Al MAN di Nuoro il progetto di Giorgio Andreotta Calò sulla memoria collettiva della Sardegna


Il MAN di Nuoro ospita, dal 28 marzo al 16 giugno 2024, la mostra “In girum imus nocte” di Giorgio Andreotta Calò , che ha condotto un lavoro in Sardegna tra il 2013 e il 2018 concentrandosi sulla memoria collettiva, sul paesaggio e sulle conseguenze sociali ed ecologiche dei processi estrattivi.

Il MAN di Nuoro ospita, dal 28 marzo al 16 giugno 2024, la mostra In girum imus nocte di Giorgio Andreotta Calò (Venezia, 1979), che ha condotto un lavoro in Sardegna tra il 2013 e il 2018 concentrandosi sulla memoria collettiva, sul paesaggio e sulle conseguenze sociali ed ecologiche dei processi estrattivi. Questa ricerca ha dato vita a un corpus di opere fondamentali nel percorso dell’artista, parte delle quali oggi trovano una collocazione ideale presso il museo MAN grazie al Piano per l’Arte Contemporanea del Ministero della Cultura, integrando la precedente acquisizione dell’opera Produttivo.

Nel 2019, Giorgio Andreotta Calò dona al MAN una parte dell’installazione ambientale “Produttivo”, composta da carotaggi estratti durante le campagne minerarie della Carbosulcis.spa, società attiva nello sfruttamento del bacino carbonifero del Sulcis fino al 2018, situato nel sud-ovest dell’isola. Attraverso un processo simile alle indagini geognostiche, l’artista analizza la stratificazione e l’identità del luogo, mettendo in luce gli aspetti socio-culturali.

Le opere del progetto In girum imus nocte condividono una radice semantica analoga, testimoniando un processo di ricerca e interazione con il territorio sardo e la sua storia. Il titolo, tratto dal palindromo latino “in girum imus nocte et consumimur igni” (“andiamo in giro di notte e siamo consumati dal fuoco”), vuole evocare la carica simbolica dell’installazione filmica omonima. Insieme alle sculture Pinna Nobilis e Dogod, quest’opera cerca di dar vita a un insieme coerente in cui ogni elemento esalti i significati reciproci.

Il fulcro dell’installazione è rappresentato dal film che documenta la marcia compiuta dall’artista insieme a un gruppo di minatori e pescatori del Sulcis nella notte del 4 dicembre 2014, giorno di santa Barbara, protettrice della comunità dei minatori. Questo cammino assume una dimensione rituale e escatologica, riconoscendo il ruolo sociale dei lavoratori e sottolineando il valore della loro presenza. La marcia, dalla miniera fino all’isola di Sant’Antioco, compiuta dal tramonto all’alba, è enfatizzata dal bastone che accompagna il tragitto, diventato poi parte integrante dell’opera esposta in mostra. L’uso della pellicola 16 mm, con la sua fragilità, contribuisce al senso complessivo del racconto, evocando la componente alchemica di trasformazione della materia presente in tutte le opere esposte.

La metamorfosi del cranio di una creatura, a metà tra cane (Dog) e divinità (God), è il nucleo di Dogod. I suoi elementi costitutivi, provenienti dallo stagno di Cirdu a Sant’Antioco, sono stati assemblati e poi fusi in bronzo bianco tramite la tecnica della cera persa, creando l’opera qui esposta. Anche la scultura Pinna Nobilis rimanda al Sulcis: è stata prodotta dal calco di un esemplare dell’omonima specie di bivalve endemica del Mediterraneo, anch’esso recuperato a Punta Trettu durante la lavorazione del film. I lavori in mostra, tra i più emblematici e rappresentativi della ricerca di Giorgio Andreotta Calò, accompagnano il visitatore in una profonda esplorazione: negli abissi della terra, ma anche nell’essenza del metodo artistico dell’artista. In questo modo, paesaggio e storia si fondono con le opere, diventandone componenti essenziali.

Il progetto è sostenuto dal PAC 2022-2023 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Nato a Venezia nel 1979, Giorgio Andreotta Calò attualmente vive e lavora nella sua città natale. Ha conseguito una laurea in scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e ha proseguito i suoi studi presso la Kunsthochschule di Berlino. Tra il 2008 e il 2010 è stato artista in residenza alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam. Il suo lavoro è stato presentato alla 54ª Biennale di Venezia, diretta da Bice Curiger, nel 2011. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Italia per l’arte contemporanea, promosso dal Museo MAXXI. Nel 2014 è stato insignito del Premio New York, sponsorizzato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano. Nel 2017 è stato selezionato come uno dei tre artisti a rappresentare l’Italia nel Padiglione curato da Cecilia Alemani alla 57ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Nel 2018, con il progetto “Anastasis”, ha vinto il bando Italian Council, promosso dal Ministero della Cultura, per la realizzazione di un’installazione monumentale presso l’Oude Kerk di Amsterdam. Nel 2019 gli è stata dedicata una mostra personale presso il Pirelli Hangar Bicocca. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

Immagine: Giorgio Andreotta Calò, In girum imus nocte (2014). Foto: Iris Rochet-Lanchet

Al MAN di Nuoro il progetto di Giorgio Andreotta Calò sulla memoria collettiva della Sardegna
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