Nel quartiere servile della villa di Civita Giuliana, indagata scientificamente sin dal 2017 quando fu strappata agli scavatori clandestini grazie a un accordo tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, è stato scoperto un ambiente, conservato in maniera eccezionale come gli altri due riemersi nello stesso settore con i letti degli schiavi, dove è stato possibile realizzare i calchi di mobili e altri oggetti di materiali deperibili, quali legno, tessuti, corde.
L’ambiente contiene un letto, ma anche attrezzi di lavoro e quello che sembra essere un telaio, forse di un altro letto, smontato: si riconoscono inoltre ceste, una lunga corda, pezzi di legno e una sega con lama, che sembra non tanto diversa dalle seghe tradizionali usate fino a poco tempo fa. Individuato persino un pezzo della corda, sempre come impronta nel sottosuolo, che la teneva sotto tensione.
L’attuale finanziamento dello scavo volge verso il suo termine, ma il Parco insieme alla Procura ha annunciato di voler proseguire le indagini, attingendo al finanziamento di una campagna di scavi previsto nella Legge di Bilancio dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Anche perché i punti da chiarire a Civita Giuliana sono ancora tanti, non solo a livello scientifico, ma anche in termini giuridici.
“Le continue scoperte sugli usi e costumi della vita quotidiana degli antichi romani rese possibili dalle indagini scientifiche nella villa di Civita Giuliana nei pressi del Parco archeologico di Pompei ci rafforzano nella convinzione di proseguire a finanziare le attività di scavo”, ha dichiarato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “I nuovi ambienti recentemente rinvenuti e resi noti oggi danno preziosa testimonianza del passato di una grande civiltà e rendono onore alla professionalità della ricerca archeologica che a Pompei è tornata più attiva che mai. Ringrazio la Procura di Torre Annunziata per la collaborazione prestata, che ha permesso di preservare la Villa di Civita Giuliana dall’attività criminale dei trafficanti d’arte e di intraprendere un percorso di ricerca capace di questi importanti risultati”.
“La scommessa degli ultimi anni di puntare nuovamente sulle campagne di scavo archeologico si sta rivelando vincente. La collaborazione ormai pluriennale con la Procura della Repubblica di Torre Annunziata continua a produrre i suoi frutti, non solo nella lotta per la legalità, ma anche in termini di arricchimento delle conoscenze: basti pensare al rinvenimento straordinario del carro della sposa, in questa stessa area, nel 2019. Cruciali in questo senso la costante attenzione del Ministero in ottica di finanziamenti dedicati, la consolidata cooperazione istituzionale e il circolo virtuoso che collega scavi, studi e ricerca a tutela e valorizzazione del sito”, ha proseguito il Direttore generale Musei Massimo Osanna.
“Si tratta di un esempio virtuoso di sinergia tra il Ministero della Cultura, il Parco e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata”, ha sottolineato il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel. “Un’operazione di grande valore scientifico ma anche culturale. Vogliamo sviluppare questo luogo eccezionale facendolo diventare un luogo accessibile per tutti, un nodo nella rete della Grande Pompei, tra la città antica, le ville e i poli museali di Boscoreale, Oplonti e Stabia. Lo stanziamento nel Bilancio dello Stato per nuovi scavi a Pompei e in altri parchi nazionali voluto dal Ministro Sangiuliano ci aiuterà a continuare questa affascinante impresa archeologica”.
“Si tratta dell’ennesimo, eccezionale ritrovamento nel sito archeologico di Civita Giuliana, frutto della collaborazione sinergica tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei, in attuazione del protocollo sottoscritto dai due Enti che, coniugando le ricerche archeologiche con le attività investigative, si è rivelato un formidabile strumento per il contrasto alle attività clandestine di scavo e la restituzione alla collettività di reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e culturale”, ha concluso il Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso. “È fondamentale che gli scavi archeologici a Civita Giuliana continuino, in quanto, sulla scorta di recenti acquisizioni info-investigative, vi è fondato motivo di ritenere che, proseguendo nelle ricerche, possano essere rinvenuti ulteriori, importanti, reperti già intenzionati dai tombaroli ma non depredati da questi ultimi”.
Pompei, nella villa di Civita Giuliana scoperto grazie ai calchi un ambiente forse destinato a un carpentiere |