Morandi, Bartolini, Viviani e Janich: i quattro incisori amati da Sciascia in mostra in Romagna


Alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Longiano (Forlì-Cesena) apre il 14 giugno una mostra dedicata ai quattro incisori prediletti da Leonardo Sciascia: 90 opere tra collezioni private e fondi della Fondazione Balestra. In esposizione anche una selezione della collezione permanente.

Longiano in Emilia Romagna, ospita per la prima volta in Italia una mostra dedicata ai quattro incisori più amati da Leonardo Sciascia (Racalmuto, 1921 – Palermo, 1989). L’esposizione, intitolata L’acquaforte per Leonardo Sciascia, sarà inaugurata sabato 14 giugno 2025 alle ore 18.00 presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della Fondazione Tito Balestra Onlus, all’interno del Castello malatestiano della cittadina romagnola. Il progetto espositivo, curato da Flaminio Balestra, raccoglie complessivamente 90 opere tra collezioni private e fondi della stessa Fondazione, e resterà aperto fino al 17 agosto 2025. L’evento prende le mosse dalla cartella Les Automates, pubblicata da Sellerio Editore nel 1974, che includeva quattro incisioni di Edo Janich e un testo dello scrittore siciliano. A partire da quella pubblicazione, Sciascia indicò più volte, in occasioni diverse, i nomi di Giorgio Morandi, Luigi Bartolini, GiuseppeViviani ed Edo Janich come punti di riferimento nell’arte incisoria contemporanea. È da tali suggestioni che nasce l’idea della mostra, che punta a restituire uno sguardo d’insieme sull’opera di questi quattro artisti, già presenti anche nella collezione permanente della Fondazione Tito Balestra.

“Tra le diverse espressioni dell’arte figurativa, l’acquaforte è quella che più si accosta all’espressione letteraria e che è più atta a rivelare l’uomo spontaneo”. E ancora, “un’arte profonda e pericolosa, piena d’insidie e che rivela i difetti di uno spirito tanto chiaramente quanto le sue qualità”.

“Per come Baudelaire intendeva, per come noi l’intendiamo (ma augurandoci che si ritorni ad essere in pochi a mordere lo stesso frutto), oggi sono pochissimi gli incisori veri”, dichiara Sciascia. “Scomparsi Bartolini, Morandi, Viviani, in Italia bastano le dita di una mano a contarli: e magari fermandoci al quarto che è certamente il giovane Janich”.

Edo Janich, Teatrino (1974)
Edo Janich, Teatrino (1974)
Giorgio Morandi, Natura morta a grandi segni (1931)
Giorgio Morandi, Natura morta a grandi segni (1931)

L’esposizione si distingue per l’originalità dell’approccio curatoriale. Flaminio Balestra, in collaborazione con i collezionisti Paolo Bassano, Alberto Marcelletti e Luciana Bartolini, oltre allo stesso Edo Janich, ha selezionato 60 opere, 15 per ciascun artista, che illustrano una parte rilevante del percorso incisorio di ognuno. Alle opere temporaneamente esposte si aggiunge la sezione permanente della collezione donata da Anna Balestra, dove si trovano ulteriori testimonianze della produzione grafica degli stessi autori: sette acqueforti di Morandi datate tra il 1921 e il 1956, diciotto incisioni di Bartolini realizzate tra il 1926 e il 1962, una linoleografia di Viviani del 1937, oltre ad alcune opere donate recentemente da Janich, datate dal 1974 al 2023. Le opere selezionate offrono una panoramica estesa sulle ricerche grafiche e poetiche dei quattro artisti. Di Giorgio Morandi, figura centrale nell’incisione italiana del Novecento, vengono presentati lavori eseguiti tra il 1924 e il 1961, nei quali si coglie un profondo sentimento dell’esistenza, espresso attraverso una sapiente economia di mezzi formali.

Luigi Bartolini, attivo tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, è rappresentato da una serie di soggetti naturalistici, spesso ambientati in contesti rurali, che testimoniano il suo interesse per il paesaggio e la quotidianità. Giuseppe Viviani, in mostra con opere realizzate tra il 1933 e il 1958, restituisce invece atmosfere sospese, filtrate da una sensibilità poetica incline alla malinconia e all’introspezione.

Chiude il percorso Edo Janich, autore di una produzione estesa tra il 1972 e il 1999, in cui la dimensione onirica e l’attenzione al dettaglio si fondono in un linguaggio incisorio raffinato e riconoscibile. Janich, il cui rapporto con Sciascia si concretizzò nella già citata cartella Les Automates, è l’unico tra i quattro artisti ancora vivente e ha contribuito attivamente alla realizzazione della mostra, anche attraverso recenti donazioni alla Fondazione. Accanto alla mostra, è prevista la pubblicazione di un catalogo che raccoglie testi critici di Giuseppe Appella e Rolando Bellini. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Tito Balestra Onlus con il contributo della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, del Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Longiano e di Romagna Iniziative. Ha inoltre ottenuto il patrocinio della Fondazione Leonardo Sciascia e della casa editrice Sellerio.

Giuseppe Viviani, Il mentaio (1961)
Giuseppe Viviani, Il mentaio (1961)
Luigi Bartolini, Pesci e Stella di Mare (1930)
Luigi Bartolini, Pesci e Stella di Mare (1930)

La mostra sarà visitabile dal martedì alla domenica, compresi i festivi, con orari differenti per i mesi estivi: dal 14 giugno al 31 luglio l’apertura sarà dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 19:00; nel mese di agosto, dalle 16:00 alle 20:00. L’ingresso consentirà anche l’accesso alla collezione permanente della Fondazione, offrendo così al pubblico un’occasione per confrontare le opere temporaneamente esposte con quelle appartenenti al fondo stabile.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraL’acquaforte per Leonardo Sciascia
CittàLongiano
SedeGalleria d’Arte Moderna e Contemporanea della Fondazione Tito Balestra Onlus
DateDal 14/06/2025 al 17/08/2025
ArtistiArtisti vari
CuratoriFlaminio Balestra
TemiArte contemporanea

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