Livorno e il mare, una storia millenaria che comincia dagli etruschi


L’elemento che più caratterizza Livorno e la sua provincia è il mare. Livorno nasce e si sviluppa attorno al suo porto. Populonia fu l’unico insediamento etrusco importante sulle rive del Tirreno. I macchiaioli sono sempre stati legati al mare di Livorno e dei suoi dintorni. Oggi l’economia della provincia è in parte basata sul turismo balneare.

Se esiste un luogo in cui il mare non è solo un confine geografico, ma un’anima che ne ha modellato la storia e lo fa vivere, quel luogo è la provincia di Livorno. Qui, il mare non è solo un elemento del paesaggio, ma una componente essenziale della vita quotidiana, un protagonista della storia e un motore di trasformazione che, nel corso dei secoli, ha plasmato il destino delle comunità che vi si affacciano. Dalla città di Livorno, con il suo porto antico e le sue radici multiculturali, alle località della Costa degli Etruschi, fino alla maestosità dell’Isola d’Elba, l’intero territorio provinciale ha col suo mare uno speciale rapporto. Il mare ha portato ricchezza e commerci, ma ha anche segnato periodi di declino, guerre e conquiste. È stato la via attraverso cui sono passati mercanti e navigatori, artisti e pescatori, conquistatori e rivoluzionari. Ha ispirato generazioni di pittori, scrittori e musicisti, offrendo loro una tavolozza infinita di colori e suggestioni.

Oggi, il rapporto tra Livorno e il suo mare si esprime in molteplici forme: è al centro di un’economia basata sull’industria, sul porto e sul turismo, è un elemento imprescindibile della cultura e della tradizione, è lo scenario in cui si svolge la quotidianità di chi vive lungo la costa. Ma, al di là degli aspetti pratici e concreti, il mare è soprattutto un simbolo, una presenza costante che accompagna chi abita queste terre. È lo sfondo di storie familiari, il protagonista di leggende locali, il confine sempre aperto verso nuovi orizzonti. Raccontare Livorno e la sua provincia senza parlare del mare, dunque, sarebbe impossibile. È una storia che affonda le sue radici nell’epoca etrusca e arriva fino ai giorni nostri, passando attraverso i secoli con la forza inarrestabile delle onde che, instancabili, continuano a lambire queste coste.

Il golfo di Baratti è la zona più a sud della provincia. È qui, sul promontorio che domina il golfo, che si trova la città di Populonia, l’unico grande centro etrusco che si trovava sul mare. Questo insediamento, un tempo potente e florido, basava la sua ricchezza sulla lavorazione del ferro proveniente dall’Isola d’Elba. Ancora oggi, tra le rovine dell’antica città e le necropoli disseminate lungo il litorale, si respira il fascino di una civiltà che ha saputo sfruttare il mare per il commercio e la propria espansione economica. Il Parco Archeologico di Baratti e Populonia permette di compiere un viaggio nel tempo, per scoprire come gli etruschi prosperarono con l’industria del ferro e con il commercio marittimo. La propensione degli etruschi per il commercio marittimo li portò a stabilire insediamenti costieri strategici, gli empori, che fungevano da punti di scambio e facilitavano le interazioni con altre culture. Questi empori erano spesso situati in prossimità di fiumi navigabili o lungo rotte commerciali cruciali, permettendo un flusso continuo di merci e risorse. Ma qui davanti, le acque del golfo ricordano anche che il mare è stato il grande alleato di Populonia, ma anche la causa della sua decadenza, quando le invasioni e il declino delle rotte commerciali portarono al suo abbandono.

Livorno. Foto: Marialaura Gionfriddo
Livorno. Foto: Marialaura Gionfriddo
Livorno, Terrazza Mascagni
Livorno, Terrazza Mascagni
Livorno, il Porto Mediceo. Foto: Comune di Livorno / Visit Livorno
Livorno, il Porto Mediceo. Foto: Comune di Livorno / Visit Livorno
Faro di Livorno. Foto: Comune di Livorno / Visit Livorno
Faro di Livorno. Foto: Comune di Livorno / Visit Livorno
Livorno, Porto Mediceo: la Fortezza Vecchia. Foto: Inge Mehling
Livorno, Porto Mediceo: la Fortezza Vecchia. Foto: Inge Mehling

Queste coste sarebbero tuttavia tornata a fiorire più tardi, grazie al ruolo di Livorno. Città che nasce con il mare e per il mare. Se oggi è una città dal carattere fiero e cosmopolita, lo deve soprattutto al suo porto, che fin dal XVI secolo ha rappresentato uno degli scali più strategici del Mediterraneo. I Medici, intuendone le potenzialità, lo svilupparono a partire dalla fine del Cinquecento, trasformando quello che era un piccolo borgo di pescatori in una grande città mercantile e multietnica. Il “Porto Franco”, istituito negli anni Novanta del Cinquecento, attirò mercanti da tutta Europa: armeni, ebrei, greci e olandesi trovarono qui una terra ospitale, dando vita a una società aperta e dinamica. E le “leggi livornine” emanate nello stesso periodo (nel 1591 e nel 1593 per l’esattezza) dal granduca Ferdinando I de’ Medici favorirono il popolamento della città e la sua espansione economica.

Oggi il porto di Livorno è ancora un nodo vitale per l’economia locale e nazionale. È uno dei principali scali per il traffico commerciale e passeggeri in Italia, con collegamenti quotidiani verso la Sardegna, la Corsica e la Spagna. Il settore crocieristico, in forte espansione, porta ogni anno migliaia di turisti che da Livorno si spostano verso le bellezze toscane, da Firenze a Pisa. Le sue origini sono però molto più antiche: era il 1421 quando Livorno, all’epoca un piccolo borgo, passò sotto il controllo della Repubblica di Firenze. In questo periodo, fu edificata la Torre del Marzocco, simbolo della crescente importanza strategica dello scalo. Tuttavia, fu nel XVI secolo, sotto la guida dei Medici, che il porto conobbe una significativa espansione. Il Granduca Ferdinando I de’ Medici promosse la costruzione della Darsena Vecchia, conosciuta oggi come Molo Mediceo, trasformando Livorno in un porto franco e attraendo mercanti da tutto il mondo. Nel XIX secolo, ulteriori sviluppi infrastrutturali consolidarono la posizione di Livorno come hub marittimo di rilievo. Nel 1852, sotto il regno di Leopoldo II, fu avviata la costruzione di una diga rettilinea per proteggere il porto dai venti di maestrale. Successivamente, fu realizzata una grandiosa diga curvilinea, nota come “Molo Novo”, per distinguerla dal precedente “Molo Vecchio” edificato durante il periodo mediceo. Attualmente, il porto di Livorno è uno dei principali scali italiani per il traffico merci (è il terzo in Italia dopo quelli di Trieste e Genova) e passeggeri. Per sostenere e potenziare ulteriormente le proprie infrastrutture, nel luglio 2024, il porto di Livorno ha ottenuto un finanziamento di 90 milioni di euro dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Questo investimento mira a promuovere un’espansione sostenibile dello scalo, rafforzando la sua competitività a livello internazionale. Il porto svolge un ruolo chiave anche nel settore crocieristico e nel trasporto passeggeri. Nel 2019, ha accolto oltre 3,5 milioni di passeggeri, confermandosi come uno dei principali punti di accesso per il turismo marittimo in Italia. Curiosamente, per passeggeri il porto di Livorno non è il primo della provincia: il primo (e terzo in Italia) è quello di Piombino, frequentatissimo perché porto di partenza per l’Isola d’Elba.

Veduta di Portoferraio, Isola d'Elba
Veduta di Portoferraio, Isola d’Elba
Spiaggia di Acquarilli, Isola d'Elba. Foto: Gestione Associata per il Turismo dell’Isola d’Elba
Spiaggia di Acquarilli, Isola d’Elba. Foto: Gestione Associata per il Turismo dell’Isola d’Elba
Veduta di Populonia
Veduta di Populonia
Porto di Livorno. Foto: Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale
Porto di Livorno. Foto: Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale
Porto di Livorno e veduta della città. Foto: Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale
Porto di Livorno e veduta della città. Foto: Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale
Veduta di San Vincenzo. Foto: Comune di San Vincenzo
Veduta di San Vincenzo. Foto: Comune di San Vincenzo
Veduta di Castiglioncello
Veduta di Castiglioncello

Questa isola, la più grande dell’Arcipelago Toscano, ha una storia strettamente legata alle miniere di ferro sfruttate sin dai tempi degli etruschi, è nota per l’esilio di Napoleone nel 1814 e oggi è una delle mete turistiche più amate d’Italia, grazie alle sue spiagge variegate, ai borghi affacciati sull’acqua e alla possibilità di praticare sport acquatici come immersioni, vela e windsurf. L’area marina protetta del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, istituito nel 1996, garantisce la tutela di un ecosistema unico, dove delfini e tartarughe marine nuotano indisturbati.

Il mare rappresenta naturalmente anche una risorsa economica essenziale per la provincia. Il turismo balneare è uno dei settori trainanti, con località come Cecina, San Vincenzo, Donoratico e Bibbona che ogni estate si riempiono di turisti alla ricerca di spiagge attrezzate e acque limpide. La Costa degli Etruschi offre un’alternanza di arenili dorati, scogliere selvagge e calette nascoste, che attraggono sia le famiglie che gli amanti della natura. Non meno importante è il ruolo della pesca e della nautica da diporto. Le attività legate alla pesca, sebbene ridimensionate rispetto al passato, continuano a essere una componente identitaria della città, come dimostra la vivace atmosfera del Mercato Ittico di Livorno e la tradizione culinaria legata al cacciucco.

Se il mare ha plasmato la storia e l’economia di Livorno, ha avuto un ruolo altrettanto fondamentale nella sua identità artistica. I Macchiaioli, la celebre corrente pittorica ottocentesca, hanno trovato proprio sulle coste livornesi la loro fonte di ispirazione. Artisti come Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Telemaco Signorini hanno dipinto con pennellate rapide e luminose le spiagge, i porti e la vita quotidiana dei pescatori. Le coste della provincia, da Castiglioncello (dove il primo critico di riferimento del gruppo dei macchiaioli, Diego Martelli, aveva una villa nella quale invitò a più riprese i pittori suoi amici), fino a Rosignano, sono state il loro laboratorio a cielo aperto. Ancora oggi, passeggiando vicino agli scogli di Castiglioncello o tra i casolari della campagna livornese, si può riconoscere quella luce dorata che ha reso inconfondibili le tele dei Macchiaioli. Il movimento dei Macchiaioli nasce nella seconda metà dell’Ottocento in Toscana, in opposizione alla pittura accademica. Questi artisti, tra cui spiccano Cristiano Banti, Silvestro Lega, Telemaco Signorini e il livornese Giovanni Fattori, sviluppano una tecnica innovativa basata sulla rappresentazione della luce e del colore attraverso la “macchia”, ovvero pennellate rapide e decise che catturano l’immediatezza della realtà.

Giovanni Fattori, La rotonda dei bagni Palmieri (1866; olio su tavola, 12 x 35 cm; Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti)
Giovanni Fattori, La rotonda dei bagni Palmieri (1866; olio su tavola, 12 x 35 cm; Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti)
Giovanni Fattori, La libecciata (1880-1885 circa; olio su tavola, 28,5 x 68 cm; Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Giovanni Fattori, La libecciata (1880-1885 circa; olio su tavola, 28,5 x 68 cm; Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti)
Giuseppe Abbati, Marina a Castiglioncello (1862-1863 circa; olio su tela, 50 x 70 cm; Firenze, Collezione Siceoli-Orsi Bertolini)
Giuseppe Abbati, Marina a Castiglioncello (1862-1863 circa; olio su tela, 50 x 70 cm; Firenze, Collezione Siceoli-Orsi Bertolini)
Giovanni Fattori, Silvestro Lega dipinge sugli scogli (1866; olio su tavola, 12,5 x 28 cm; Collezione privata)
Giovanni Fattori, Silvestro Lega dipinge sugli scogli (1866; olio su tavola, 12,5 x 28 cm; Collezione privata)
Giovanni Fattori, Sulla spiaggia (1893; olio su tela, 69 x 100 cm; Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori)
Giovanni Fattori, Sulla spiaggia (1893; olio su tela, 69 x 100 cm; Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori)

Livorno, con il suo mare, le sue scogliere e le sue spiagge, diventa presto un palcoscenico privilegiato per questo nuovo modo di dipingere. Le atmosfere luminose della costa tirrenica, il cielo terso che si riflette sulle acque, le barche dei pescatori, il porto affollato di mercanti e marinai: tutto questo offre spunti perfetti per gli artisti che cercano di cogliere la vita nella sua essenza più pura.

Tra i Macchiaioli, Giovanni Fattori è senza dubbio l’artista che più ha saputo esprimere la bellezza del paesaggio marino livornese. “Amo il mare perché nato in una città di mare”, ebbe a dire, e il rapporto tra Giovanni Fattori e il mare fu sempre indissolubile. Nato a Livorno nel 1825, Fattori trascorse gran parte della sua vita osservando e dipingendo il mare della sua città. Le sue opere raffigurano spesso scene di vita quotidiana sulle spiagge o lungo la costa: soldati a cavallo, bagnanti, marinai al lavoro, contadini che si riposano vicino alla riva. Tante sue opere testimoniano il suo profondo legame con la costa livornese, e il mare, nelle sue tele, non è mai un elemento statico o decorativo, ma parte integrante della scena, reso con pennellate rapide e cariche di luce.

E se Livorno è il centro della tradizione artistica legata al mare, Castiglioncello è il suo rifugio d’elezione. Questo piccolo borgo costiero, con le sue scogliere a picco sul mare e la sua vegetazione selvaggia, diventò un punto di riferimento per i Macchiaioli, che lo scelgono come luogo di ritrovo e di ispirazione. Il critico e collezionista Diego Martelli, come anticipato, ospitò qui molti pittori dell’epoca, dando vita a una vera comunità artistica, che lo storico dell’arte Dario Durbè avrebbe ribattezzato come la “Scuola di Castiglioncello”. I macchiaioli dipingevano en plein air, all’aperto, cercando di catturare le variazioni della luce sul mare e le sfumature cromatiche del paesaggio costiero. L’influenza dei Macchiaioli continuò a vivere nell’arte livornese anche dopo la fine del movimento. Pittori come Plinio Nomellini, Llewelyn Lloyd, Renato Natali, Gino Romiti, Giovanni Lomi, Benvenuto Benvenuti, Ulvi Liegi, Carlo Domenici, Cafiero Filippelli, Renuccio Renucci, Guglielmo Micheli, Giovanni March, Gastone Razzaguta e diversi altri, tutti originari di Livorno o vissuti qui per gran parte delle loro vite, portarono avanti la tradizione della pittura di paesaggio, reinterpretando il mare di Livorno in chiave simbolista, divisionista o postmacchiaiola. Molti di loro diedero vita, oppure avrebbero partecipato, al Gruppo Labronico, sodalizio artistico nato nel 1920 e tuttora attivo grazie agli artisti che si pongono come eredi di quella tradizione (come Massimo Lomi, Stefano Bottosso, Fiorenzo Luperini e altri). Oggi, passeggiando lungo i fossi o sulle spiagge della provincia livornese, si può ancora percepire quel legame speciale tra gli artisti e il mare: un legame fatto di luce, di colori vibranti, di vita che scorre tra le onde.

Che sia un porto trafficato, una scogliera solitaria o una spiaggia affollata, il mare continua a essere il filo conduttore che lega passato e presente nella provincia di Livorno. È un motore economico, una fonte di ispirazione artistica, un testimone della storia millenaria di queste terre. Ma, soprattutto, è parte della cultura di chi vive qui, segnando il carattere e lo spirito di una terra che guarda sempre verso l’orizzonte, con il vento salmastro che soffia su di lei e la consapevolezza che il mare non è soltanto un paesaggio.


La consultazione di questo articolo è e rimarrà sempre gratuita. Se ti è piaciuto o lo hai ritenuto interessante, iscriviti alla nostra newsletter gratuita!
Niente spam, una sola uscita la domenica, più eventuali extra, per aggiornarti su tutte le nostre novità!

La tua lettura settimanale su tutto il mondo dell'arte

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte