Ad Arezzo una mostra indaga i rapporti tra Afro e i grandi maestri del passato


La Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo ospita dal 2 giugno al 22 ottobre 2023 la mostra "Afro. Dalla meditazione su Piero della Francesca all’Informale", indagando i rapporti tra Afro, la pittura classico-rinascimentale e i grandi maestri del passato.

Dal 2 giugno al 22 ottobre 2023 la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo ospita la mostra Afro. Dalla meditazione su Piero della Francesca all’Informale, a cura di Marco Pierini, con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi e organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo con il Comune di Arezzo, in collaborazione con la Fondazione Archivio Afro e Magonza.

“Dimentica i pieni, cioè le figure, e osserva la perfezione delle forme dei vuoti. Impara a leggere i quadri antichi prescindendo dalla figura e imparerai a trovare gli stessi valori nei quadri moderni che all’apparenza non hanno un rapporto naturalistico”, aveva dichiarato Afro Basaldella davanti alle opere di Piero della Francesca in un’intervista raccolta da Valeria Gramiccia.

Partendo proprio da questa dichiarazione, l’esposizione intende indagare i rapporti tra Afro, la pittura classico-rinascimentale e i grandi maestri del passato, focalizzandosi soprattutto sulla tematica della pittura murale, che nella produzione di Afro occupa una posizione privilegiata ma costituisce per molti aspetti ancora una ricerca inedita sull’artista.

Gli spazi della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, adiacenti la Chiesa di San Francesco, dove è custodito il celebre ciclo delle Storie della Vera Croce di Piero della Francesca, costituendo quindi la prima tappa e la premessa alla mostra di Afro, proporranno un percorso di lavori appartenenti a una delle stagioni più interessanti dell’arte di Afro, che si riteneva un “pittore classico” e che, nel superamento del confine tra astrazione e figurazione, rielaborò il tonalismo veneto, la luminosità e le trasparenze del Tiepolo, i volumi del Mantegna, la spazialità e l’impassibile razionalità pittorica di Piero della Francesca.

“La mostra di Afro Basaldella, uno dei protagonisti del ’900 internazionale, si collega idealmente con la grande storia della città, accanto alla Cappella Bacci di Piero della Francesca”, ha dichiarato il Sindaco e Presidente della Fondazione Guido di Arezzo, Alessandro Ghinelli. “La mostra, che espone alcune opere inedite e di grande valore nella ricerca dell’artista friulano, sarà ospitata nella Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, oggetto per l’occasione di importanti lavori di restauro architettonico e funzionale, che riaprirà al pubblico con una veste nuova, contemporanea, al pari delle migliori istituzioni culturali italiane”.

Muovendosi attraverso nuclei originali di ricerca, il percorso espositivo inizia con i primi disegni di Afro, appartenenti agli inizi degli anni Trenta, e ispirati a Rubens, El Greco, Velázquez, e con le sue pitture d’esordio, tra queste il Cristo morto da Mantegna, una delle opere provenienti da Casa Cavazzini di Udine (che conserva inoltre un importante ciclo di affreschi di Afro).

Particolarmente scenografica è la sezione in mostra che approfondisce l’intervento di Afro per i lavori dell’Eur a Roma, anche attraverso video, documenti, fotografie e riviste. Tra i prestiti dell’Archivio Centrale dello Stato e di Eur S.p.A. i grandi cartoni preparatori (di altezza 6 metri ciascuno), che rappresentano le Scienze e le Arti, insieme al prezioso bozzetto preparatorio per Le attività umane e sociali, risalgono la genesi dell’opera che era stata progettata dall’artista per il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi del complesso architettonico dell’E42 di Roma. I cartoni preparatori in mostra, grazie al contributo di Magonza, con la Galleria dello Scudo di Verona, sono stati oggetto di restauro.

Di rilievo internazionale la presenza inoltre dei dipinti, tra cui il Ciclo delle Stagioni, che arrivano, dal Comune di Rodi, e che saranno esposti per la prima volta in assoluto, grazie anche all’intercessione dell’Ambasciata d’Italia ad Atene. Afro si recò nell’isola di Rodi con Cesare Brandi nel 1938 e lì realizzò due cicli decorativi tematicamente differenti ma stilisticamente affini, presso la Villa del Profeta e il Grande Albergo delle Rose. Una profonda ricerca d’archivio, insieme alla stretta collaborazione internazionale tra il Comune di Arezzo, gli organizzatori e il Comune di Rodi, il Museum of Modern Greek Art di Atene e l’Ambasciata hanno reso possibile rintracciare le opere di Afro e mostrarle per questa occasione.

Il passaggio al linguaggio astratto e informale di Afro è testimoniato dalla Fondazione Archivio Afro che, attraverso il prestito di opere, bozzetti e documenti provenienti da Parigi, consentirà anche di ricostruire nella parte finale della mostra la vicenda legata alla realizzazione del grande murales dipinto da Afro per la sede dell’UNESCO nella capitale francese nel 1958, il quale sancisce, in relazione alle altre opere in esposizione, una nuova stagione della ricerca artistica del pittore, che si svilupperà tra gli anni Cinquanta e Settanta, e che è rappresentata nei più grandi musei del mondo (MoMA, Guggenheim di New York, Pompidou di Parigi, solo per citarne alcuni), recentemente oggetto di un approfondimento specifico nella mostra Afro 1950-70. Dall’Italia all’America e ritorno, a cura di Elisabetta Barisoni ed Edith Devaney, a Venezia a Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna, in collaborazione con Magonza.

In occasione dell’inaugurazione, giovedì 1 giugno alle ore 18 si terrà alla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo una conferenza di presentazione della mostra alla presenza del sindaco Alessandro Ghinelli, del direttore della Fondazione Guido d’Arezzo Lorenzo Cinatti, del curatore Marco Pierini, del coordinatore scientifico Alessandro Sarteanesi, della Fondazione Archivio Afro e di Magonza, oltre che dai rappresentanti del Comune di Rodi e i prestatori, Archivio Centrale dello Stato, Casa Cavazzini, Eur S.p.A, Galleria dello Scudo.

Accompagna la mostra, un volume in doppia edizione (italiano e inglese), edito da Magonza, e curato da Marco Pierini e Alessandro Sarteanesi, con contributi di William Cortès Casarrubios, Vania Gransinigh, Francesco Innamorati, Luca Nicoletti, Marco Pierini, e un ricco apparato fotografico realizzato da Michele Alberto Sereni che documenterà l’allestimento della mostra. Il volume sarà presentato ad Arezzo il 24 giugno.

Per info: https://www.fondazioneguidodarezzo.com/

Orari: Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì dalle 11 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20. Chiuso il martedì.

Immagine: Afro, Per il giardino della speranza (1958; tecnica mista su carta, 50,6 x 66,8 cm; collezione privata). Su concessione di Fondazione Archivio Afro.

“Dimentica i pieni, cioè le figure, e osserva la perfezione delle forme dei vuoti. Impara a leggere i quadri antichi prescindendo dalla figura e imparerai a trovare gli stessi valori nei quadri moderni che all’apparenza non hanno un rapporto naturalistico”, aveva dichiarato Afro Basaldella davanti alle opere di Piero della Francesca in un’intervista raccolta da Valeria Gramiccia.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraAfro. Dalla meditazione su Piero della Francesca all'Informale
CittàArezzo
SedeGalleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea
DateDal 02/06/2023 al 22/10/2023
ArtistiAfro Basaldella
CuratoriMarco Pierini
TemiNovecento, Arte antica, Informale

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