Parma, completato il riallestimento della Galleria Nazionale. Aprono le nuove sale


Con il riallestimento dell’Ala Nord Alta e l’apertura della Passerella Farnese, della Galleria del Teatro e del Medagliere Ducale, termina il completamento della nuova Galleria Nazionale di Parma. Ecco le nuove sale.

Dopo sei anni di lavori, con le nuove aree inaugurate quest’oggi può dirsi completo il riallestimento dell’intero percorso espositivo della Galleria Nazionale di Parma, parte integrante del Complesso Monumentale della Pilotta, uno dei quarantaquattro musei autonomi del Ministero della Cultura, all’interno del quale sono stati riuniti istituti che prima erano tra loro slegati e dipendevano dalla soprintendenza (la Galleria Nazionale, la Biblioteca Palatina, il Museo Archeologico, il Museo Bodoniano. Con l’acquisizione dell’autonomia, la Pilotta, sotto la direzione di Simone Verde, è stato oggetto di un progetto complessivo di revisione che segna oggi una tappa importante con l’apertura delle ultime porzioni della Galleria Nazionale che ancora rimanevano da riallestire: la Galleria del Teatro, l’Ala Nord alta, la Passerella Farnese e il Medagliere ducale.

Ci sono poi altre novità: una sala ristoro a cui si accede dalla sala dove è esposto il trionfo da tavola di Damià Campeny, allestita con distributori automatici, in un ambiente che in passato ha svolto le funzioni di deposito (il pubblico vi troverà anche ceramiche del Sette-Ottocento mai esposte prima: tra queste un servizio in stile Wedgwood, per richiamare la funzione dell’ambiente), un blocco di 20 nuovi servizi igienici, una nursery room, e un inedito spettacolo di videomapping della durata di quattro minuti che viene proiettato a cicli di mezz’ora nel Teatro Farnese. Il videomapping ha lo scopo di suggerire, attraverso immagini e suoni, la storia del teatro e l’uso originario della sala, gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il videomapping, un progetto del Complesso Monumentale della Pilotta, promosso dal Ministero della cultura - Direzione Generale dello Spettacolo, ideato da Stefano Gargiulo e Simone Verde, prodotto da Kaos Produzioni e realizzato grazie al sostegno di Cinecittà S.p.A., ricrea e riporta in scena quella macchina dell’illusione teatrale dove alcune delle idee e delle sperimentazioni sceniche del teatro moderno si sono realizzate, evocando l’antica fastosità del decoro, riportando alla memoria una macchina fatta di uomini, corde, carrucole, pezzi di legno, statue, stucchi e decori.

Il nuovo allestimento giunge dopo diverse tappe che hanno ridisegnato completamente l’allestimento precedente, quello pre-riforma che seguiva criteri sostanzialmente storico-artistici e si divideva in un “percorso A” con cui venivano ripercorsi quattro secoli di storia dell’arte, e un percorso “B” (tra la Rocchetta e i saloni ottocenteschi) dedicato al Correggio, al Parmigianino e alla storia dell’Accademia di Belle Arti di Parma. L’allestimento post-riforma assume invece una prospettiva più centrata sulla storia del collezionismo parmense. Le nuove sale sono, per la Galleria Nazionale di Parma, l’epilogo di un percorso cominciato nell’aprile 2018 con l’apertura la Sala del Trionfo (e il conseguente ripensamento dei saloni ottocenteschi), e proseguito nell’aprile 2019 con il riallestimento dell’Ala Nord bassa, nel luglio 2020 con la sezione sul mito del Correggio nell’Ottocento, nell’ottobre 2020 con il completamento dell’Ala Ovest con il nuovo allestimento della Scapiliata di Leonardo da Vinci, e nel luglio 2022 l’apertura delle sale dei fiamminghi.

“Oggi”, dichiara Simone Verde, “una delle più prestigiose collezioni d’arte antica d’Italia viene restituita integralmente al pubblico in tutto il suo splendore. Con l’apertura dell’Ala Nord alta, della Passerella Farnese che ospita il medagliere farnesiano e della Galleria del Teatro giunge a compimento, dopo un intenso lavoro durato sei anni, l’intero percorso espositivo della Galleria Nazionale della Pilotta, che presenta molte opere, finora rimaste nei depositi, e finalmente esposte per la prima volta. I vari interventi s’inseriscono nel solco di una gestione manageriale il più possibile virtuosa per cui la valorizzazione sostiene la tutela, in linea con le imprescindibili indicazioni programmatiche stabilite dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Si tratta di un’operazione che ha coinvolto decine di persone, dai funzionari ai restauratori, dalle istituzioni cittadine agli sponsor, ai vari professionisti che hanno messo a disposizione la loro professionalità per l’ottenimento di un risultato che ci riempie il cuore di orgoglio e di soddisfazione. Il nostro impegno ovviamente non si conclude qui. A breve verrà compiuto un ultimo passo per giungere al completamento del lavoro di riqualificazione del Complesso monumentale che avverrà con l’inaugurazione del nuovo Museo Archeologico, il più antico d’Italia, e il rifacimento del piazzale interno del palazzo”.

Nuovi allestimenti dell'Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell’Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell'Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell’Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell'Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell’Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell'Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell’Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen

Le nuove sale

Dopo aver superato lo scalone monumentale, il pubblico, appena entrato in Galleria, visiterà il Teatro Farnese e si recherà successivamente nella Galleria del Teatro, dove avrà modo di visitare una sezione ideata per restituire significato e comprensibilità alla storia dello stesso Teatro Farnese, capolavoro del 1618 e primo teatro moderno della storia europea, già oggetto di un lungo ed elaborato ciclo d’interventi. La Galleria è stata realizzata nelle aree delle sottogradinate, oggetto di un intervento di musealizzazione. Prima infatti queste aree erano state usate per mostre temporanee: sono stati quindi riutilizzati materiali preesistenti o vetrine progettate per precedenti eventi espositivi, come quelle donate dalla Fondazione Cariparma, e di riunire i documenti afferenti al Museo Archeologico, alla Biblioteca Palatina, alla Galleria e al Teatro Farnese.

Prima ancora, le sottogradinate erano usate come luoghi di passaggio o come magazzini ingombri di beni in disuso, sono stati bonificati, con effetti di miglioramento della sicurezza sul piano della prevenzione degli incendi, e trasformati in aree museali. Nella Galleria del Teatro s’incontrano modelli architettonici afferenti alla storia del teatro, come il Modello del “Balcone del Principe” e dell’ingresso del Teatro Farnese, di manifattura parmigiana del XVIII secolo, o il Modello del Teatro Farnese, della fine del XVIII secolo, in legno policromo, carta e cera, o ancora la statua dell’Alfiere (1618) di Luca Reti, il cui restauro è stato realizzato grazie a un protocollo d’intesa con l’Istituto Centrale per il Restauro.

Particolarmente interessante è l’Interno del Teatro Farnese (1867) di Giovanni Contini che dà conto delle condizioni nel quale versava il teatro a metà Ottocento, quando solo grazie alla strenua opposizione dell’Accademia parmense di Belle Arti ne fu impedito l’abbattimento. Una parte di questa nuova sezione è dedicata alla riscoperta e alla reinvenzione del teatro antico in ambito rinascimentale; un secondo settore, invece, alla serie degli spettacoli e delle festività nuziali organizzate dal 1628 al 1714 nello spazio del Farnese, dove sono confluiti documenti audiovisivi sugli apparati effimeri barocchi delle celebrazioni ducali, derivanti da una mostra organizzata in collaborazione con la Fondazione Cariparma.

Il pubblico prosegue il percorso nell’Ala Ovest, già riallestita in precedenza, che costeggia il Cortile del Guazzatoio ed espone le opere delle scuole regionali del Tre e del Quattrocento (gli emiliani, i veneti, i toscani). Dopo aver attraversato le sale dedicate alla pittura fiamminga si arriva nella nuova Ala Nord Alta, caratterizzata, così come la parte bassa dello stesso ambiente, dai forti interventi museografici di Guido Canali risalenti agli anni Settanta e molto riconoscibili per gli elementi a traliccio che richiamano l’estetica tipica dell’archeologia industriale. Sono state introdotte quinte di altezze non inferiori ai sei metri che ridefiniscono i margini di quello che si può considerare il grande piano soppalcato dell’Ala Nord, ponendosi ai lati delle quinte già esistenti e saturando ampi spazi vuoti sulle grandi nervature a traliccio che definiscono la struttura portante del piano stesso. I nuovi pannelli, realizzati con strutture lignee interne e copertine in mdf ignifugo, sorretti da nuovi tralicci in tubi innocenti oltre a sofisticati sistemi di aggancio affinché risultino staccati da terra in continuità con quanto già presente, definiscono un percorso che si compone di sette sale collegate in unicum definito attraverso nuove cromie. Il percorso trasversale che unisce e collega la sequenza di ambienti ora definiti, si muove nei varchi strutturali dei grandi tralicci metallici che compongono l’ordinata strutturale. Ogni varco che in origine era nudo e spoglio di qualsiasi elemento, è stato ridefinito con la costruzione di un’imbotte che ne definisce i limiti verticali e orizzontali. Oltre alle complete operazioni di preparazione di tutti supporti lignei, esistenti e nuovi, di lisciature, scartavetrature, di nuove tinteggiature sulle ampie specchiature realizzate in pittura di matrice acqua stand ad alta copertura ed eseguite manualmente, è stata rinnovata la precedente pavimentazione, in materiale plastico, con un nuovo pavimento in parquet industriale in essenza Rovere con finitura “smoked”, termostatato in doghe di 8 per 16 cm, posato in lunghezza accostato e parallelo. Infine, in termini di accorgimenti atti alle fasi future e di riallestimento con cambio opere all’interno dell’Ala, in ogni sala è stato definita l’apertura di due pannellature a tutta altezza per mezzo di un meccanismo a scomparsa, consentendo attraverso un argano da posizionare al bisogno di poter movimentare verso il basso o verso l’alto le singole opere, il tutto pensato per agevolare la logistica delle opere stesse su un’area del museo di difficile accesso e logistica.

Quanto alle opere e al suo inserimento nel percorso, l’Ala Nord alta è dedicata agli sviluppi dell’arte emiliana tra il tardo Cinquecento e il primo Seicento, e si configura come area di collegamento tra l’area dei fiamminghi e le sale dell’Ala Nord bassa che sono invece dedicate all’arte del Seicento: dai fiamminghi si sale all’Ala Nord alta per proseguire il percorso e scendere verso l’Ala Nord bassa, e riprendere il cammino verso la Passerella Farnese.

Il percorso comincia con le sale dedicate a Girolamo Mazzola Bedoli (tra le novità del percorso, è da segnalare l’esposizione della grande copia della Madonna della scodella del Correggio, attribuita allo stesso Mazzola Bedoli e proveniente dalla chiesa di San Pietro Martire, che prima si trovava nei depositi) e segue poi con la sala intitolata “L’eredità del Correggio”, dove il pubblico ha modo di osservare le opere di Giovanni Battista Tinti e di Pier Antonio Bernabei, testimonianza del clima artistico di Parma sul finire del Cinquecento, contraddistinto proprio da un nuovo interesse per l’opera del Correggio. Nuovo allestimento anche per la bottega dei Carracci: nelle sale dedicate, i visitatori ammirano i dipinti di Agostino, Annibale e Ludovico Carracci, con un’altra significativa novità. Il Complesso della Pilotta ha infatti ottenuto, per concessione della direttrice della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Maria Luisa Pacelli, le due tele laterali, raffiguranti san Luigi dei Francesi e santa Elisabetta, che affiancavano la pala dell’altare maggiore della chiesa dei Cappuccini di Santa Maria Maddalena di Parma, dipinta da Annibale Carracci. Viene così ricostruito il contesto della pala raffigurante la Pietà con la Vergine e i santi Francesco, Chiara, Giovanni Evangelista e Maddalena, considerata da Andrea Emiliani l’atto d’inizio della pittura barocca. Ai lati del passaggio sulla passerella sono esposti due grandi dipinti appartenenti alla maturità artistica di Ludovico Carracci e realizzati per il Duomo di Piacenza, I funerali della Vergine e Gli Apostoli al sepolcro della Vergine, in cui sono evidenti gli influssi di Michelangelo nel gigantismo delle figure e soluzioni cromatiche ispirate alla pittura veneta.

Si passa poi alla sala dedicata a Bartolomeo Schedoni per poi proseguire con l’ambiente riservato ai pittori caravaggeschi in Emilia: opere di Leonello Spada, Trophime Bigot e Giovanni Lanfranco, che risentono in vari modi delle novità portate da Caravaggio in un momento cruciale per lo sviluppo della pittura religiosa sul territorio. L’ultima sala è dedicata ai pittori emiliani del Seicento, Giovanni Lanfranco, Sisto Badalocchio e Luigi Amidani, la cui formazione è influenzata dagli esiti artistici dei Carracci.

Il progetto dell’Ala Nord alta, affidato allo Studio Bordi Rossi Zarotti di Parma, ha riguardato sia la struttura di questi spazi, oggettivamente difficili, sia gli allestimenti: è stata necessaria una operazione di incremento delle condizioni di sicurezza delle opere con nuovi supporti atti a impedire il contatto tra i dipinti e le pareti di mattoni, oltre che la realizzazione di supporti specifici (è il caso del prezioso Autoritratto di Annibale Carracci, che adesso è stato inserito in una vetrina specifica, mentre prima era montato su una struttura in ferro).

Il percorso di visita prosegue, scendendo al primo piano dell’ala nord, con le sezioni dedicate ai dipinti del Guercino e all’interpretazione offerta da Bartolomé Esteban Murillo dell’Apostolado, genere iconografico diffuso nella pittura spagnola, che consisteva nella rappresentazione dei 12 apostoli con i loro attributi, e al riallestimento dei dipinti di Francesco Del Cairo e Carlo Francesco Nuvolone nella sala dedicata all’arte in Lombardia tra il Sei e il Settecento.

Si prosegue poi nella passerella che sovrasta l’ala ovest, in passato dedicata all’esposizione degli interventi borbonici sull’urbanistica parmigiana, e oggi invece allestita con sezioni tematiche che servono per creare un raccordo cronologico con l’area ottocentesca della Galleria, i saloni della ritrattistica ducale. Quest’area è stata quindi trasformata nella Passerella Farnese, una sezione che narra la storia del ducato e presenta i ritratti dei duchi Farnese in una successione che si completa nel salone con la nuova casa regnante dei Borbone e con l’allestimento del ricco patrimonio di medaglie e monete rinascimentali e di volumi a stampa finora mai esposti. L’intreccio tematico tra la galleria dei ritratti della passerella, le monete antiche e le medaglie permette di affrontare così le modalità di nascita di un genere nuovo al XV secolo: quello del ritratto principesco, debitore dei modelli numismatici antichi. L’intervento, ideato dal direttore Simone Verde, si è avvalso per la sua realizzazione della consulenza scientifica e della collaborazione di Davide Gasparotto, Senior Curator, Department of Paintings del J. Paul Getty Museum di Los Angeles e di Paolo Parmiggiani, storico dell’arte esperto di arte rinascimentale. La numismatica antiquaria è peraltro nata a Parma, città che nel 1523 ha dato i natali a Enea Vico, artista e incisore, nonché studioso e teorico di glittica, l’incisione su pietre preziose, e di numismatica. È proprio nel XV secolo che la medaglia si affermò come forma artistica volta a commemorare i personaggi e i fatti del tempo in un complesso gioco d’immagini e nomi, simboli e iscrizioni celebrative.

Tra le opere di particolare importanza e valore esposte nella Passerella Farnese sono da ricordare le medaglie di Antonio Puccio Pisano, detto il Pisanello, considerato l’ideatore della medaglia moderna, come quella dedicata a condottiero e capitano di ventura Niccolò Piccinino o quella con l’effige di Ludovico III Gonzaga. Riallacciandosi ai modelli numismatici della Roma imperiale, Pisanello definì i caratteri formali ed espressivi di un genere che ha avuto ampia fortuna per cinque secoli. Una sezione è inoltre riservata alla medaglistica della famiglia Farnese, iniziata con il cardinale Alessandro Farnese, in seguito papa Paolo III, e proseguito con i suoi successori. Attraverso le raccolte del Museo Archeologico Nazionale di Parma è ora possibile ripercorrere la genealogia farnesiana, i cui esponenti e fatti storici furono regolarmente celebrati con l’emissione di medaglie realizzate dai maggiori specialisti di questo ambito artistico quali Pastorino de’ Pastorini, Giovanni Vincenzo Melone, Gian Federico Bonzagni, Francesco Mochi, Jacques Jonghelinck, Cesare Fiori, di cui viene presentata la medaglia con il ritratto di Ranuccio II Farnese. Il pubblico, da qui, prosegue la sua visita verso la Rocchetta e i saloni ottocenteschi.

Nuovi allestimenti dell'Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell’Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell'Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell’Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell'Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell’Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell'Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen
Nuovi allestimenti dell’Ala Nord Alta. Foto: Giovanni Hanninen

I restauri

Durante gli ultimi due anni di lavori sono stati portati a termine anche i restauri di diversi dipinti su tela, tra cui il Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria di Girolamo Mazzola Bedoli, che il pubblico trova nella prima sala dell’Ala Nord alta (il restauro è stato condotto dal Laboratorio di restauro Ottorino Nonfarmale srl, grazie al sostegno del Getty Center di Los Angeles in cambio di un prestito di un’opera della Galleria nel 2021), oltre al San Francesco d’Assisi riceve le stigmate e il Trasporto di Cristo al sepolcro di Sisto Badalocchio (che si trovano invece nell’ultima sala dell’Ala Nord), il San Giovannino di Bartolomeo Schedoni e la Salita al calvario del Lanfranco, a cura della funzionaria restauratrice del Complesso della Pilotta, Gisella Pollastro.

Gli interventi hanno riguardato, innanzitutto, il consolidamento e il restauro della materia delle opere, finalizzati a garantire la messa in sicurezza degli strati di preparazione e colore. È stato inoltre necessario intervenire sui supporti tessili, ritensionando le tele e sostituendo i telai non regolabili, che ne hanno favorito la consunzione. Parallelamente al lavoro di restauro conservativo, si è cercato di mettere in evidenza le qualità stilistiche delle opere spesso offuscate dagli spessi strati di vernici alterate nel tempo e da antiche ridipinture arbitrarie. Le operazioni di pulitura hanno avuto pertanto lo scopo di restituire l’aspetto originale dell’opera, mediando scientificamente con l’istanza storica intervenuta successivamente alla produzione del manufatto.

È inoltre partita una grande campagna di restauro e di recupero di numerose cornici in oro, che sono state riaccostate ai dipinti dopo la rimozione dell’antico allestimento (a cura di BRestauro, Restauratori Associati e Roberta Notari restauro).

La Galleria del Teatro. Foto: Giovanni Hanninen
La Galleria del Teatro. Foto: Giovanni Hanninen
La Galleria del Teatro. Foto: Giovanni Hanninen
La Galleria del Teatro. Foto: Giovanni Hanninen
La Sala Ristoro
La Sala Ristoro
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