A Venezia la mostra che ci fa vergognare: esposti gli oggetti dei migranti morti in mare per arrivare in Europa


Dal 30 maggio al 19 luglio, adottando le opportune misure di sicurezza, apre Shipwreck Crime, la mostra personale del fotografo Italo Rondinella, che avrebbe dovuto inaugurare lo scorso 14 marzo, a Venezia, all’interno degli antichi Magazzini del Sale, messi a disposizione dalla Reale Società Canottieri Bucintoro 1882.

La mostra è patrocinata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), UNICEF Italia, Regione del Veneto, Comune di Venezia, Università Ca’ Foscari (Dip. di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea), Ateneo Veneto e consta di una serie di oggetti personali appartenuti alle centinaia di persone che, nella speranza di raggiungere il territorio europeo, hanno tentato di attraversare il breve tratto di mare che separa la costa turca dall’isola greca di Lesbo. Molti di loro non ce l’hanno fatta.

Gli oggetti (abiti, scarpe, biberon, salvagenti e molto altro) sono stati fotografati dall’autore così come rinvenuti sulla riva e successivamente raccolti per formare, insieme alle immagini, il corpus di questa mostra che ha lo scopo di restituire dignità alle storie anonime di coloro a cui sono appartenuti: 44 sono le fotografie e 44 i rispettivi oggetti. Il progetto è stato realizzato a più di due anni di distanza da quando il flusso migratorio dalla Turchia all’Europa ha conosciuto il suo picco più alto.

In quel tratto di costa turca tra Babakale e Ayvalık si alternano a singhiozzo spiagge frequentate da vacanzieri a tratti vuoti, dove sono stati trovati gli oggetti dei naufraghi.  Al fine di rappresentare queste due realtà parallele, l’autore ha incluso negli spazi di mostra il sonoro della spiaggia frequentata dai bagnanti, appositamente registrato dal vivo.

Il solco emotivo che separa queste due realtà sul medesimo palcoscenico, la spiaggia, esprime secondo l’autore una metafora della rappresentazione mediatica della vicenda umana dei migranti che perde la sua naturale dimensione compassionevole per diventare mera descrizione di un fenomeno. Come conclude l’artista, “Shipwreck Crime non è pertanto un progetto sul fenomeno migratorio, bensì sulla commozione”. 

Il viaggio è arricchito da un contributo narrativo di Anna Lucia Colleo, fruibile, insieme ad alcune immagini in formato cartolina, all’ingresso del percorso espositivo. In linea con le misure di sicurezza adottate negli spazi espositivi per la protezione contro il coronavirus, l’ingresso sarà contingentato e con mascherina obbligatoria.

È possibile prenotare una visita guidata con l’artista telefonando al numero +39 328 2026139

Italo Rondinella è un fotografo e filmmaker italiano da anni residente in Turchia. Nel suo lavoro, alterna l’impegno giornalistico (attraverso la produzione di reportage fotografici e video documentari) a una ricerca più personale. In entrambi i casi, i temi trattati hanno prevalentemente a che vedere con i conflitti del mondo globale contemporaneo, le sfide a essi connesse e i conseguenti cambiamenti sociali e politici. È in corso in diversi spazi espositivi, sia in Italia che in altri Paesi Europei, la sua mostra personale sulla biodiversità agro-alimentare, commissionatagli dal progetto DYNAVERSITY finanziato dell’Unione Europea. La mostra è già stata esposta in Toscana, Campania, Lombardia e Danimarca e continuerà a muoversi secondo un programma gestito da Federparchi (la Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali).

Tutti i lavori di Italo Rondinella sono raccolti nel suo sito personale: italorondinella.com.

Per tutte le informazioni potete telefonare al numero +39 041 5205630.

Nell’immagine: Italo Rondinella, Shipwreck Crime, costa turca dell’Egeo settentrionale (2017)

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraItalo Rondinella. Shipwreck Crime
CittàVenezia
SedeMagazzini del Sale
DateDal 30/05/2020 al 19/07/2020
ArtistiItalo Rondinella
TemiArte contemporanea

A Venezia la mostra che ci fa vergognare: esposti gli oggetti dei migranti morti in mare per arrivare in Europa
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