Chiusura di Capodimonte, tutti contro Bellenger: “chiuso per assembramenti? Una scusa”


Tutti contro Sylvain Bellenger per la chiusura del Bosco di Capodimonte: si infiamma lo scontro attorno al parco napoletano.

Ai napoletani non è andata giù la chiusura del Bosco di Capodimonte, che dopo appena cinque giorni di riapertura è di nuovo inaccessibile. Le motivazioni ufficiali sono due: le “troppe infrazioni” (secondo una nota inviata dalla direzione, troppi visitatori si sarebbero riuniti negli ormai famigerati “assembramenti”) e il mancato accordo con le parti sociali per la vigilanza privata. Questo sarebbe quanto ha portato il direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger, a chiudere il parco, il più grande della città.

Non tutti però sono dello stesso avviso. Dai commenti sui social si legge che, in realtà, i frequentatori del Bosco di Capodimonte sono stati per la stragrande maggioranza ligi alle regole, indossando le mascherine (che in Campania sono obbligatorie anche all’aperto), mantenendo le dovute distanze fisiche, ed evitando di creare gruppi. Tanto che, ieri, davanti ai cancelli del Bosco, è stato organizzato un flash mob di protesta dall’associazione Zero81 - Laboratorio di mutuo soccorso, secondo la quale Bellenger “ha deciso di chiudere anche il parco di Capodimonte utilizzando come scusa il comportamento non rispettoso che avrebbero avuto alcuni cittadini”. Il ruolo del direttore, ha spiegato l’associazione, “è di garantire che il parco pubblico sia fruibile alla città, non possiamo essere ostaggio di pochi sprovveduti. Napoli ha dato grande prova di responsabilità, tant’è che la curva dei contagi è sempre stata sotto controllo e ha sempre continuato a scendere in questi giorni”.

A farsi sentire è stato anche il sindaco del capoluogo campano, Luigi De Magistris, che ha dichiarato che “la chiusura del Bosco di Capodimonte è un atto gravissimo. Un parco di 120 ettari, con spazi enormi, il più grande d’Italia. La mancanza di coraggio sta corrodendo il Paese. La chiusura del parco va contro le disposizioni a tutela della salute che auspicano l’aumento degli spazi pubblici in cui le persone si possono muovere”. Il primo cittadino ha poi chiesto a Bellenger di “riaprire immediatamente il bosco di Capodimonte al fine di non procurare un danno alla salute per gli abitanti di Napoli”.

Ancora più dura la consigliera comunale Laura Bismuto, che accusa la direzione di Capodimonte di incapacità: “inaccettabile la chiusura del Bosco di Capodimonte. Migliaia di persone stamattina chiedono il motivo di questa decisione. Perché non si usano i contapersone ai varchi? Perché non si studia un ingresso su prenotazione? Ma veramente pensiamo che si possa gestire uno spazio pubblico così, aprendolo e chiudendo a piacimento? Siamo all’anarchia? Governo e Regione dicono spazi aperti. Si parla di continuo di cura dei bambini e dei giovani. La vita riparte in tutte le sue attività, tra poco riprenderanno anche i voli internazionali, e poi si chiude lo spazio verde più grande della città? Così, solo per incapacità a gestire i flussi? Io davvero resto sconcertata”.

Pare che però il vero problema non sia la disciplina dei visitatori del Bosco. È quanto sembra leggendo la nota congiunta dei sindacati Funzione Pubblica Cgil, Cisl Funzione Pubblica, Uilpa, Confintesa, Confal-Unsa, Flp e Usb: la chiusura sarebbe dovuta al fatto che Bellenger voleva avvalersi di vigilanti privati, trovando però l’opposizione dei sindacati, secondo i quali occorreva verificare se fosse possibile riaprire col personale ministeriale. I sindacati, in una nota, scrivono che esisteva un “accordo sottoscritto i il 15 maggio scorso con il quale erano state stabilite le misure di sicurezza da adottare e constatate le risorse umane ministeriali disponibili avrebbe permesso l’apertura nei fine settimana e la possibilità di verificare l’efficacia delle misure previste per integrarle quando fosse necessario. L’amministrazione ha unilateralmente stabilito la chiusura del Parco senza valutare le innumerevoli proposte delle organizzazioni sindacali e RSU fatte nella successiva riunione del 22. Siamo rammaricati, l’amministrazione è sorda agli inviti alla riflessione, i cittadini di Napoli non meritano di essere privati dei loro tesori”.

Bellenger però non ci sta, e in un’intervista di ieri a Repubblica è arrivato a definire la chiusura del Bosco “un atto di coraggio”, in quanto sarebbe stata la decisione più difficile della sua direzione. E ha fornito la sua versisone, dicendo di aver accettato la prima proposta dei sindacati: dentro solo custodi e alle porte vigilanti privati. Dopodiché, ha detto il direttore, “ ci siamo resi conto che non funzionava: la maggioranza del pubblico rispetta le regole, una minoranza lo fa se richiamata, e poi c’è chi pensa che il coronavirus non esiste e non vuole limitazioni. Di fronte a questa realtà abbiamo valutato servisse maggiore controllo all’interno e abbiamo proposto il piano con 30 persone, compresa la vigilanza privata. Il sindacato ha detto no a questo, e ha ipotizzato invece di limitare gli accessi e fare controlli con termoscanner alle porte, facendo entrare piccoli gruppi di volta in volta”. Una soluzione però ritenuta inidonea in quanto avrebbe creato “assembramenti alle porte” e non avrebbe risolto il problema del controllo dentro il Bosco. E alle accusa della Cisl Fp, secondo cui Bellenger avrebbe messo in atto un “tentativo subdolo di privatizzare la vigilanza”, il direttore risponde che il problema della mancanza di personale esiste da almeno quindici o vent’anni e che non è possibile aspettare i concorsi: “io non parteggio per il privato, io devo tenere aperto il sito al pubblico”, ha dichiarato.

Quando ci sarà dunque la riapertura del parco? Bellenger ha detto che le porte saranno di nuovo spalancate in settimana. E ha dato la sua parola.

Nella foto: il Museo Nazionale di Capodimonte. Ph. Credit Alessio Cuccaro

Chiusura di Capodimonte, tutti contro Bellenger: “chiuso per assembramenti? Una scusa”
Chiusura di Capodimonte, tutti contro Bellenger: “chiuso per assembramenti? Una scusa”


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