Val Camonica, una settimana di chiusure per i siti Unesco causa mancanza di personale


In Val Camonica, due importanti siti Unesco, il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e il Parco Archeologico dei Massi di Cenno, sono stati costretti a chiudere per una settimana tutto il pomeriggio a causa di carenza di personale. In piena stagione turistica.

In piena stagione turistica, due importanti parchi archeologici statali della Lombardia rimangono chiusi al pubblico per carenza di personale. Accade infatti che da martedì 11 luglio fino a oggi, sabato 15 luglio, tutti i pomeriggi i visitatori abbiano trovato i cancelli chiusi al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane e Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, entrambi parte del sito UNESCO della Val Camonica (Brescia), ed entrambi siti statali. La chiusura è dovuta alla carenza del personale statale, dipendente dal Ministero della Cultura, in molti siti rimpiazzato dai lavoratori esternalizzati, sempre più importanti per garantire l’apertura e la fruizione dei siti, che lavorano con retribuzioni di 6 euro lordi orari e il cui contratto viene rinnovato ogni anno.

La chiusura di siti così importanti è stata peraltro annunciata con scarsissimo preavviso, quando molti turisti erano già in Val Camonica, e per giunta nell’anno di BresciaBergamo Capitale della Cultura. “Il Parco di Naquane e il Parco dei Massi di Cemmo sono beni pubblici, appartengono a tutti”, afferma una lavoratrice che fa parte del Collettivo 5.37 (il nome si riferisce alla paga, 5,37 euro lordi orari, che ricevono i lavoratori in appalto), a cui afferiscono alcuni dei lavoratori esternalizzati che tengono aperti i due parchi. “La Direzione Regionale e il Ministero è custode di un bene comune, e ha la responsabilità di renderli fruibili, di costruire un rapporto di fiducia e rispetto con l’utenza, ma non solo: anche garantire condizioni di lavoro dignitose a tutti, dipendenti del Ministero e non. La Direzione Regionale è la stessa infatti che ha accettato per il nostro appalto un compenso sotto la soglia di povertà”.

Lo scorrimento della graduatoria dell’ultimo concorso per custodi museali non ha colmato in nessun modo la carenza cronica di personale interno, e anzi, numerose sono state le rinunce per la provincia di Brescia. “Il personale ministeriale”, prosegue la lavoratrice, “è fondamentale per l’apertura di alcuni siti, per gestire la cassa e i cancelli, ma è sempre più carente. Ne deriva che chi lavora in appalto deve sopperire anche a quelle mansioni solitamente riservate al personale statale, diventando indispensabile per la fruizione dei siti, e nonostante questo ricevere compensi miseri. A dicembre abbiamo deciso di non firmare il contratto che ci hanno proposto, i Siti sono rimasti chiusi per una settimana. L’obiettivo era attirare l’attenzione su un problema cruciale, che interessa questi siti da anni. Se si vuole risolvere il problema del precariato si inizi da qui, dando dignità a chi valorizza i musei della Val Camonica in condizioni di crescente disagio e sfruttamento”.

Il contratto applicato ai lavoratori in appalto è quello dei Servizi fiduciari, con una paga, come ricordato sopra, di 5,37 lordi orari, compenso che dà il nome al neonato collettivo formato dal personale esternalizzato della Val Camonica.

“A parità di mansioni”, afferma l’associazione Mi Riconosci, “i dipendenti della ditta di vigilanza percepiscono meno della metà di un dipendente ministeriale, mentre potrebbero e dovrebbero essere inquadrati con il contratto di settore, il Federculture, che anche al livello più basso garantisce uno stipendio dignitoso”.

Val Camonica, una settimana di chiusure per i siti Unesco causa mancanza di personale
Val Camonica, una settimana di chiusure per i siti Unesco causa mancanza di personale


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