Una struttura circolare che si staglia su una collina della Maremma, con dodici altalene rivolte verso l’orizzonte: si intitola La dodicesima altalena l’opera site-specific di Francesco Arena, inaugurata sabato 28 giugno alle ore 18.30 negli spazi di Terre di Sacra, a Capalbio Scalo (Grosseto). Il progetto rientra nel programma 2025 di Hypermaremma, piattaforma che da anni promuove interventi artistici contemporanei nel territorio della Maremma toscana.
L’installazione si presenta come una grande opera collettiva. Le dodici altalene formano un cerchio sospeso nel paesaggio naturale, un dispositivo che richiama tanto l’infanzia quanto le pratiche concettuali dell’arte contemporanea. L’opera, nella sua dimensione ludica e interattiva, chiede di essere agita, attivata. Il visitatore, per comprenderla, deve usarla. È nel movimento oscillatorio del corpo che prende forma anche un movimento del pensiero, stimolato da un ambiente che fonde materia, paesaggio e riflessione.
Realizzate presso la Fonderia Artistica Battaglia di Milano, tra le più antiche fonderie europee ancora attive nella produzione di arte contemporanea, le altalene sono state fuse in bronzo. Undici di esse recano ciascuna un’incisione: frasi che assumono la forma di enunciati di verità. Si tratta di sentenze elaborate dallo stesso Arena o tratte da testi di figure storiche rilevanti. La scelta del bronzo, materia per eccellenza della monumentalità, contribuisce a dare a tali frasi un’aura di assolutezza, come se fossero scolpite nella memoria collettiva. Ma l’equilibrio tra stabilità e certezza viene messo in crisi da una sola, cruciale eccezione: la dodicesima altalena. A differenza delle altre, non presenta alcuna incisione. È muta. Una presenza che, proprio attraverso la sua mancanza, introduce una nota di dubbio, una fessura nell’impianto apparentemente saldo delle altre undici. In questo corto circuito tra affermazione e sospensione, Arena suggerisce una riflessione più ampia sulla natura della verità e sul valore della sua messa in discussione.
L’opera dunque si configura come una struttura in equilibrio instabile, che mette in scena una tensione costante tra affermazione e relativizzazione, tra concetto e corpo, tra gravità e leggerezza. Il fruitore, nel dondolio, diventa parte attiva dell’opera, esperisce la materia e il pensiero in un unico gesto.
Il progetto, prodotto da Hypermaremma ha lo scopo quindi di valorizzare il territorio maremmano attraverso interventi artistici che siano al tempo stesso radicati nel paesaggio e capaci di attivare nuove letture del presente. Fondamentale, nella realizzazione dell’opera, è stato il contributo di soggetti pubblici e privati: dalla Regione Toscana, che ha sostenuto il progetto nell’ambito dell’iniziativa ToscanaInContemporanea – GiovaniSì 2025, alla Fonderia Artistica Battaglia, punto di riferimento nella realizzazione scultorea in bronzo; da Mar.Sid. a Terre di Sacra, passando per la Galleria Raffaella Cortese di Milano.
Francesco Arena, nato in Puglia nel 1978, vive e lavora nella sua regione d’origine. La sua ricerca si esprime attraverso sculture e installazioni che elaborano e reinterpretano l’eredità formale e concettuale di movimenti artistici degli anni Sessanta, come la Minimal art americana e l’Arte povera italiana. Tali linguaggi vengono riletti dall’artista alla luce delle proprie esperienze biografiche e intellettuali, secondo un metodo che lui stesso ha definito come una stratificazione di immagini e intenzioni.
Al centro della sua pratica si trovano temi legati alla storia contemporanea, esplorata nelle sue ricadute collettive ma anche nelle sue connessioni con il vissuto personale, proprio o altrui. Una cifra distintiva del suo lavoro è l’uso del numero e della misurazione come strumenti oggettivi per osservare e raccontare eventi politici e storici. Questi elementi, lungi dal mitizzare il passato, diventano dispositivi capaci di suscitare interrogativi e stimolare lo sguardo critico del pubblico.
Sue opere pubbliche permanenti sono presenti presso il Parco Archeologico del Colosseo, la Khao Yai Art Forest e la città di Parabita. Arena ha inoltre esposto in numerose istituzioni internazionali tra cui la Bangkok Art Biennale, il Walker Art Center di Minneapolis, il Metropolitan Museum of Manila, il MAXXI di Roma, il Museo Madre di Napoli, la LV Biennale di Venezia, il CaixaForum di Barcellona, il Kunstmuseum St. Gallen, Unlimited di Art Basel, la Fondazione Merz e la Triennale di Milano. Ha inoltre collaborato con il Castello di Rivoli, il FRAC Champagne-Ardenne di Reims, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione del Roscio, Sprovieri a Londra, la Galleria Raffaella Cortese e la Fonderia Artistica Battaglia di Milano, fino al Bar Cremona.