A Milano, dal 27 maggio al 13 settembre 2025, negli spazi della Dep Art Gallery, approda una nuova esposizione dedicata ad Alberto Biasi (Padova, 1937) una delle figure più rappresentative dell’arte ottico-dinamica internazionale. Intitolata Alberto Biasi. Politipi, la mostra, curata da Federico Sardella e realizzata in collaborazione con l’Archivio Alberto Biasi, è la quarta monografica che la galleria dedica all’artista padovano, nato nel 1937 e protagonista sin dagli anni Sessanta di una ricerca radicale sulla percezione, sul movimento e sull’interazione tra luce, spazio e colore.
Fulcro dell’esposizione è la serie dei Politipi, un corpus di lavori che Biasi ha sviluppato a partire dalla fine degli anni Sessanta e che costituisce uno dei momenti più alti e innovativi della sua produzione artistica. Queste opere, come suggerisce il termine stesso — che rimanda all’idea di molteplicità, accorpamento e interazione — sono strutture tridimensionali in cui si sovrappongono elementi diversi per creare effetti ottici di profondità, dinamismo e vibrazione cromatica. Si tratta di opere che sfidano i confini tradizionali della pittura e della scultura, sviluppandosi in uno spazio ibrido, a metà tra l’oggetto e il quadro, tra rilievo e installazione.
“L’arte non è solo una questione di forma, ma anche di energia e di movimento”, afferma lo stesso Biasi, e nei Politipi questa idea si traduce in un’esperienza sensoriale che coinvolge attivamente lo spettatore. L’interazione visiva è centrale: i lavori mutano a seconda del punto di osservazione, invitando l’occhio a cogliere la variazione e la metamorfosi continua della forma. Ogni passaggio di luce, ogni movimento del corpo davanti all’opera genera nuove percezioni, ridefinendo di continuo il confine tra il visibile e l’intuibile.
Le opere in mostra testimoniano la straordinaria coerenza e, al tempo stesso, l’evoluzione della poetica di Biasi. Dai primi esperimenti degli anni Cinquanta fino agli sviluppi più maturi dei decenni successivi, l’artista non ha mai smesso di interrogarsi sulle possibilità di ampliare l’esperienza estetica oltre la bidimensionalità della tela. Nei Politipi, tale esigenza si concretizza in un equilibrio rigoroso tra struttura e pittoricità. Sebbene si tratti di opere oggettuali, costruite attraverso l’assemblaggio di materiali industriali come il PVC, la pittura è presente in maniera evidente, contribuendo a creare superfici che vibrano di luce, di riflessi, di colore.
È proprio l’uso del PVC — plastico, flessibile, industriale — a permettere a Biasi di sperimentare una gamma ampia di effetti visivi. Le lamelle del materiale vengono manipolate, torsionate, disposte in sequenze che rompono la loro regolarità verticale, e così facendo trasformano la superficie dell’opera in un campo dinamico, attraversato da tensioni luminose. A questa base strutturale si unisce l’intervento pittorico, che non è mai accessorio, ma che agisce in perfetta sinergia con la materia, generando cangianti configurazioni cromatiche.
Il titolo stesso della serie assume un valore simbolico e semantico. In ambito tipografico o informatico, il termine “politipo” si riferisce all’unione di più caratteri con finalità percettive. Analogamente, nelle opere di Biasi questa unione si traduce in un gioco sofisticato di accorpamenti, sovrapposizioni e fusioni tra materiali, tecniche e linguaggi, che mirano a produrre una nuova forma espressiva, capace di fondere la razionalità del progetto con la sensualità della percezione.
La mostra è anche l’occasione per presentare un volume bilingue, italiano e inglese, realizzato in collaborazione con l’artista. Il catalogo raccoglie tutte le opere esposte e include un lungo e approfondito dialogo tra Alberto Biasi e il curatore Federico Sardella, tenuto nello studio dell’artista a Padova nell’aprile del 2025.
Per tutte le informazioni, potete visitare il sito ufficiale di Dep Art Gallery.
Titolo mostra | Alberto Biasi. Politipi | Città | Milano | Sede | Dep Art Gallery | Date | Dal 26/05/2025 al 13/09/2025 | Artisti | Alberto Biasi | Curatori | Federico Sardella | Temi | Arte contemporanea |