È durato meno di ventiquattro ore il nuovo murale La Soluzione Finale della street artist Laika, apparso a Roma nella notte tra il 25 e il 26 maggio (qui per leggere il precedente articolo). L’opera raffigurava un bacio tra Adolf Hitler e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ed era stata incollata su un muro adiacente al liceo Manara, nel quartiere Trastevere. A darne notizia della sua rimozione è stata la stessa artista, attraverso una foto pubblicata sui suoi canali social, accompagnata da una fotografia del muro ormai spoglio e da un breve commento “Hanno ricevuto il messaggio”.
L’opera, realizzata con la tecnica degli stickers, una modalità che consente l’affissione rapida su superfici urbane, metteva in scena un’immagine di forte impatto simbolico: l’intenzione era infatti quella di paragonare le stragi programmate dal regime nazista guidato da Hitler a quelle che, secondo Laika, starebbero avvenendo oggi a Gaza sotto la direzione del governo israeliano.
“Non abbiamo imparato nulla dal passato. La fine di Gaza coinciderà anche con la nostra fine in termini di democrazia e di difesa dei diritti umani”, ha dichiarato l’artista.
Non è la prima volta che opere di Laika vengono rimosse o distrutte dopo poche ore dalla loro apparizione. Solo un mese fa, il 28 aprile, un altro suo intervento artistico era stato oggetto di vandalismo. In quel caso, l’opera era stata creata per il 25 aprile e rappresentava due donne, una partigiana del 1945 e una donna contemporanea, poste in parallelo per suggerire una continuità ideale tra la Resistenza italiana e le lotte di oggi. Anche quel murale venne strappato poche ore dopo l’affissione.
Al suo posto, sempre sullo stesso muro, vennero applicati alcuni adesivi con la scritta: “La gloria di Israele non cadrà”. Il murale con il bacio tra Hitler e Netanyahu ha suscitato reazioni contrastanti sul web, come spesso accade con le opere di Laika. Se da una parte l’immagine è stata interpretata come una provocazione diretta contro l’attuale governo israeliano, dall’altra ha sollevato interrogativi sul confine tra libertà espressiva e incitamento all’odio, specialmente in un momento in cui il conflitto in Medio Oriente è al centro del dibattito pubblico internazionale. Tuttavia, l’artista non ha rilasciato dichiarazioni aggiuntive oltre al commento pubblicato sui social. Laika, da parte sua, ha scelto quindi di non intervenire con dichiarazioni formali, lasciando che l’azione artistica e la sua rimozione parlino autonomamente.