A CAMERA Torino tre nuove mostre sui grandi maestri della fotografia, da Robert Capa e Gerda Taro a Ugo Mulas


Dal 14 febbraio 2024 saranno visitabili a CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino tre nuove mostre dedicate ai grandi maestri della fotografia internazionale, da Robert Capa e Gerda Taro a Ugo Mulas, a Michele Pellegrino. 

Dal 14 febbraio CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino dà il via al suo programma espositivo 2024 con tre nuove mostre dedicate ai grandi maestri della fotografia internazionale, da Robert Capa e Gerda Taro a Ugo Mulas, a Michele Pellegrino. Dalle immagini della guerra civile spagnola alla Milano del boom economico, passando per i paesaggi romantici di un Piemonte rurale: questi i grandi temi delle tre esposizioni.

La mostra Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi, visitabile dal 14 febbraio al 2 giugno 2024, racconta attraverso 120 fotografie circa, il rapporto professionale e sentimentale fra Robert Capa (Budapest, 1913 – Thai Binh, 1954) e Gerda Taro (Stoccarda, 1910 – Brunete, 1937), tragicamente interrotto dalla morte della fotografa in Spagna. Fuggita dalla Germania nazista lei, emigrato dall’Ungheria lui, Gerta Pohorylle ed Endre, francesizzato André Friedmann, si incontrano a Parigi nel 1934, stringendo un sodalizio artistico e sentimentale che li porta a frequentare i cafè del Quartiere Latino ma anche a impegnarsi nella fotografia e nella lotta politica. Per cercare di allettare gli editori di una Parigi in fermento, Gerta inventa il personaggio di Robert Capa, un ricco e famoso fotografo americano arrivato da poco nel continente, alter ego con il quale André si identificherà per il resto della sua vita. Anche lei cambia nome e assume quello di Gerda Taro. L’anno decisivo per entrambi è il 1936: in agosto si muovono verso la Spagna per documentare la guerra civile spagnola; il mese dopo Capa realizzerà lo scatto del Miliziano colpito a morte, mentre Gerda Taro scatta la sua fotografia più iconica: una miliziana in addestramento, pistola puntata e scarpe con i tacchi, con un punto di vista inedito della guerra fatta e rappresentata da donne. I due fotografi realizzano numerosi altri scatti che testimoniano sia la guerra che la vita quotidiana dei soldati, delle soldatesse e della popolazione coinvolta nel conflitto.

Le fotografie della coppia vengono pubblicate sui principali giornali dell’epoca, assicurando loro grande fama e molte richieste di lavoro. Tra il 1936 e il 1937 i due documentano gli scioperi a Parigi, le elezioni del 1937 in Spagna e il Convegno Internazionale degli Scrittori Antifascisti a Valencia, ritraendo figure di spicco come André Malraux e Ilya Ehrenburg. Tuttavia, durante la battaglia di Brunete in Spagna il 24 luglio del 1937, Gerda Taro viene tragicamente investita da un carro armato e muore, mettendo fine alla vita della prima reporter di guerra. L’anno successivo, Robert Capa realizza il celebre volume Death in the Making, dedicato alla compagna, nel quale si trovano molte delle immagini visibili in mostra, di entrambi i fotografi. La mostra racconta quindi la straordinaria storia di Gerda Taro e Robert Capa, documentando la loro intensa esperienza di fotografia, guerra e amore. In esposizione ci sono le fotografie di entrambi, insieme alla riproduzione di alcuni provini della famosa valigia messicana contenente 4.500 negativi scattati in Spagna da Robert Capa e Gerda Taro e dal loro amico David Seymour. L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore con testi dei curatori. 

A partire sempre dal 14 febbraio al 14 aprile 2024 sarà allestita nella Project Room di CAMERA la rassegna Ugo Mulas / I graffiti di Saul Steinberg a Milano, a cura di Archivio Ugo Mulas e Walter Guadagnini. Nel 1961 Saul Steinberg realizza una straordinaria decorazione a graffito dell’atrio della Palazzina Mayer a Milano, su commissione dello Studio BBPR che ne seguiva la ristrutturazione. A lavoro compiuto, Steinberg chiede a un giovane Ugo Mulas il compito di testimoniare l’opera. Nel 1997 la palazzina è stata nuovamente ristrutturata, e i graffiti distrutti: oggi, di quello splendido intervento rimangono solo le fotografie di Ugo Mulas, in grado di restituire insieme il documento dell’opera e la sua interpretazione. La mostra intende raccontare quella vicenda, riproponendo in scala l’intera decorazione a partire dalle fotografie di Mulas.

La terza esposizione, dal titolo Michele Pellegrino. Fotografie 1967-2023, è visitabile dal 14 febbraio al 14 aprile 2024. Organizzata da CAMERA e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo con la curatela di Barbara Bergaglio e un testo di Mario Calabresi, la mostra espone oltre cinquanta immagini del fotografo Michele Pellegrino (Chiusa Pesio, 1934). L’esposizione offre una breve antologica del suo percorso creativo del fotografo, che spazia tra montagne, ritualità, volti e momenti della vita contadina. Inoltre, viene presentata una selezione digitale frutto della catalogazione e digitalizzazione compiute da CAMERA sull’archivio del fotografo, acquisito dalla Fondazione CRC nell’ambito del progetto Donare. L’esposizione è completata da una lettura di quattro fotografie paesaggistiche inserite nell’Atlante artistico botanico della flora e del paesaggio del Nord Italia, una ricerca condotta presso l’Università di Udine dalla dottoranda Alessia Venditti con la supervisione dei docenti Alessandro Del Puppo e Valentino Casolo, finanziata dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus.

Accanto alle esposizioni temporanee, La Manica Lunga del Centro ospita l’esposizione permanente La storia della fotografia nelle tue mani, che intende offrire una lunga timeline accessibile a tutti, inclusi non vedenti e ipovedenti, con testi, immagini e materiale video.

Immagine: Fred Stein, Gerda Taro and Robert Capa Cafe de Dome, Paris 1936 © Estate Fred Stein. Courtesy International Center of Photography

A CAMERA Torino tre nuove mostre sui grandi maestri della fotografia, da Robert Capa e Gerda Taro a Ugo Mulas
A CAMERA Torino tre nuove mostre sui grandi maestri della fotografia, da Robert Capa e Gerda Taro a Ugo Mulas


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