I Pittori della realtà arrivano in mostra anche ad Asiago


Il Museo Le Carceri di Asiago ospita fino al 1° ottobre 2023 la mostra "I Pittori della realtà. Tra antico e moderno" che rilegge una particolare stagione dell’arte italiana del dopoguerra attraverso oltre settanta opere pittoriche. 

Dal 28 giugno al 1° ottobre 2023 il Museo Le Carceri di Asiago ospita la mostra I Pittori della realtà. Tra antico e moderno, a cura di Vittorio Sgarbi con Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, promossa dal Comune di Asiago e Asiago Turismo, in collaborazione con il Mart di Rovereto. L’organizzazione è affidata a Maggioli Cultura.

L’esposizione intende rileggere una particolare stagione dell’arte italiana del dopoguerra attraverso oltre settanta opere pittoriche, riportando l’attenzione sui Pittori moderni della realtà, un gruppo di artisti che esordì nel 1947 scagliandosi contro gli esiti del modernismo per difendere e recuperare la grande tradizione pittorica da Caravaggio alla pittura spagnola e fiamminga. Il gruppo è rappresentato integralmente in mostra: vi sono infatti opere di Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni, Xavier e Antonio Bueno, insieme con Alfredo Serri, Giovanni Acci e Carlo Guarnieri che si aggiunsero successivamente al gruppo.

La rassegna è completata da due capolavori di Giorgio de Chirico, padre della metafisica che consolidò rapporti di stima con tutti e quattro i “Pittori moderni della realtà”. Vengono inoltre presentate, a confronto con i moderni, opere di artisti antichi, prevalentemente del Seicento e del Settecento, alimentati dalla temperie caravaggesca prima e barocca poi, fonte di ispirazione e modello dei quattro firmatari del manifesto.

“Una festa. È stata l’ultima festa della pittura italiana. I Pittori moderni della realtà, con un bellicoso manifesto programmatico, affrontarono la questione stabilendo un fronte di ‘resistenza’. Estetica ed etica, prima che politica”, ha spiegato Vittorio Sgarbi. “Aderirono con convinzione, partecipando alle cinque mostre in cui si consumò la loro esperienza comunitaria, tra 1947 e 1949. La loro ispirazione era Caravaggio, il valore della composizione e quel ’ritorno al mestiere’ teorizzato da Giorgio de Chirico”.

Ciò che accomuna i Pittori moderni della realtà è il desiderio di una rinascita della pittura che corrisponde a una parallela rinascita dell’umanità dopo la distruzione, le privazioni e la sofferenza del recente conflitto mondiale. Nel manifesto che accompagna la prima mostra nel 1947 si legge: “Noi ricreiamo l’arte dell’illusione della realtà, eterno e antichissimo seme delle arti figurative. Noi non ci prestiamo ad alcun ritorno, noi continuiamo semplicemente a svolgere la missione della vera pittura. [...] Ben prima di incontrarci, ognuno di noi aveva sentito profondamente il bisogno di ricercare nella natura il filo conduttore che ci permettesse di ritrovare noi stessi nel labirinto delle scuole che si sono moltiplicate nell’ultimo mezzo secolo”.

La mostra di Asiago permette di approfondire le ricerche sulle carriere dei singoli artisti e di ricostruirne la significativa parabola nella storia dell’arte italiana del XX secolo. I Pittori moderni della realtà si scagliarono duramente contro le decadenti espressioni artistiche di molti contemporanei. A questi linguaggi contrapposero una rievocazione di antichi e più alti modelli stilistici, provenienti dal passato. Nonostante dichiarassero intenti di fratellanza, universalità e neutralità, al di là delle asserzioni relative a un’arte alla portata di tutti, i Pittori tradirono un atteggiamento polemico che sembrava disapprovare almeno mezzo secolo di pittura, e che faticava a trovare corrispondenza teorica nel contesto socio-culturale dell’epoca. Il mondo dell’arte marginalizzò e respinse duramente le loro istanze, non totalmente comprese e considerate radicali.

Il percorso espositivo si suddivide in sei sezioni. La prima sezione è dedicata a Pietro Annigoni, che orienta la propria ricerca sul primato del disegno secondo il modello della scuola toscana, con una personale sfida con gli artisti del passato. L’opera più rappresentativa in mostra, oltre a una magnifica Tempesta del 1939, è la copia autografa del Ritratto della regina Elisabetta II realizzata con il suo allievo Romano Stefanelli. La seconda sezione approfondisce invece Gregorio Sciltian. L’artista di origine russa giunge in Italia all’inizio degli anni Venti ed esordisce con una personale alla Casa d’Arte Bragaglia di Roma (1925) presentata in catalogo da Roberto Longhi. Il critico riconosce nella sua pittura echi caravaggeschi e una minuziosa resa dei dettagli che ricorda quella delle nature morte fiamminghe e spagnole: riferimenti importanti per il giovane artista che aveva ammirato la Madonna del Rosario di Caravaggio già durante i suoi studi a Vienna, dopo aver lasciato la Russia in seguito alla Rivoluzione d’ottobre. Sciltian si inserisce in quel processo di riscoperta della pittura caravaggesca iniziato nel 1922 con la Mostra della pittura italiana del Seicento e Settecento, allestita a Palazzo Pitti a Firenze. Le sue nature morte si fanno, nel corso del tempo, sempre più affollate di oggetti e ricche di dettagli, con un effetto trompe-l’oeil che realizza “l’illusione di realtà” perseguita dall’artista.

Si passa poi alla sezione sui fratelli Bueno, che giungono a Firenze nel gennaio del 1940 per un viaggio di studio e vi rimangono a causa dell’entrata in guerra dell’Italia. Il talento e la padronanza delle tecniche pittoriche dei due fratelli spagnoli non passano inosservati e presto il loro lavoro viene apprezzato da Gregorio Sciltian e da Giorgio de Chirico. La quarta sezione è I Pittori moderni della realtà 1947-1949. Nella loro breve avventura confluiscono le ricerche dei quattro firmatari del Manifesto che accompagna la loro prima mostra. La quinta, Atmosfere metafisiche: il rapporto con Giorgio de Chirico, approfondisce la relazione dei pittori moderni della realtà con Giorgio de Chirico, il padre della metafisica, del quale si trovano in mostra due opere. La sesta sezione, Nuove realtà. Le tentazioni della modernità, esplora i diversi e autonomi percorsi estetici intrapresi dagli artisti, con esiti tra loro distanti e diversificati, tutti di straordinaria qualità. All’interno delle sezioni vengono presentate, a confronto con i moderni, opere di artisti antichi, prevalentemente del Seicento e del Settecento, alimentati dalla temperie caravaggesca prima e barocca poi, assunti a fonte di ispirazione e modello dei quattro firmatari del manifesto, portatori del desiderio di una rinascita della pittura che corrisponde a una parallela rinascita dell’umanità dopo la distruzione, le privazioni e la sofferenza del recente conflitto mondiale. Tra questi artisti, il cosiddetto Maestro di Hartford, Giuseppe Recco, altre due opere di straordinaria fattura, da Zeri inizialmente date a Caravaggio, ora attribuite al cosiddetto Pensionante del Saraceni, provenienti da una collezione privata, e Carlo Magini con opere dalla collezione della Fondazione della Cassa di Risparmio di Fano.

Orari: Tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19; sabato fino alle 21.30.

Immagine: Antonio Bueno, Nudo con fiori (1947; olio su tavola telata; Fiesole, Collezione eredi Antonio Bueno)

I Pittori della realtà arrivano in mostra anche ad Asiago
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