Gli Uffizi avranno un ristorante. Sarà ospitato nel salone delle Reali Poste appena restaurato


Agli Uffizi termina il restauro del salone delle Reali Poste: ospiterà il ristorante del museo, che dunque avrà un punto ristoro come tutti i grandi musei europei. C’è un però: non sarà aperto a tutti, ma si potrà entrare solo col biglietto del museo.

Agli Uffizi termina, dopo un intervento durato tre anni e mezzo e partito nel 2018, il restauro degli ambienti ottocenteschi delle Reali Poste, che ospiteranno un ristorante dedicato alla cucina italiana e una pasticceria. A breve verrà pubblicato il bando per affidare il nuovo servizio, che fa parte del progetto Nuovi Uffizi.

Il lavoro è stato portato avanti dalla squadra di architetti e specialisti della Soprintendenza e delle Gallerie e nel giro di alcuni mesi accoglierà, come detto, un ristorante con menù interamente dedicato alla cucina toscana e italiana, praticata ai massimi livelli: i piatti toscani costituiranno il cuore della proposta, ma saranno offerte anche specialità culinarie da tutta la penisola, con accenti sulle diverse regioni, e un’area sarà dedicata alla pasticceria. Le Reali Poste, in passato e fino al 2016 saltuariamente adibite a sede espositiva, non perderanno questa funzione. Vi sarà infatti sempre in mostra, a rotazione, un’opera selezionata dai depositi del museo. Il ristorante, che avrà un proprio accesso affacciato sul piazzale degli Uffizi, resterà aperto sia a pranzo che a cena: tuttavia, essendo parte integrante della Galleria, per entrare occorrerà il biglietto di giornata oppure l’abbonamento annuale.

Il restauro è servito per risollevare il salone delle Reali Poste dalle condizioni in cui versava, tanto che non era più adeguato a essere aperto al pubblico, sia per l’assenza di climatizzazione sia per le condizioni di insicurezza del lucernario che, al fine di scongiurare possibili infiltrazioni di acqua, era stato rivestito con un telo protettivo. Il restauro, oltre a provvedere alla messa in sicurezza e all’adeguamento funzionale dello spazio, ha liberato e riparato il lucernario e ha riportato alla luce le eleganti cromie originali: adesso è possibile ammirare la sottile, luminosa interpretazione che l’architetto Mariano Falcini (Campi Bisenzio, 1804 – Firenze, 1885) aveva ideato per questi ambienti, destinati ad una funzione prestigiosa e rappresentativa per Firenze Capitale, quella di Ufficio Centrale delle Poste.

In una parte dell’area che un tempo ospitava l’antica Zecca medicea, Falcini decise di chiudere e ridefinire gli spazi aperti del cortile delle Carrozze per realizzare una vasta sala coperta da un leggero lucernario in ghisa, poggiante su esili colonne finemente decorate. Ne caratterizzò gli interni scandendoli verticalmente con due ordini di lesene decorate a stucco ed un ricco cornicione; partizioni immaginate per inquadrare ampie finestre, false aperture e specchiature ad intonaco. Una soluzione architettonica ordinata e simmetrica ma allo stesso tempo ricercata, che oggi rivive nella sua elegante semplicità e presto tornerà godibile da parte di tutti.

In passato il salone ospitava gli Uffici Postali Centrali, funzionanti fino al 1917, realizzati ai tempi di Firenze Capitale, nel 1866, e collocati nel settore di ponente del complesso degli Uffizi, nell’area un tempo occupata dalla Zecca fiorentina, tra via Lambertesca e la Loggia dei Lanzi. Sull’esempio de Les Halles parigine e della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, l’architetto Falcini progettò una avanguardistica struttura in ghisa e cristallo per coprire la sala di distribuzione delle lettere dell’Ufficio Postale. Dopo la chiusura, si susseguirono alcune concessioni d’uso, fino all’allestimento dei laboratori di restauro e falegnameria a fianco del salone destinato ad area per le esposizioni temporanee. In tempi recenti questi ambienti sono stati utilizzati come deposito.

Il salone era stato oggetto di un intervento di manutenzione straordinaria nella seconda metà degli anni Ottanta, che, per quanto riguarda le superfici ad intonaco e a stucco, si limitò ad applicare una nuova coloritura che riprendeva con toni più smorzati le cromie visibili; poiché questo recente intervento appariva ben conservato, il progetto definitivo non prevedeva di intervenire sul salone se non con una manutenzione della pavimentazioni in marmo e interventi puntuali sulla struttura in ghisa. Dalla consultazione delle immagini post alluvione, nelle quali erano ben evidenti coloriture differenti da quelle visibili dalle fotografie del cantiere del 1987, è stata promossa un’attenta campagna di saggi delle stratigrafie pittoriche sia degli intonaci che delle strutture in ghisa; così sono state ritrovate le coloriture originarie del salone. Alla luce di queste acquisizioni, oltre che degli esiti degli scavi stratigrafici, nella redazione del progetto esecutivo si è stabilito di includere un intervento complessivo sul restauro del salone. Il ritrovamento degli elementi a stucco, effettuato con microsabbiatura di precisione e rifinitura a bisturi, ha rivelato un ornato finemente lavorato; le eleganti colonne in ghisa, fino ad una quota percepibile a vista, sono state oggetto di pulitura chimica controllata, supportata dall’utilizzo di bisturi e raschietti, per ritrovare la superficie metallica; anche in questo caso, sono apparse raffinate decorazioni, parte delle quali incise. Sulla scorta delle immagini del cantiere del 1987, grazie all’utilizzo di software per il ritocco e la rielaborazione dell’immagine è stato poi possibile ricostruire il pregiato pavimento in seminato alla veneziana esistente prima della realizzazione della recente soluzione a marmi policromi: su tale acquisizione e sulla base delle informazioni provenienti dalle altre due fonti documentali è scaturito il progetto del nuovo, la cui soluzione in marmo di Carrara e marmo bardiglio si armonizza con il rinnovato carattere arioso e sobrio che ha acquisito il Salone.

“Uno dei maggiori musei statali nazionali ospiterà un luogo di ristoro in cui, chi lo vorrà, potrà completare la propria visita con l’eccellenza della cucina italiana”, afferma il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. “Il binomio tra cultura e buon cibo è ciò che ha reso grande l’Italia nel mondo ed è naturale che venga riproposto agli Uffizi, in un contesto di grande prestigio che viene così restituito alla comunità dopo anni di chiusura”.

“Uno spazio che sarà una sorpresa per i visitatori, particolarmente adatto ad ospitare le nuove funzioni con ristorante e bar, dotato di nuovi impianti”, dichiara Antonella Ranaldi, soprintendente ai beni architettonici, paesaggistici e ambientali per le province di Firenze, Prato e Pistoia. “I lavori conclusi di restauro e recupero delle Reali Poste sono un ulteriore traguardo del vasto progetto dei Nuovi Uffizi realizzato congiuntamente dalla Soprintendenza con le Gallerie degli Uffizi. Un esempio virtuoso di collaborazione tra gli uffici del MiC, col risultato di rendere il complesso vasariano sempre più variegato e confortevole per i flussi importanti dei visitatori ma anche per i fiorentini che ne potranno godere scoprendo spazi inaspettati, ora restituiti alla collettività”.

“Non sarà l’ennesimo ristorante in città, ma uno spazio pausa nel museo, per integrare la visita”, sostiene Eike Schmidt, direttore degli Uffizi. “Aperto anche di sera, questo diaframma tra gli Uffizi e l’esterno unirà i piaceri gastronomici alla raffinatezza dell’architettura ottocentesca delle Reali Poste. E proprio per ricordare l’unità italiana, a parte la scelta toscana saranno proposti piatti di varie regioni d’Italia, così come nel museo, secondo la concezione di Luigi Lanzi, si trovano i capolavori delle varie scuole regionali della Penisola”.

Gli Uffizi avranno un ristorante. Sarà ospitato nel salone delle Reali Poste appena restaurato
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