Il Toro di Nimrud distrutto dall'Isis rivive in Iraq grazie ad un intervento dell'Italia


Demolito dall’Isis nel 2015, il Toro di Nimrud, celebre opera assira, torna a rivivere in Iraq con una replica eseguita da un team di restauratori italiani: si è svolta al Museo di Bassora l’inaugurazione della targa commemorativa della donazione italiana.

Un “miracolo della diplomazia culturale italiana”: così è stato definito il gesto che l’Italia ha fatto nel donare all’Iraq la replica della statua assira del Toro di Nimrud, il colosso costruito nel IX. secolo a.C. L’antica città di Nimrud, vicino all’attuale Mosul, fu la capitale di Assurbanipal II (883–859 a.C.), il re assiro che costruì un enorme palazzo ornato con bassorilievi e numerosi lamassu; Nell’antica religione mesopotamica, si tratta di spiriti o demoni protettori. Spesso formano coppia con lo Shēdu: statue colossali custodi, di demoni o di animali, che si ponevano ai fianchi delle porte di entrata dei templi e dei palazzi, esattamente come lo era il Toro di Nimrud.

Il monumento, alto 5 metri, è stato distrutto dai combattenti dell’Isis nel 2015 che ha attaccato il sito archeologico e ha distrutto preziosi manufatti utilizzando bulldozer ed esplosivi. Dopo l’attacco, un team di restauratori guidato da Nicola Salvioli ha studiato foto e video del monumento, consentendo loro di creare un modello in polistirolo. Una stampante 3D è stata poi utilizzata per produrre una copia in fibra di vetro, che è stata rivestita con sostanze plastiche mescolate a polvere di pietra per conferirle un aspetto più autentico. Il progetto è stato finanziato dall’Associazione Incontro di Civiltà. Gli artigiani italiani ne hanno ricreato una replica esponendola poi al Colosseo a Roma in una mostra del 2016 intitolata Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira accanto ad altre due ricostruzioni: di una porzione di soffitto del Tempio di Bel a Palmira, e della sala dell’archivio del Palazzo di Ebla. L’anno successivo, il monumento è stato trasferito nella sede dell’UNESCO a Parigi, dove si trovava davanti all’ingresso come “Simbolo dell’impegno dell’organizzazione nel condividere la storia e trasmettere i valori che porta alle generazioni future”, ha affermato l’UNESCO. Il rientro del toro in Iraq, ora posizionato permanentemente davanti all’ingresso del Museo di Bassora, segue una riconsegna di alto profilo al Paese avvenuta a giugno. In quell’occasione, l’Italia ha restituito una tavoletta incisa con testo cuneiforme e le insegne del re assiro Shalmaneser III, successore di Assurbanipal, al presidente iracheno Abdul Latif Rashid durante una visita di stato in Italia.

“L’Italia è in prima linea nella salvaguardia del patrimonio culturale perché è l’anima di una nazione e ne incarna la storia”, ha affermato Gennaro Sangiuliano, Ministro italiano della Cultura, in una dichiarazione letta durante la cerimonia di inaugurazione del museo alla presenza di funzionari italiani e iracheni. “Continuerà quindi a compiere ogni sforzo per promuovere la collaborazione internazionale nel campo della tutela del patrimonio culturale e ad operare per la valorizzazione del patrimonio dell’umanità”.

Francesco Rutelli, l’ex ministro della Cultura la cui Associazione Incontro di Civiltà che aveva guidato i progetti per realizzare la replica, ha scritto su Facebook: “Ecco una luce, una preziosa luce italiana”, ha inoltre aggiunto “La donazione è un piccolo miracolo del soft power italiano, della nostra diplomazia culturale”.

Il Toro di Nimrud distrutto dall'Isis rivive in Iraq grazie ad un intervento dell'Italia
Il Toro di Nimrud distrutto dall'Isis rivive in Iraq grazie ad un intervento dell'Italia


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