Italia Nostra, “sconcerto” per il progetto del telamone di Agrigento


La sezione siciliana di Italia Nostra interviene sul caso del telamone di Agrigento: il presidente del sodalizio, Leandro Janni, esprime ’sconcerto’ per quanto fatto.

“Sconcerto”: non usa mezzi termini la sezione siciliana di Italia Nostra per riferirsi al progetto di ricostruzione e innalzamento del telamone del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. Si tratta di uno dei telamoni del maestoso tempio di Zeus Olimpio, l’Olympeion. costruito in segno di ringraziamento per celebrare la vittoria ad Himera degli agrigentini sui cartaginesi, nel 480-479 a.C., per volere del tiranno Terone. Il progetto, definito di “musealizzazione”, è stato presentato al cospetto di tutte le autorità della regione: erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato, il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi Roberto Sciarratta, il sindaco di Agrigento Francesco Micciché, il prefetto di Agrigento Filippo Romano, il curatore del progetto di musealizzazione arch. Carmelo Bennardo e l’esperto scientifico del progetto arch. Alessandro Carlino.

Il progetto è giunto dopo un lungo e problematico percorso di studi, ricerche e restauri, durato vent’anni, che ha portato al sollevamento del telamone in calcarenite, alto circa otto metri: l’insieme di blocchi adesso è in piedi, sostenuto da una struttura verticale in acciaio di dodici metri alla quale sono ancorate diverse mensole utili a sostenere i singoli pezzi del ricomposto manufatto.

“All’interno dello scatolone metallico che lo contiene”, dice Leandro Janni, presidente della sezione siciliana di Italia Nostra, “l’antico telamone appare sospeso. Decontestualizzato. E quest’immagine, inevitabilmente, suscita in noi il ricordo dei frammenti sparsi del tempio di Zeus nella sublime Valle, quando il paesaggio era memoria, armonia tra natura e storia. Dunque, non possiamo nascondere la nostra sorpresa, il nostro sconcerto di fronte a tale risultato”.

L’architetto Alessandro Carlino, a seguito delle contestazioni, ha detto che “Si tratta di un’esposizione temporanea come fosse una vetrina; e poi è un progetto reversibile”. Tuttavia, sottolinea Leandro Janni di Italia Nostra, “non è la prima volta che singolari sperimentazioni espositive vengono realizzate all’interno del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi di Agrigento. Ricordo, nel 2011, la collocazione della grande scultura bronzea Icaro caduto di Igor Mitoraj: assai prossima al tempio della Concordia, essa appare come un’irruzione impropria e priva di collegamento storico con il contesto. Non possiamo non ricordare, inoltre, che persino il compianto Sebastiano Tusa, nel 2018, nella qualità di assessore regionale dei Beni culturali, autorizzò un’invasiva e cacofonica mostra d’arte contemporanea nella Valle dei Templi di Agrigento: la mostra Jan Fabre, Ecstasy & Oracles”.

Secondo Italia Nostra, “taluni, a cominciare dai suoi direttori, ritengono che le mirabilissime vestigia del Parco della Valle dei Templi di Agrigento e il superbo, rigoglioso paesaggio che si affaccia sul mar Mediterraneo non siano sufficienti per attrarre turisti e visitatori da tutto il mondo. E dunque si ricorre a tali ‘protesi espositive’ che, a nostro parere, nulla aggiungono alla sublime, straordinaria bellezza del Parco. Semmai, la infrangono e la offendono, inesorabilmente. Ma i tempi che stiamo attraversando e i protagonisti sulla scena questi sono”.

Italia Nostra, “sconcerto” per il progetto del telamone di Agrigento
Italia Nostra, “sconcerto” per il progetto del telamone di Agrigento


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