Giovani eccellenze: 10 direttori di musei italiani sotto i 40 anni


Chi lo ha detto che nei musei italiani non ci sono direttori e direttrici giovani? Sono pochi, ma esistono: ecco dieci under 40 a capo di altrettanti musei italiani.

Nel mondo italiano della cultura sono sempre motivo di clamore le notizie che annunciano che la direzione di un museo è stata affidata a un giovane: si tende a pensare che in Italia il ruolo di direttore o di direttrice sia sempre appannaggio di persone che hanno già una carriera pluridecennale alle spalle, ma in realtà, benché siano pochi, ci sono alcuni ottimi direttori di musei che hanno meno di quarant’anni. Alcuni sono famosi e salgono spesso agli onori delle cronache, altri invece sono in servizio presso musei più piccoli e meno appariscenti ma svolgono comunque un ottimo lavoro. Quello che però è interessante sapere è che i giovani alla guida di musei, seppur in minoranza rispetto ai colleghi con più anzianità, non sono un’eccezione. Vi proponiamo dunque un elenco di dieci direttori under 40 che a nostro avviso si stanno distinguendo, in ordine di età.

1. Gabriel Zuchtriegel (1981), Parco Archeologico di Pompei

Gabriel Zuchtriegel ha in realtà da poco superato i 40 anni (li ha compiuti lo scorso 24 giugno), ma la sua storia merita comunque un’inclusione nella classifica, dato che aveva solo 34 anni quando è diventato direttore del Parco Archeologico di Paestum, e per i meriti nella sua gestione è stato poi nominato lo scorso anno direttore di Pompei (suscitando anche polemiche, in alcuni casi proprio per la sua giovane età). Tedesco del Baden-Württemberg, si è formato al Winckelmann Institut per l’Archeologia Classica dell’Università Humboldt di Berlino e ha poi perfezionato i suoi studi con un dottorato in archeologia all’Università di Bonn. Esperto di storia della colonizzazione greca oltre che della Roma arcaica, prima di arrivare in Italia (dove ha partecipato a scavi a Selinunte ed Eraclea) ha lavorato all’Istituto di Archeologia Classica dell’Università di Bonn. È poi diventato membro del comitato editoriale della rivista scientifica SIRIS della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera, ed è entrato in servizio come archeologo alla Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia nel 2015, dopo aver collaborato l’anno prima a una mostra su Pompei e l’Europa, e dopo essere stato, tra il 2014 e il 2015, docente a contratto di archeologia greca e romana all’Università della Basilicata. Nel 2015 è stato poi nominato direttore di Paestum, e nel 2020 ha ottenuto la cittadinanza italiana.

Gabriel Zuchtriegel
Gabriel Zuchtriegel

2. Luca Lo Pinto (1981), MACRO Roma

Romano, classe 1981, Luca Lo Pinto è direttore artistico del MACRO di Roma dal 2019, successore di Giorgio De Finis. È stato chiamato a dirigere il museo romano anche in virtù della sua esperienza internazionale di alto livello, dato che prima di tornare a Roma era stato per cinque anni, dal 2014, curatore della Kunsthalle di Vienna dove aveva curato mostre di importanti artisti internazionali. Ma non solo: a 36 anni, nel 2017, aveva curato la XVI Quadriennale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma, e prima ancora aveva fondato la rivista e casa editrice Nero. Lo Pinto ha dato una direzione sperimentale al MACRO avviando il programma triennale “Museo per l’Immaginazione Preventiva”, un titolo ispirato al progetto “Ufficio per l’Immaginazione Preventiva” di Carlo Maurizio Benvenudi, Tullio Catalano e Franco Falasca (1973) che si ponevano l’obiettivo di rivoluzionare la società: l’idea di Lo Pinto è quella di “sperimentare modelli alternativi nei quali l’immaginazione possa essere il motore principale” in un momento in cui il concetto stesso di museo è messo in discussione.

Luca Lo Pinto
Luca Lo Pinto

3. Anna Cipparrone (1981), Museo Multimediale Consentia Itinera

Anna Cipparrone, calabrese, è diventata direttrice per la prima volta a soli trent’anni, quando le è stata affidata la direzione del Museo delle Arti e dei Mestieri della Provincia di Cosenza. Storica dell’arte, si è formata all’Università della Calabria dove si è laureata in Storia e Conservazione dei Beni Culturali, e ha poi conseguito il diploma di Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte all’Università di Pisa nel 2007 e infine, nel 2012, ha ottenuto il Dottorato di Ricerca all’Università della Calabria. Autrice di numerose pubblicazioni, è stata nominata nel 2017 direttrice del Museo Multimediale Consentia Itinera, progetto multimediale della Fondazione Attilio ed Elena Giuliani di Cosenza, fondato proprio quell’anno: è un istituto che punta sull’innovazione digitale e sull’esperienza per raccontare al pubblico la storia della città di Cosenza attraverso percorsi multimediali e immersivi. Cipparrone è anche attiva in ambito museologico, avendo partecipato a numerosi convegni di settore ed essendo consigliera del Coordinamento regionale Basilicata-Calabria di ICOM. In virtù della sua esperienza, nel 2018 è stata nominata membro della Commissione per il Sistema Museale Nazionale.

Anna Cipparrone
Anna Cipparrone

4. Lorenzo Balbi (1982), MAMbo Bologna

È direttore del MAMbo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna, da quando aveva trentacinque anni: Lorenzo Balbi, torinese, è oggi uno dei più apprezzati direttori italiani nel settore dell’arte contemporanea, avendo affermato il ruolo centrale del museo bolognese sulla scena nazionale con mostre di alto livello tra le quali AGAINandAGAINandAGAINand nel 2020, Thats’IT! nel 2018, e diverse personali di importanti artisti come Mika Rottenberg, Goran Trbuljak, Cesare Petroiusti. Balbi si è formato all’Università Ca’ Foscari di Venezia e all’Università di Torino, e la sua carriera è partita proprio dalla città natale: ha lavorato infatti dal 2006 al 2017 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, organizzando e curando le mostre e le residenze degli artisti. Nel suo curriculum figura anche la direzione artistica di Art City Bologna, il palinsesto di eventi e mostre organizzati in parallelo alla storica Arte Fiera. Inoltre, insegna Sistemi dell’Arte al DAMS dell’Università di Bologna ed è membro del consiglio direttivo di AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e del coordinamento del Forum dell’Arte Contemporanea Italiana.

Lorenzo Balbi
Lorenzo Balbi

5. Sara Piccinini (1983), Collezione Maramotti

Sara Piccinini, reggiana, gioca in casa: è infatti da quest’anno direttrice della Collezione Maramotti di Reggio Emilia, una delle più importanti raccolte d’arte contemporanea che ci siano in Italia. Fin dall’inizio della sua carriera, Piccinini ha lavorato per la collezione reggiana (è in servizio presso la Collezione Maramotti dal 2007, data di apertura dell’istituto, e ne è divenuta Senior Coordinator nel 2018). La formazione è di alto livello: dal 2002 al 2005 ha studiato Semiotica all’Università di Bologna (con una parentesi per l’Erasmus all’Université Libre di Bruxelles nel 2005), e ha seguito poi un corso di perfezionamento in marketing e comunicazione dell’arte al Sotheby’s Institute of Art di New York, e ulteriori corsi di aggiornamento alla Fondazione Fitzcarraldo di Torino e al Node Center for Curatorial Studies di Berlino. L’esordio di Piccinini però avviene lontano da Reggio Emilia: nel 2006 ha svolto infatti un periodo di tirocinio alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia.

Sara Piccinini
Sara Piccinini

6. Alessandro Paris (1983), MuSa - Museo di Salò

Il trentino Alessandro Paris, storico, è stato nominato nell’agosto del 2020 direttore del MuSa di Salò con il preciso scopo di rilanciare il museo gardesano all’insegna dell’approfondimento sulla storia del territorio. Il cambio di direzione è cominciato con tre mostre, un focus sulla raccolta di disegni del museo, una rassegna d’arte contemporanea della giovane artista romana Giulia Spernazza e soprattutto una mostra storica sui giovani sotto il fascismo. Prima di arrivare a Salò, Paris era stato collaboratore del Museo dell’Alto Garda di Riva del Garda. Specialista di storia del principato vescovile di Trento della prima età moderna, ha ottenuto nel 2011 il dottorato all’Università di Trento e ha firmato numerose pubblicazioni sul Concilio di Trento e altri argomenti di storia trentina. Ricercatore, collabora con la Fondazione Bruno Kessler di Trento.

Alessandro Paris
Alessandro Paris

7. Matteo Rapanà (1983), Museo dell’Alto Garda di Riva del Garda

Un giovane classe 1983 anche sulla sponda trentina del Lago di Garda: Matteo Rapanà dirige il Museo dell’Alto Garda di Riva del Garda, uno dei maggiori del territorio per ampiezza e ricchezza delle collezioni, dal 2019. Archeologo medievale, ha studiato a Trento e a Padova, dove ha ottenuto la laurea magistrale nel 2009, e si è perfezionato con un master alla Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio di Trento e con un altro master alla Trento School of Management in Gestione Museale. Vanta una lunga esperienza nei musei del territorio: la sua carriera comincia come mediatore culturale (in diverse strutture del territorio: il Muse di Trento, il Castello del Buonconsiglio, il Centro Studi Judicaria di Tione di Trento, il Museo Diocesano Tridentino), ha poi lavorato come addetto stampa al Castello del Buonconsiglio e, in qualità di archeologo, ha seguito numerosi progetti come responsabile dei rilievi, oltre che di divulgazione.

Matteo Rapanà
Matteo Rapanà

8. Davide Mariani (1985), Museo Stazione dell’Arte di Ulassai

È direttore del Museo Stazione dell’Arte di Ulassai, uno dei maggiori musei d’arte della Sardegna, dal 2018: Davide Mariani, nativo di Iglesias, è uno storico dell’arte esperto conoscitore dell’arte di Maria Lai (il Museo è infatti dedicato all’opera della grande artista sarda: aperto nel 2006, accoglie oltre cento opere di Maria Lai), e tra le sue esperienze figura la curatela della mostra Maria Lai. Art in Public Space, la prima importante monografica dedicata all’arte pubblica dell’artista. Si è formato all’Università di Cagliari, dove ha conseguito la triennale in Scienze del Turismo con tesi in Antropologia Culturale, e all’Università di Sassari, dove ha dapprima ottenuto la magistrale in Scienze dello Spettacolo e poi il Dottorato di Ricerca in Scienze dei Sistemi Culturali, con una tesi in Storia dell’Arte Contemporanea. Dal 2017 al 2020 è stato cultore della materia in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Sassari. In ambito museale ha lavorato per alcuni mesi in Spagna nei musei di Murcia come guida museale, e poi come assistente curatore e responsabile ddella comunicazione alla Fondazione Nivola di Orani. Ha inoltre curato numerose mostre in Sardegna.

Davide Mariani
Davide Mariani

9. Paolo Binaco (1987), Museo Territoriale del Lago di Bolsena

Giovane archeologo perugino, Paolo Binaco è stato nominato direttore del Museo Territoriale del Lago di Bolsena, uno dei principali musei archeologici dell’alto Lazio, nel settembre del 2020. Si è laureato nel 2012 all’Università di Perugia in Archeologia Classica, e ha poi ottenuto il Diploma di Specializzazione in Archeologia, con tesi in Etruscologia, alla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Firenze. È arrivato alla direzione del museo di Bolsena dopo una lunga esperienza come archeologo sul territorio, avendo partecipato a numerosi scavi (alcuni anche da lui diretti) nelle province di Viterbo, Perugia e Terni, ed è dunque un profondo conoscitore dell’archeologia di questi luoghi. Dal 2019 è inoltre consigliere della Fondazione “Claudio Faina” di Orvieto con delega alla cura del Museo della Fondazione.

Paolo Binaco
Paolo Binaco

10. Andrea De Caro (1988), Lanterna di Genova

Ravennate di nascita ma genovese d’adozione, Andrea De Caro si è laureato in Urbanistica all’Università di Firenze e nel 2019 ha ottenuto un master in Imprenditorialità nel settore creativo per i beni culturali all’Università di Genova. Il suo rapporto con la Lanterna di Genova comincia nel 2014, quando la Provincia, che fino ad allora aveva gestito il sito, causa penuria di risorse cede la gestione del monumento alla Fondazione “Mario e Giorgio Labò” di Genova, che si occupa di urbanistica, e di cui De Caro è membro da diversi anni. Da allora, De Caro si è speso per la valorizzazione del monumento, rilanciando il simbolo della città. De Caro è inoltre membro dell’Associazione Italiana Giovani per L’Unesco.

Andrea De Caro
Andrea De Caro


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