Rivoluzione nella gestione delle biglietterie dei musei autonomi: torneranno interne


Ieri la Direzione Generale Musei ha inviato ai musei autonomi una circolare che sancisce di fatto una rivoluzione: niente più biglietterie affidate a concessionari esterni. Torneranno interne e saranno gestite da una piattaforma unica chiamata AD Arte. Ecco il testo della circolare.

Rivoluzione nella gestione delle biglietterie dei musei: la circolare che ieri la Direzione Generale Musei ha inviato ai musei autonomi introduce una novità che di fatto riordina il settore dopo ben trent’anni. La gestione delle biglietterie tornerà infatti ai musei e non sarà più affidata a soggetti esterni: questo dice la circolare in cui viene presentata la nuova piattaforma “AD Arte”, con la quale saranno gestite le biglietterie.

“Si rappresenta che la piattaforma AD Arte (nelle versioni APP e sito web)”, si legge nel testo della circolare (che riportiamo nei passaggi di seguito in forma pressoché integrale), “consentirà di gestire direttamente la prenotazione e la vendita dei biglietti di ingresso e metterà a disposizione la reportistica utile alla rendicotazione amministrativa e contabile. La Direzione Generale Musei fornirà anche la strumentazione necessaria per la verifica e la validazione dei biglietti”. La circolare chiede anche ai musei di comunicare se gli istituti sono attualmente dotati di copertura WiFi o di un collegamento internet per i visitatori. La nuova piattaforma è pensata, continua ancora il testo della circolare, “quale strumento di supporto a tutti gli istituti del Sistema museale nazionale, al fine di superare anche le difficoltà emerse dalla rilevazione appena condotta in materia di bigliettazione. Resteranno in capo ai singoli istituti l’organizzazione e la gestione delle attività correlate al controllo dei biglietti, alla rendicontazione contabile e ai versamenti periodici alla Tesoreria di Stato”.

La Direzione Generale Musei fornirà ogni supporto utile per l’adesione alla piattaforma, concordando, “quando necessario, specifiche soluzioni atte a garantire, senza soluzione di continuità, il servizio di biglietteria anche nei casi di transizione dai gestori già presenti”. La circolare fa anche presente “che il prolungato affidamento in gestione di servizi aggiuntivi e/o dei servizi di biglietteria non è coerente con i principi del diritto euro-unitario in materia di contratti pubblici, trasposti nella legislazione nazionale così come evolutasi nel tempo ed in particolare alle disposizioni in materia di rinnovo e proroga dei contratti in essere”. La Direzione Generale invita poi i musei a comunicare entro il 19 maggio 2023 maggiori informazioni “circa la natura del rapporto contrattuale in essere e la procedura posta in essere con la quale è stata individuata l’impresa aggiudicataria, nonché le misure avviate o da avviare per interrompere l’attuale regime di proroga o rinnovo della concessione, secondo le modalità coerenti al quadro normativo vigente”. Non solo: sempre entro il 19 maggio i musei dovranno inviare al concessionario, dice ancora la circolare, “una comunicazione nella quale dovrà essere indicata la data in cui il rapporto concessorio in essere cesserà”. Dovrà poi intercorrere un tempo ragionevole (la circolare dice, per esempio, 90 o al massimo 120 giorni) dalla data in cui verrà inviata la comunicazione al giorno della cessazione della concessione. Durante questo periodo dovranno essere avviate le attività funzionali a garantire senza soluzione di continuità il servizio di biglietteria e i servizi di valorizzazione.

Per quanto riguarda gli affidamenti diretti ad Ales SpA, è prevista “l’applicazione della clausola sociale ex art. 50 Dlgs n. 50/2016 volta a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato”. Infine, la circolare informa che la piattaforma AD Arte sarà collegata al nodo di pagamento pagoPA.

Le probabili conseguenze della circolare

La circolare avvia una riforma sostanziale dei servizi esterni che erano in essere fin dal 1993 con la Legge Ronchey: adesso, dunque, le biglietterie torneranno di competenza interna. Per i visitatori dei musei le cose potranno essere più facili: una sola piattaforma significa un solo posto sul web dove acquistare i biglietti dei musei. E probabilmente ciò vorrà dire anche avere finalmente una profilazione molto dettagliata dei dati di ogni singolo visitatore dei musei.

Ci sono però dei punti da chiarire: intanto, cosa comporterà la rescissione improvvisa di tutti i contratti in essere. Il Ministero della Cultura dovrà pagare delle penali? E nel caso quanto saranno onerose? Si pone poi il problema del personale delle società esterne, spesso assunto a contratto per la durata degli appalti: potrebbero dunque essere assunti direttamente dal Ministero, e nel caso dovrebbero essere indetti nuovi concorsi, oppure il MiC potrebbe avvalersi della società in-house Ales. Non di poco conto sono infatti le ricadute, con i concessionari che di punto in bianco si trovano privati di una parte importante degli introiti. Si parla infatti di un settore che nel 2019 ha generato 242 milioni di euro per tutti i musei statali, gran parte dei quali finiscono nelle casse dei concessionari. Il dato netto viene fornito solo per gli istituti museali autonomi: per dare un’idea, nel 2019 i musei autonomi hanno incassato dalla vendita dei biglietti ben 197,8 milioni di euro, 172 dei quali rimasti allo Stato, mentre 26 sono andati ai concessionari.

C’è poi il tema della formazione: occorrerà infatti del tempo affinché la piattaforma sia rodata e i dipendenti ministeriali imparino a utilizzarla. Nella fase di transizione sarà tutto in capo alle forze già in essere, che in molti istituti sono già ridotte al lumicino, e dunque ci sarà ancora più lavoro per i dipendenti del Ministero? I tempi, in effetti, non sono lunghissimi: la Direzione Generale auspica che tutto si risolva in tre mesi, dandone quattro come tempo massimo per la fine della transizione.

È da rilevare infine che la circolare è stata inviata soltanto agli istituti autonomi. Ci si domanda dunque cosa avverrà per i musei che afferiscono alla Direzioni Regionali, che pesano meno in termini economici (lo s’è visto coi dati sopra: 45 milioni di euro su 242), ma sono la maggior parte in termini assoluti (i musei autonomi sono 44 su 515 in tutto). Le biglietterie dei musei non autonomi continueranno a essere affidate a società esterne o anche per loro si prospetterà il passaggio alla nuova piattaforma AD Arte?

Nell’immagine: la Galleria dell’Accademia di Firenze. Foto: Guido Cozzi

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