In mostra a Castel Gandolfo due capolavori dei Musei Vaticani


Parte il nuovo format espositivo ideato per portare le collezioni papali a Castel Gandolfo: dal 23 marzo il Redentore del Correggio e l’arazzo della Pesca miracolosa di Raffaello hanno lasciato i Musei Vaticani per essere esposti nel Palazzo Papale. 

In occasione della Pasqua, dal 23 marzo il Redentore del Correggio e l’arazzo della Pesca miracolosa di Raffaello hanno lasciato i Musei Vaticani per essere esposti nel Polo Museale di Castel Gandolfo per inaugurare la nuova stagione espositiva del Palazzo Papale.

A seguito della mostra Castel Gandolfo 1944, inaugurata lo scorso 10 febbraio, il Palazzo arricchisce quindi l’offerta culturale con due nuovi progetti che mostrano due capolavori provenienti dai Musei del Papa. L’iniziativa, la prima di una serie, segna l’avvio di un nuovo format espositivo ideato per portare le collezioni papali a Castel Gandolfo.

Per più di un semestre quindi i visitatori del Polo Museale di Castel Gandolfo saranno accolti nella Sala dei Papi dalla mostra Raffaello. L’arazzo della Pesca miracolosa per la Cappella Sistina, a cura di Alessandra Rodolfo, responsabile del Reparto Arazzi e Tessuti dei Musei Vaticani. L’esposizione del prezioso manufatto tessile in lana, seta e fili d’oro e d’argento, di manifattura fiamminga, appartenente alle serie di arazzi degli Atti degli Apostoli, intende essere un tributo al genio dell’Urbinate che ne realizzò i cartoni preparatori su commissione di Papa Leone X affinché abbellissero ulteriormente la Cappella Sistina in occasione di cerimonie solenni.

Il secondo progetto espositivo che andrà ad arricchire i nuovi ambienti musealizzati al piano inferiore del Palazzo Papale è Correggio. Il Redentore dei Musei Vaticani, a cura di Fabrizio Biferali, responsabile del Reparto per l’Arte dei secoli XV-XVI. L’esposizione ha come protagonista un altro capolavoro della Pinacoteca Vaticana: il Redentore in gloria del Correggio. L’opera, un olio su tela che costituiva in origine la cimasa del Trittico dell’Umanità di Cristo, era stata dipinta dall’artista intorno al 1525 per l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria della Misericordia a Correggio (Reggio Emilia). È tuttavia piuttosto recente la sua definitiva attribuzione al maestro emiliano; risale infatti solo al 2011 la legittimazione dell’autografia della tela del Cristo Redentore a seguito di indagini scientifiche compiute in occasione dell’ultimo restauro vaticano sotto la direzione del compianto professore Antonio Paolucci.

L’accesso a tutte le mostre in corso è gratuito ed è incluso nel biglietto d’ingresso al Palazzo Papale di Castel Gandolfo.

In mostra a Castel Gandolfo due capolavori dei Musei Vaticani
In mostra a Castel Gandolfo due capolavori dei Musei Vaticani


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