Monferrato, cosa vedere: 10 luoghi da non perdere


Cosa vedere nel Monferrato: 10 luoghi da non perdere tra borghi, castelli, storia e vino.

Un antico marchesato, terra di arte, vini, antiche leggende, grandi scrittori: è il Monferrato, il territorio del Piemonte che corrisponde, all’incirca, alle attuali province di Asti e Alessandria, estendendosi dalle colline confinanti con la Liguria fino alle pianure del vercellese. Diviso tra Basso Monferrato, Alto Monferrato e Monferrato astigiano, è la terra dove nasce il Barbera, la terra che un tempo fu governata dai Paleologi, la stirpe degli imperatori bizantini che s’imparentò con gli Aleramici, ovvero i marchesi precedenti, e resse le sorti del marchesato per più di duecento anni. Ed è la terra che diede i natali a Vittorio Alfieri. È lui che possiamo considerare il nume tutelare del Monferrato. Proprio dalla sua figura può partire il viaggio. Se è vero che la memoria è un esercizio necessario, è altrettanto vero che talvolta rischia di produrre effetti strani e spiazzanti come per il grande drammaturgo, che scrisse: “Nella città d’Asti in Piemonte, il dì 17 di gennaio dell’anno 1749, io nacqui di nobili, agiati, ed onesti parenti”. I capricci della memoria, fin dall’inizio della sua “vita”, diventano terreno scivoloso producendo pericolosi cortocircuiti e manipolano il passato poiché Alfieri si ritrova a sbagliare proprio il giorno della sua nascita che non fu il 17 di gennaio, bensì il 16 gennaio 1749. Alfieri utilizza la memoria per ripercorrere tutto ciò che è stato organizzando un filtraggio selettivo e mettendo in prospettiva, con il senno del poi, tutto ciò che avvenne in precedenza. Il drammaturgo produce un’immagine di sé statuaria, in cui la solitudine gioca da riflesso nella difficoltà a rapportarsi con gli altri, in una personalissima condizione di solitudine subita, scelta e rivendicata. Ed è proprio da questa straziante, ma ricercata solitudine che inizieremo il nostro viaggio nei 10 luoghi da vedere nel Monferrato, partendo proprio dalla Asti di Vittorio Alfieri.

1. Asti

Il padre del drammaturgo Vittorio Alfieri morì quando il piccolo aveva solamente un anno e tale mancanza caratterizzò tutta la sua esistenza, che in Asti trova i ricordi più vividi dell’infanzia come la formazione di un carattere orgogliosamente malinconico e solitario e l’intensissimo legame con la sorella Giulia. Nella sua “Vita”, Alfieri racconta di come la sorella verrà trasferita da un monastero all’altro, partendo da quello di Sant’Anastasio e arrivando a quello di Santa Croce dove “La Giulietta cresceva in codesto monastero in Asti, ancor più ineducata di me”. Il primo, quello di Sant’Anastasio, è oggi un polo culturale caratterizzato per la sua duplice realtà di sito archeologico e di sede museale, costituito dalla cripta e dai resti della chiesa romanica di Sant’Anastasio che sorgeva in una posizione piuttosto centrale,  con colonne e capitelli di recupero di età romana e altomedievale. Siti decisamente importanti sono anche la Cattedrale di Asti, realizzata nel corso di settecento anni e che, oggi, presenta tutte quelle anomalie e particolarità tipiche di una cantiere che si è protratto a lungo e la torre Troiana che si affaccia su piazza dei Medici.

Asti
Asti. Foto: Visit Asti

2. San Martino Alfieri

Nell’Alto Monferrato, su un lungo crinale che segue la sponda sinistra del Tanaro, si apre il paese di San Martino Alfieri che prende nome proprio dalla sua chiesa e dalla nobile famiglia astigiana. Nel 1615, per ordine del duca di Savoia, il feudo passò agli Alfieri che contribuì in grandissima parte a restituire un’importante eredità storica e soprattutto vitivinicola con le cantine storiche in cui vengono prodotti vini eleganti e senza tempo. Ma a dominare sulla collina è il castello realizzato tra il 1696 e il 1721, poi reinventato in stile barocco nel corso dell’Ottocento dall’architetto Ernesto Melano primo architetto di Carlo Alberto di Savoia e infine trasformato nel 1815 dal marchese Carlo Emanuele Alfieri che incaricò l’architetto e paesaggista Xavier Kurten di trasformare il giardino formale in un parco romantico all’inglese. Sul cortile interno, infatti, si affaccia l’elegantissima e sognante Orangerie, che ospita i busti dei più illustri ospiti del castello.

San Martino Alfieri
Il Castello di San Martino Alfieri. Foto: Piemonte Film Commission

3. Casale Monferrato

Anche la città di Casale Monferrato è famosa per la sua maestosa fortezza risalente al XII secolo che fu rinforzata alla morte del marchese Paleologo, assumendo la forma esagonale che si ammira tuttora. Successivamente il castello svolse la funzione di sede di corte nella quale, spesso, vi soggiornavano i duchi di Mantova invitati dai Savoia, ma il grande e fiorente successo lo incontrò durante il principato del duca Carlo Gonzaga-Nevers che diede una notevole spinta alla vita mondana e culturale della zona. Purtroppo, però, con la crisi gonzaghesca il castello di Casale Monferrato subì un lento, ma inarrestabile declino e dal 1708 venne utilizzato come caserma. Tappa interessante a Casale Monferrato è anche la Sinagoga edificata nel 1595 e che nei secoli ha subito innumerevoli ampliamenti e ristrutturazioni. Esternamente appare spoglia poiché, fino allo Statuto Albertino, agli ebrei non era concesso inserire alcuna decorazione in facciata, ma non appena il viaggiatore varca il portone d’ingresso viene ferocemente inondato da ori, stucchi e iscrizioni.

Casale Monferrato
Casale Monferrato, piazza Mazzini. Foto: Davide Papalini

4. Il Museo Bersano delle Contadinerie e delle Stampe sul Vino a Nizza Monferrato

Famosa per lo più per i suoi vigneti e i vini estremamente pregiati, la cittadina di Nizza Monferrato non è solo capitale del Barbera, ma da sempre un fondamentale snodo commerciale grazie alla posizione strategica rispetto alle province di Asti e Alessandria. Tra i suoi vicoli sono numerosissime le testimonianze legate alla cultura contadina come attesta, per esempio, il Museo delle Contadinerie e delle Stampe Antiche Bersano che venne fortemente voluto dal vignaiolo Arturo Bersano, per poter raccogliere tutte le testimonianze sofferte e talvolta emozionanti della cultura enoico-contadina. Questo spazio, comunemente riconosciuto anche come “Museo del saper fare” racconta con passione la storia del vino e dell’evoluzione del pensiero, degli attrezzi e delle varie tecniche utilizzate nel tempo. Al suo interno si potrà ammirare la ricostruzione di una cantina tradizionale in pietra e una foltissima raccolta di documenti, disegni, dipinti riguardanti il mondo del vino degli ultimi quattro secoli, editti, etichette, menù e mappe.

Il Museo Bersano delle Contadinerie e delle Stampe sul Vino a Nizza Monferrato
Il Museo Bersano delle Contadinerie e delle Stampe sul Vino a Nizza Monferrato

5. Il Sacro Monte di Crea

Situato su una collina panoramica, si trova il Sacro Monte di Crea, un complesso di cappelle e santuari e meta importante di pellegrinaggi. Venne fondato nel 1589 su iniziativa del priore lateranense del Santuario della Madonna Assunta, Costantino Massimo, che propose di costruire un itinerario ispirato al Sacro monte di Varallo in cui i pellegrini potessero pregare, meditare e rinnovare la propria devozione. Purtroppo anch’esso, nel corso del tempo, venne lentamente dimenticato fino a quando, tra il 1796 e il 1801, le incursioni delle truppe rivoluzionarie francesi contribuirono alla definitiva rovina di alcune strutture, statue e affreschi. Fortunatamente, però, nel 1820 una comunità di frati francescani, divenuti responsabili del Santuario, avviarono una campagna di restauro supportata anche dal vescovato di Milano che durò fino agli anni Venti del Novecento.

Il Sacro Monte di Crea
Cappella del Paradiso al Sacro Monte di Crea

6. Il Castello di Uviglie

Secondo alcuni, il nome del Castello di Uviglie deriverebbe dalla voce latina ovilia (plurale di ovile) proprio per la primitiva organizzazione pastorale tipica della zona, mentre altri sostengono che il nome derivi dal romano Avilius, il quale lasciò molte tracce in questa zona. Ciò che è certo è che il nome fece la sua primissima apparizione in un documento del novembre 1271, oggi conservato nell’archivio capitolare di Casale Monferrato. Il castello venne edificato intorno al 1322, anno in cui venne redatto un certificato in cui il Marchese di Monferrato Teodoro I,  concedeva alla famiglia Pocaparte la licenza “Hedificandi Castrum Ivilie”. A questo stesso periodo risale la costruzione della torre rotonda e del muraglione che sorregge il giardino pensile che, con i suoi  56.000 mq di area verde, è stato inserito tra i “Giardini storici di interesse botanico” della Regione Piemonte. Al di sotto delle sale dell’ala nobile si trovano, invece, le magniloquenti cantine storiche simili a cattedrali sotterranee che ospitano gli infernot: delle particolari strutture scavate nel tufo tipiche del territorio monferrino.

Il Castello di Uviglie
Il Castello di Uviglie

7. Acqui Terme

Conosciuta per le sue acque termali e le antiche terme romane, Acqui Terme ha un nome che deriva da quello che i romani diedero alla città fondata attorno alle sorgenti termali nel II secolo a.C. Grazie alle ricerche archeologiche si è scoperto come Acqui fosse una città monumentale, con diversi impianti termali, un teatro e un anfiteatro, un acquedotto e innumerevoli empori commerciali, delineando un profilo che fu confermato anche da Plinio che le annovera tra le migliori terme dell’impero. Durante il IV secolo una grossa crisi colpisce Acqui, che riuscì timidamente a sopravvivere grazie alla presenza di vescovi autorevoli, anche se alla fine del VI secolo venne conquistata dai Longobardi, assieme ad altre città del Piemonte. Le sue amatissime terme però, non cessarono mai di essere utilizzate. Nel centro cittadino, a pochi passi dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta, si trova la Bollente: un’edicola marmorea a pianta ottagonale realizzata dall’architetto Giovanni Ceruti nel 1879, che era notissima già in epoca romana come fonte termale e che sgorga ancora oggi a 75° C.

Acqui Terme
Acqui Terme, piazza Italia. Foto: Comune di Acqui Terme

8. Moncalvo

Nel cuore del Monferrato, immersa fra gli infiniti vigneti, si trova una delle più piccole città d’Italia che domina dall’alto le colline circostanti offrendo al viaggiatore scorci suggestivi. I primi documenti risalgono al 1270 quando, probabilmente, Teodoro I Paleologo fece costruire il suo castello che doveva essere una delle principali residenze dei marchesi del Monferrato. Nel corso del Cinquecento, gli importanti interventi edilizi quali le sontuose fortificazioni, fecero diventare la città uno dei maggiori centri strategici di tutto il Monferrato. La piccolissima città, oltre a raccontare storie di tempi passati ad ogni angolo, ospita anche il Museo Civico in cui sono esposte opere di Guttuso, Chagall, Morandi, Modigliani e altri grandi artisti del Novecento.

Moncalvo
Moncalvo. Foto: Comune di Moncalvo

9. Il Castello di Cereseto

Sebbene possa sembrare molto antico e ottimamente conservato grazie a un destino propizio, il Castello di Cereseto, così come lo ammiriamo attualmente venne ricostruito dalle fondamenta di un edificio preesistente nel 1912 e i suoi lavori vennero protratti per dieci anni. Il progetto fu fortemente desiderato da un ricco mecenate e industriale, Riccardo Gualino, che decise di erigere tale struttura al di sopra dell’originale castello medievale raso al suolo intorno al 1600. Gualino, fortemente innamorato del progetto e spinto da una grandissima passione, decise di non lasciare niente al caso e collezionò mobili di inestimabile pregio provenienti da tutta Italia e all’estero, per arricchire la sua sontuosissima nuova dimora. Il suo interno, purtroppo non ancora visitabile, conta 153 stanze e tra le sue mura ha visto passare opere di artisti importantissimi quali Botticelli e Van Dyck.

Il Castello di Cereseto
Il Castello di Cereseto. Foto: FAI Fondo Ambiente Italiano

10. Il Castello di Gabiano

Decisamente più antico è invece il Castello di Gabiano che fu già citato da fonti storiche a partire dal VIII secolo. Teatro di assedi e guerre, ha visto susseguirsi i Montiglio, i Gonzaga, fino ad arrivare al duca Ferdinando di Mantova che nel 1622 donò il castello ad Agostino Durazzo Pallavicini concedendogli il titolo di Marchese di Gabiano. Purtroppo il restauro ottocentesco cancellerà il suo aspetto originario di fortificazione turrita, per dare spazio a una visione più dolce ed edulcorata, ma fortunatamente dal 1907 sarà oggetto di un attentissimo intervento di restauro commissionato dai due proprietari Giacomo Durazzo Pallavicini e Matilde Giustiniani. Cuore pulsante del rigido e austero palazzo è il sinuoso labirinto progettato negli anni Trenta del Novecento dall’architetto Lamberto Cusani che richiama il concetto di selva medievale, anche se  manipolata e controllata dell’uomo.

Il Castello di Gabiano
Il Castello di Gabiano. Foto: Castello di Gabiano

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