Rinvenuti due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses nel Parco archeologico di Ostia Antica


Nel Parco archeologico di Ostia Antica sono stati rinvenuti due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses, una sorta di cronaca incisa su lastre di marmo. 

Nel Parco archeologico di Ostia Antica sono stati rinvenuti, in seguito alle indagini compiute nell’Area B del sito, corrispondente al Foro di Porta Marina, due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses. Questi sono una sorta di cronaca incisa su lastre di marmo: riportano notizie preziose sulla storia politica e monumentale di Roma e di Ostia a partire dal 49 a.C. fino al 175 e forse oltre. La loro redazione spettava al pontifex Volcani, massima autorità religiosa locale.

I reperti sono emersi dalla seconda campagna di scavo del progetto Ops - Ostia Post Scriptum, curato dal Parco in collaborazione con l’Università di Catania e il Politecnico di Bari. Gli scavi hanno portato alla luce anche i resti di diverse decorazioni ed estese porzioni di pavimento a mosaico. 

“Si tratta di una scoperta straordinaria che, se da un lato accresce e integra quanto sappiamo sull’attività di quel grande imperatore che fu Adriano portando nuove acquisizioni sull’importantissima attività edilizia da lui condotta a Roma, dall’altro riconferma le immense potenzialità dell’antica Ostia per una sempre più approfondita conoscenza e divulgazione del nostro passato”, ha affermato il direttore del Parco archeologico di Ostia antica, Alessandro D’Alessio.

Uno dei due frammenti recuperati, che si congiunge perfettamente con un altro già conservato a Ostia e riferibile alla cronaca degli anni 126-128 d.C., menziona fatti e avvenimenti accaduti a Roma nel 128, sotto il regno di Adriano. Incrociando queste informazioni con quelle provenienti da altre fonti (letterarie, epigrafiche e numismatiche), si è potuto precisare il contenuto del testo da cui si evince che il primo gennaio del 128 Adriano assunse il titolo di pater patriae e la moglie Sabina quello di Augusta. Per celebrare questi titoli l’imperatore offrì al popolo un congiarium, ovvero un’elargizione di denaro (Congiar Dedit recita l’iscrizione). Successivamente, il 10 aprile del 128 (ante diem III Idus April riporta l’iscrizione) l’imperatore partì per l’Africa e, tornato a Roma tra la fine di luglio e gli inizi di agosto e prima di recarsi ad Atene, consacrò (Consecravit, recita l’iscrizione) un edificio, sicuramente un tempio nell’Urbe. Due sono le possibilità: il Pantheon, oppure più probabilmente il Tempio di Venere e Roma. Secondo un’ipotesi molto suggestiva, la consacrazione potrebbe essere avvenuta l’11 agosto del 128 d.C., ovvero nel giorno della ricorrenza dell’ascesa al trono di Adriano nel 117.

“Anche l’ultima campagna di scavo appena conclusa nel Parco Archeologico di Ostia”, ha dichiarato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, "ci regala tesori di inestimabile valore e preziosissime fonti documentali per comprendere le attività del grande imperatore Adriano. La scoperta di due frammenti dei Fasti ci permette di svelare pezzi importanti della vita di Ostia e della Capitale. Questi scavi hanno portato alla luce anche i resti di diverse decorazioni ed estese porzioni di pavimento a mosaico che presto saranno visibili al pubblico, proprio come già realizzato in altri siti archeologici della nostra Nazione grazie all’attività messa in campo in questi mesi dal Ministero della Cultura.

Rinvenuti due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses nel Parco archeologico di Ostia Antica
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