Sindaco Appendino, non tocchi la Biblioteca d'Arte di Torino. #savegamBIS


La Biblioteca d'Arte di Torino rischia la chiusura, e gli studenti di storia dell'arte si mobilitano. Noi ci uniamo a loro.

Mantenere in buona salute la cultura equivale a prendersi cura d’un corpo umano: se uno dei suoi organi patisce, a subirne dolorose conseguenze sarà il corpo stesso nella sua interezza. La perdita d’una biblioteca non è dunque solamente un evento spiacevole per i suoi utenti: è una sconfitta per la cittadinanza e per la cultura tutta. E lo stesso vale qualora la biblioteca dovesse esser smembrata o snaturata. È quanto rischia d’accadere a Torino, dove la locale Biblioteca d’Arte, ufficialmente Biblioteca della Fondazione Torino Musei, ma a tutti nota come la “Biblioteca della Gam” (la Galleria Civica d’Arte Moderna alla quale è stata a lungo unita), corre il pericolo d’andar incontro alla dismissione per meri motivi di spending review.

La Fondazione Torino Musei, l’ente che gestisce la Biblioteca, ha subito un drastico taglio dei contributi da parte del Comune, che ha partorito l’idea di cedere a terzi il patrimonio librario dell’istituto. Un patrimonio ingente: 140.000 volumi, CD, DVD, videocassette e nastri, una dotazione di 150 periodici italiani e stranieri in abbonamento, diversi dei quali disponibili anche online. E soprattutto un patrimonio arricchitosi nel corso d’una storia lunga ottant’anni: la Biblioteca nacque infatti negli anni Trenta per sostenere il lavoro di quanti operavano nei Musei Civici di Torino. I libri rischiano dunque d’essere trasferiti in deposito alla Biblioteca Nazionale Universitaria, ma si tratta d’una soluzione che non tiene conto né della storia della Biblioteca, né delle sue esigenze pratiche e particolari: la Biblioteca Nazionale Universitaria e la Biblioteca d’Arte sono due istituti di diversa natura, e il fondo della Biblioteca della Gam, per tale ragione, risulterebbe congelato (parte del patrimonio della Biblioteca della Gam è peraltro cresciuto anche grazie agli scambi: oltretutto, stanti i tagli già inferti in passato, l’istituto risulta impossibilitato a compiere nuove acquisizioni mirate). Senza contare che il personale della Biblioteca vive nell’incertezza, dacché ancora non si prospettano soluzioni sicure per il futuro di quanti adesso lavorano nell’istituto.

La Biblioteca della Gam è una biblioteca fortemente specializzata, che ha continuato ad aggiornarsi per tutta la sua storia, che ha formato generazioni di studiosi, e che è pure sopravvissuta alle distruzioni della seconda guerra mondiale, e rischia ora di non sopravvivere ai tagli dell’attuale amministrazione guidata dal sindaco Chiara Appendino. Crediamo che non sia possibile rinunciare alla storia di un istituto che ha dato e continua a dare lustro alla città solo per risparmiare su affitto dei locali e bollette (in una nota dell’assessore alla cultura Francesca Leon, riportata sul blog del giornalista Gabriele Ferraris, si legge che “il trasferimento della biblioteca consentirebbe alla Fondazione di utilizzare gli spazi così liberati per allestirvi i propri uffici, risparmiando il relativo canone e razionalizzando la logistica”). Un risparmio che, peraltro, varrebbe pochissime migliaia di euro: per gli uffici, risulta che la Fondazione Torino Musei corrisponda un canone annuo di dodicimila euro, più le spese condominiali e il riscaldamento. È necessario che si trovi una soluzione condivisa che scongiuri il rischio di far perdere alla città (e all’Italia, dacché la Biblioteca d’Arte di Torino rappresenta un bene il cui interesse travalica i confini comunali) un istituto tanto prezioso, o di snaturarlo e di non consentirgli di operare nella maniera più consona. Vogliamo pertanto unirci all’appello degli studenti di storia dell’arte di Torino (si può leggere integralmente cliccando qua), che già s’erano mobilitati due anni fa, quando la Biblioteca conobbe una drastica riduzione degli orari d’apertura: all’epoca raccolsero più di mille firme, ottenendo l’appoggio, tra gli altri, di Salvatore Settis, di Massimo Bray e della Fondazione Memofonte. Oggi, gli studenti di storia dell’arte di Torino si domandano se “davvero si dismette uno dei più grandi e strategici centri di ricerca in campo storico artistico del Nord Italia per non pagare l’affitto di uffici amministrativi in centro”.

L’appello continua ribadendo che pare “impossibile immaginare che non esista un’altra soluzione”, che “una città che vuole puntare sulla cultura non chiude l’organo che più di ogni altro permette di produrre sapere” e che “stiamo gettando al vento un bene più prezioso” di quanto non si creda. E si conclude con un’esortazione: “teniamo aperta la biblioteca, per un fatto di coerenza, di visione politica, di strategia culturale”. Ci auguriamo dunque che l’amministrazione comunale possa continuare a garantire la sopravvivenza della Biblioteca d’Arte. Nel frattempo, noi di Finestre sull’Arte condividiamo l’appello degli studenti di Torino ribadendo che una biblioteca è indispensabile per il buon funzionamento della cultura, e che la Biblioteca della Gam di Torino costituisce un’eccellenza da preservare.

Gli studenti di storia dell'arte di Torino in occasione della protesta del 2015
Gli studenti di storia dell’arte di Torino in occasione della protesta del 2015


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Federico Giannini

L'autore di questo articolo: Federico Giannini

Giornalista d'arte, nato a Massa nel 1986, laureato a Pisa nel 2010. Ho fondato Finestre sull'Arte con Ilaria Baratta. Oltre che su queste pagine, scrivo su Art e Dossier e su Left.

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