Un sontuoso salone da banchetto, dalle pareti eleganti dipinte di nero e decorate con motivi mitologici ispirati alla guerra di Troia, è uno dei locali recentemente scoperti durante gli scavi in corso nell’insula 10 della Regio IX di Pompei, ora visibile in tutto il suo splendore.
Questo ambiente raffinato era destinato agli incontri conviviali, con banchetti e conversazioni, testimonianza del lussuoso tenore di vita dell’epoca, evidenziato dalla grandiosità dello spazio, dalla presenza di affreschi e mosaici del III stile, dall’alta qualità artistica delle pitture e dalla scelta dei soggetti.
Il tema predominante sembra essere l’eroismo, con raffigurazioni di eroi e divinità legati alla guerra di Troia, insieme al concetto di destino e alla possibilità, spesso inafferrabile, di cambiare il proprio futuro.
Oltre ad Elena e Paride, indicato in un’iscrizione greca come “Alexandros”, il salone presenta anche la figura di Cassandra, figlia di Priamo, accanto ad Apollo. Nella mitologia greca, Cassandra era nota per il suo dono di preveggenza e per il tragico destino che le impediva di influenzare il futuro. Nonostante la sua capacità di vedere oltre il presente, nessuno credeva alle sue parole, a causa di una maledizione inflittale da Apollo per non aver accettato i suoi corteggiamenti. Questo destino la portò a non poter evitare i tragici eventi della guerra di Troia, che lei stessa aveva predetto. Dopo essere stata violentata durante la caduta di Troia, finì schiava di Agamennone a Micene.
La presenza frequente di figure mitologiche nei dipinti degli ambienti di intrattenimento delle case romane aveva lo scopo sociale di divertire gli ospiti e i commensali, offrendo spunti di conversazione e riflessione sulla vita e sull’esistenza.
Il salone, con dimensioni di circa 15 metri di lunghezza per 6 di larghezza, si apre su un cortile che sembra fungere da passaggio di servizio, aperto all’aria, con una lunga scala priva di decorazioni che conduce al primo piano.
Sotto gli archi della scala è stato trovato un vasto accumulo di materiale da cantiere. Qualcuno ha disegnato a carboncino sulle pareti grezze delle arcate del grande scalone due coppie di gladiatori e un grande fallo stilizzato.
L’attività di scavo nell’insula 10 della Regio IX fa parte di un progetto più ampio per la messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, nonché per il miglioramento dell’assetto idrogeologico, con l’obiettivo di garantire una tutela più efficace e sostenibile del vasto patrimonio di Pompei, che comprende oltre 13.000 ambienti in 1070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri.
Finora, lo scavo nell’area ha portato alla luce due abitazioni connesse tra loro, una con un panificio e una fullonica (lavanderia), che si affacciavano su via Nola e le cui facciate erano già state scoperte alla fine del XIX secolo. Alle spalle di queste due case, stanno emergendo durante questa fase di scavo sontuosi ambienti di soggiorno affrescati, anch’essi soggetti a importanti interventi di ristrutturazione al momento dell’eruzione.
“Pompei è davvero uno scrigno di tesori che non finisce mai di sorprenderci e di destare stupore perché, ogni volta che scaviamo, troviamo qualcosa di bello e di significativo. Noi crediamo in questo unicum mondiale che rappresenta Pompei e per questo in legge di Bilancio abbiamo finanziato nuovi scavi. Bisogna andare avanti nella tutela di questo importante sito ma anche nella sua valorizzazione”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
“Lo scavo nella Regio IX, progettato nell’ambito del Grande Progetto Pompei e portato avanti sotto la direzione Zuchtriegel, è la dimostrazione di quanto uno scavo ben fatto nella città vesuviana possa continuare ad accrescere la conoscenza di uno dei luoghi più importanti che ci sia pervenuto dall’antichità. Nuove ed inedite pitture, nuovi dati sull’enorme cantiere che era Pompei al momento dell’eruzione, nuove scoperte sull’economia e sulle forme di produzione. Una messe straordinaria di dati che sta cambiando l’immagine codificata finora della città antica. Un plauso a tutta la squadra interdisciplinare che con passione e professionalità sta portando avanti le ricerche”, afferma il Direttore generale Musei, Massimo Osanna.
“Le pareti erano nere per evitare che si vedesse il fumo delle lucerne sui muri. Qui ci si riuniva per banchettare dopo il tramonto, la luce tremolante delle lucerne faceva sì che le immagini sembrassero muoversi, specie dopo qualche bicchiere di buon vino campano - sottolinea il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel - Le coppie mitiche erano spunti per parlare del passato e della vita, solo apparentemente di carattere meramente amoroso. In realtà, parlano del rapporto tra individuo e destino: Cassandra che può vedere il futuro ma nessuno le crede, Apollo che si schiera con i troiani contro gli invasori greci, ma pur essendo un Dio non riesce ad assicurare la vittoria, Elena e Paride che con il loro amore politicamente scorretto sono la causa della guerra, o forse solo un pretesto, chi sa. Oggi, Elena e Paride siamo tutti noi: ogni giorno possiamo scegliere se curarci solo della nostra vita intima o di indagare come questa nostra vita si intrecci con la grande storia, pensando per esempio, oltre a guerre e politica, all’ambiente, ma anche al clima umano che stiamo creando nella nostra società, comunicando con gli altri dal vivo e sui social”.
Pompei, scoperto un salone delle feste affrescato |