Il Regno Unito blocca l'esportazione della Crocifissione del Beato Angelico


Il Regno Unito ha bloccato l’esportazione della Crocifissione, capolavoro del Beato Angelico venduto in asta a luglio a 5 milioni di sterline. Si cercano adesso potenziali acquirenti sul suolo britannico per non fare uscire il dipinto dai confini nazionali.

Il Regno Unito ha bloccato l’esportazione della rara Crocifissione giovanile del Beato Angelico, capolavoro scoperto e pubblicato sul Burlington Magazine nel 1996 da Francis Russell, e andato in asta quest’estate da Sotheby’s, dove l’opera è stata aggiudicata per 5 milioni di sterline (5,8 milioni di euro) partendo da una stima di 4-6 milioni. La tavola giovanile è stata definita da Angelo Tartuferi, uno dei massimi esperti dell’artista rinascimentale, un “capolavoro assoluto e indiscutibile della fase giovanile di Fra Angelico, tuttavia non appartenente al ristretto nucleo delle opere di esordio”. L’opera si distingue per i suoi colori luminosi e la composizione raffinata: datata all’inizio degli anni Venti del Quattrocento, la Crocifissione mostra come il Beato Angelico si pose all’interno di quell’intenso periodo di innovazione creativa che caratterizzò la Firenze del primo Quattrocento, quando gli artisti stavano sviluppando nuove forme espressive.

Il blocco all’esportazione, a seguito della richiesta della licenza da parte del soggetto che ha acquistato l’opera da Sotheby’s, è stato posto dal ministro britannico delle Arti e del Patrimonio, Stephen Parkinson, poiché l’opera rischia di uscire dal Regno Unito a meno che non si trovi un soggetto britannico che sia interessato all’acquisto. La decisione del Ministro segue il parere della Commissione di revisione sull’esportazione di opere d’arte e di oggetti di interesse culturale (RCEWA). “Questa bellissima opera di una figura così importante del primo Rinascimento”, ha dichiarato Lord Parkinson, “rappresenta un momento chiave nella storia della pittura europea. È nel Regno Unito da due secoli e spero che un acquirente nazionale si faccia avanti in modo che possa rimanere qui per essere studiato e ammirato per le generazioni a venire”.

Beato Angelico, Crocifissione con la Vergine, san Giovanni e la Maddalena (1419-1424 circa; tempera e oro su tavola, 59,7 x 34,2 cm)
Beato Angelico, Crocifissione con la Vergine, san Giovanni e la Maddalena (1419-1424 circa; tempera e oro su tavola, 59,7 x 34,2 cm)

Eseguito a tempera su tavola di legno, il dipinto conserva la cornice originale ed è in Gran Bretagna dall’inizio del XIX secolo. La prima proprietaria nota è Lady Ashburton, che ricevette in eredità l’opera dal marito, William Bingham Baring, secondo Lord Ashburton (probabilmente acquistò l’opera sul mercato italiano). La Crocifissione passò poi alla figlia di Lady Ashburton (che dovette tenere l’opera o nella sua casa di Londra o nella residenza di Melchett Court nell’Hampshire), Mary Florence Baring, moglie di William Compton, e da lei al loro secondo figlio, Lord Spencer Compton (1893-1915): da quest’ultimo l’opera è arrivata per discendenza fino ai proprietari che l’hanno messa all’asta la scorsa estate.

Il dipinto costituirebbe, fanno sapere le autorità britanniche, un’importante aggiunta alla collezione pubblica del Regno Unito. La RCEWA ha formulato la sua raccomandazione sulla base del fatto che il dipinto soddisfaceva il secondo e il terzo criterio di Waverley. I criteri di Waverley sono parametri che nel Regno Unito vengono utilizzati per capire se un oggetto dovrebbe essere considerato un tesoro nazionale e se la sua partenza dal territorio nazionale potrebbe essere una mancanza per la collettività. Il primo criterio deve stabilire se l’opera è strettamente legata alla storia della nazione. Il secondo se l’opera è di eccezionale importanza estetica. Il terzo se è eccezionale per lo studio di alcuni particolari ambiti dell’arte o della storia. La Crocifissione del Beato Angelico è stata ritenuta di eccezionale importanza estetica e di eccezionale significato per lo studio dello sviluppo della pittura in Italia nel primo Rinascimento.

Cosa succede dunque adesso a seguito del blocco? La decisione sulla richiesta della licenza di esportazione, richiesta come detto dall’acquirente che si è aggiudicato l’opera da Sotheby’s, è rinviata al 7 aprile 2024. Passata questa data, gli attuali proprietari dell’opera avranno un periodo di 15 giorni per considerare eventuali offerte per l’acquisto, che superino il prezzo consigliato di 5.001.000 sterline, più l’IVA di 180.200 sterline. Al termine di questo primo periodo, ne comincerà un secondo, della durata di sei mesi, che seguirà la firma di un contratto di opzione: il secondo termine di differimento servirà per consentire a soggetti pubblici di formulare le loro offerte dopo un eventuale accordo con un potenziale nuovo acquirente. Il ministro potrà prendere in considerazione anche le offerte di enti pubblici inferiori al prezzo raccomandato attraverso la procedura di vendita a trattativa privata. Tali acquisti offrono spesso sostanziali vantaggi finanziari a un’istituzione pubblica che desidera acquisire l’oggetto.

Christopher Baker, membro della RCEWA, afferma: “Il Beato Angelico fu uno dei grandi innovatori nell’evoluzione dell’arte fiorentina del primo Quattrocento. Questo dipinto devozionale molto commovente, con le sue delicate armonie di colori e figure espressive profondamente considerate, dimostra il potere duraturo della sua opera. Si tratta di una straordinaria rarità che ci aiuta a comprendere un periodo formativo nella carriera dell’artista e nello sviluppo della pittura rinascimentale italiana più in generale. Il suo fascino va ben oltre tali studi a causa della sua bellezza numinosa”.


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