Dal 5 dicembre 2023 è possibile ammirare ricomposto, nella sala del Duecento della Pinacoteca Nazionale di Siena, il Trittico di Santa Chiara. Dopo molti anni infatti trova la sua concretizzazione il progetto di ricomposizione del capolavoro, grazie alla collaborazione tra le direzioni della Galleria dell’Accademia di Firenze e della Pinacoteca Nazionale di Siena.
L’iter di ricomposizione partì da un’intuizione dello storico dell’arte Miklos Boskovits che ebbe l’idea di accostare la Madonna con Bambino di Firenze con i due sportelli con storie di santi della Pinacoteca Nazionale di Siena. Le prime proposte di ricomposizione e di relazione tra i due musei avvennero circa vent’anni fa e già in passato i due musei avevano lavorato attivamente per esporre le due opere nella stessa sede.
La parte centrale, conservata presso la Galleria dell’Accademia di Firenze e raffigurante la Madonna in trono, è stata trasportata a Siena dove sarà conservata in un deposito di lungo periodo e affiancata dalle due parti laterali con storie di santi già esposte nella sala 2 della Pinacoteca, dove si trovano altre opere di pittori del Duecento senese. La Madonna con Bambino, attribuita a Guido da Siena, è raffigurata secondo l’iconografia bizantina dell’odigitria, con la Vergine che indica il figlio, seduta su un trono dalla struttura sontuosa, mentre negli sportelli laterali, riferiti a Dietisalvi di Speme, le scene relative a San Francesco e Santa Chiara vengono messe in parallelo ai martirii di san Bartolomeo e di santa Caterina d’Alessandria. Il dipinto proviene probabilmente dal monastero di Santa Petronilla, sede senese delle clarisse, come suggerisce la presenza dei due francescani.
I punti di giuntura della parte centrale combaciano esattamente con quelli degli sportelli laterali, elemento che si è rivelato molto importante per attribuire le parti a una stessa opera, in quanto i dipinti medievali erano diversi tra loro e le dimensioni variavano abitualmente. Sarebbe stata pertanto una strana coincidenza trovare tale combinazione tra due opere diverse. L’apparente differenza di composizione tra la parte centrale con la Madonna e il bambino e le piccole scene laterali, di carattere narrativo, trova altri esempi nelle opere della sala, dove sono esposti dipinti di Guido da Siena e Dietisalvi di Speme. Si tratta di due dei principali artisti della Siena del Duecento, autori di importanti opere come la Madonna di San Domenico di Guido o quella del voto attribuita a Dietisalvi. Fra le due botteghe dovette esserci una stretta collaborazione, come dimostrano altre opere in cui sono state individuate le mani dei due pittori, come il dittico del Beato Gallerani esposto nella stessa sala del Trittico. Le parti dell’opera hanno inoltre avuto vicissitudini conservative differenti e dunque non mostrano una perfetta omogeneità coloristica e della superficie pittorica.
La proposta di questo ricongiungimento è ancora oggi molto dibattuta e i due musei si augurano che questa esposizione possa risultare convincente ed essere di supporto per ulteriori studi e riflessioni. L’operazione vuole essere inoltre occasione per contribuire alla rivalutazione di Guido da Siena.
“Ringrazio Cecilie Hollberg di questo generoso deposito che permette di concretizzare un progetto tenuto nel cassetto per anni. Si tratta di una collaborazione virtuosa di due musei statali dotati di autonomia speciale, che ha permesso di far nascere un nuovo capolavoro del Duecento senese”, ha dichiarato Axel Hémery, direttore della Pinacoteca Nazionale di Siena.
“Si tratta di una collaborazione importante tra istituzioni che accosta tre tavole che formano oggi una straordinaria opera”, ha affermato Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze. “La parte centrale raffigurante la Madonna in trono è stata per tanto tempo nel mio ufficio e naturalmente un po’ mi manca, ma ovviamente per motivi di ricerca e conservazione è significativo che sia tornata nella sua collocazione originale”.
Pinacoteca Nazionale di Siena, ricomposto il Trittico di Santa Chiara grazie alla Galleria dell'Accademia di Firenze |