibilità di visitare i depositi. Le sale del museo sono state duplicate e la collezione è stata arricchita con opere provenienti dalle ville del territorio di Stabia. Ora sono esposti 507 reperti, tra cui dipinti murali, arredi marmorei, suppellettili in ceramica e bronzo. Sono qui ospitati per essere tutelati e valorizzati anche circa 125 reperti archeologici di produzione campana recuperati grazie a una complessa attività ispettiva condotta dal Nucleo TPC di Napoli, con la collaborazione dell’Arma Territoriale di Torre Annunziata e in sinergia con il Parco archeologico di Pompei - Area Tutela. Il percorso espositivo è inoltre integrato con tecnologie e apparati multimediali didattici, che intendono migliorare l’accessibilità fisica e culturale delle opere e dei contenuti. Inoltre, i depositi del complesso sono stati valorizzati secondo un nuovo concetto, che mira a trasformarli da luoghi di conservazione a spazi aperti al pubblico per la fruizione e la ricerca.

Dal 2020, il Museo ha sede negli spazi della Reggia di Quisisana, un edificio con una storia lunga oltre sette secoli e che fu valorizzato durante l’epoca borbonica. Dalla sua costituzione, il museo è stato pensato per ospitare una vasta collezione di reperti provenienti dal territorio di Stabia, insieme a testimonianze preziose della vita quotidiana, in particolare nelle lussuose ville romane d’otium e nelle ville rustiche. Queste dimore, situate in posizioni panoramiche con vista sul Golfo di Napoli, erano destinate al riposo del corpo e dello spirito, lontane dalle attività e dagli affari.

L’operazione di valorizzazione della Reggia di Quisisana, in concessione d’uso dal Comune di Castellammare, fu curata e promossa dal Parco Archeologico di Pompei diretto all’epoca dall’attuale Direttore Generale dei Musei, Massimo Osanna, permettendo così di restituire al patrimonio italiano il più antico sito reale borbonico, oggi sede di un prestigioso museo e centro di cultura. “Oggi si raccolgono i frutti di un progetto ambizioso in cui ho creduto da sempre, impegnandomi in prima linea per la valorizzazione della Reggia di Quisisana, divenuta, dal 2020, il naturale e prestigioso spazio espositivo del patrimonio archeologico dell’antica Stabiae”, ha affermato Massimo Osanna. “Visitare il Museo Archeologico di Stabia significa non soltanto comprendere la vita e la cultura del passato, ma anche proiettarsi verso il futuro: qui, infatti, si intende costruire un modello virtuoso di dialogo con il territorio, una buona pratica basata sulla sinergia interistituzionale e sulla ricerca scientifica sperimentale. L’istituto, che riapre al pubblico con un nuovo allestimento arricchito nella compagine di reperti esposti e nella metodologia di comunicazione didattica, è un invito alla scoperta della nostra storia: anche l’accordo di valorizzazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha permesso di proporre ai visitatori un viaggio straordinario tra manufatti appena sottoposti a un’attenta campagna di restauro”.

Ora il percorso di visita del museo è stato ampliato con l’introduzione di nuovi reperti restaurati, mentre quello già esistente è stato rivisitato con l’adozione delle nuove tecnologie e l’integrazione di apparati multimediali e didattici. Per la prima volta, gli allestimenti uniscono gli apparati decorativi delle ville marittime scoperte sulla collina di Varano durante gli scavi dell’epoca borbonica e quelli rinvenuti da Libero D’Orsi a partire dal 1950.

L’allestimento che riunisce, dopo oltre 250 anni, i reperti stabiesi conservati al MANN di Napoli e quelli scoperti dal preside, oggi custoditi al Quisisana, è stato reso possibile grazie all’Accordo siglato con il MANN per la valorizzazione del patrimonio stabiano. Questo accordo consente al museo di avere in prestito per tre anni molti dei reperti rinvenuti a Stabia, secondo cicli di rotazione. Pertanto, per la prima volta sarà possibile godere degli apparati decorativi organizzati per contesti di provenienza.

“La riapertura al pubblico del Museo Archeologico di Stabia, con il suo nuovo allestimento, le sue collezioni arricchite dai reperti provenienti dalle ville stabiesi e la riunione temporanea con quelli conservati al MANN, le sue sale rinnovate, il centro di formazione avanzato, è una notizia bellissima per la cultura. Questo è un sito unico che, grazie al lavoro di tutti, torna a splendere e ad offrire ai cittadini e agli appassionati un’offerta incredibile di testimonianze storiche di grandissimo rilievo. Un tassello fondamentale dell’operazione strategica di valorizzazione di questa area, all’interno del progetto della Grande Pompei, ovvero quell’immenso parco della storia diffuso, entro cui insistono le aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Stabia, Oplontis, Boscoreale e tutto il territorio circostante. Il nuovo Museo di Stabia sarà una delle perle di questo progetto che testimonia, ancora una volta, la centralità che la Campania ha per l’archeologia mondiale e la nostra scelta di continuare ad investire su queste meravigliose ricchezze del patrimonio culturale della Nazione”, ha dichiarato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Su Castellammare c’è anche un finanziamento del Ministero pari a 4 milioni di euro per il restauro e la rifunzionalizzazione del Convento di San Francesco, alle spalle del Museo Diocesano. Il progetto esecutivo è in consegna. Entro l’estate avvieremo i lavori”.

“Il Museo Archeologico di Stabia è molto più di un museo di opere archeologiche di pregio, per quantità e qualità che evidenziano il valore storico e culturale del territorio stabiano”, ha sottolineato il direttore Gabriel Zuchtriegel, “ma un vero e proprio polo culturale e centro di ricerca di richiamo internazionale, in quanto sede di una scuola di formazione per la valorizzazione dei beni culturali dotata di attrezzature per la digitalizzazione e depositi accessibili per la ricerca e lo studio”.

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Riapre ampliato e con un nuovo allestimento il Museo Archeologico di Stabia. Visitabili anche i depositi


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