Recuperati reperti archeologici di epoca imperiale nei fondali del porto romano di Miseno (Napoli)


Un’architrave di 2000 anni fa e altri materiali architettonici riemergono nei pressi della base della flotta romana Classis Misenensis, all’interno di un progetto di valorizzazione del patrimonio sommerso dei Campi Flegrei.

Un intervento di recupero archeologico è stato recentemente condotto nei fondali antistanti il porto di Miseno, nel comune di Bacoli, in provincia di Napoli. L’operazione si è concentrata in particolare nei pressi dell’imboccatura dell’antico porto romano della colonia di Misenum, base della Classis Misenensis, la principale flotta dell’Impero romano nel Mar Tirreno. L’intervento ha portato alla luce una serie di reperti attribuiti all’epoca imperiale, tra cui un’architrave databile a circa 2000 anni fa, secondo quanto riferito dalla Soprintendenza dell’Area Metropolitana di Napoli.

L’operazione si inserisce in un programma volto alla tutela e valorizzazione del patrimonio sommerso dei Campi Flegrei, considerato tra i più rilevanti poli archeologici subacquei dell’intera area mediterranea. L’area interessata dal recupero si configura come un contesto archeologico stratificato, caratterizzato da una notevole eterogeneità dei materiali rinvenuti. L’estensione complessiva del sito si sviluppa lungo un tratto di circa 90 metri di lunghezza, con una larghezza media compresa tra i 22 e i 23 metri. La profondità alla quale si trovano i reperti varia da un minimo di 5 a un massimo di 9 metri sotto il livello del mare. L’altezza della stratificazione archeologica sommersa è di circa 2 metri. Le attività sono state coordinate dalla Soprintendenza in collaborazione con l’Ufficio Archeologia Subacquea diretto da Simona Formola, con il coinvolgimento dei Carabinieri Subacquei, del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, della Guardia di Finanza, della Guardia Costiera e del Comune di Bacoli.

recuperata un'architrave romana e altri reperti a Bacoli, nei fondali di Miseno.
Recuperata un’architrave romana e altri reperti a Bacoli, nei fondali di Miseno. Foto: Soprintendenza Area Metropolitana di Napoli

“Il recupero di questi reperti rappresenta un risultato di straordinaria rilevanza storica e scientifica”, dice il soprintendente Mariano Nuzzo. “I frammenti marmorei rinvenuti testimoniano la ricchezza e l’importanza anche simbolica di complessi pubblici che caratterizzavano l’intera colonia. Si tratta di elementi architettonici che con ogni probabilità appartenevano ad edifici rappresentativi del potere imperiale, strettamente connessi alla Classis Misenensis. Questi reperti non solo arricchiscono le nostre conoscenze del paesaggio urbano dell’epoca, ma ci restituiscono anche un’immagine viva e tangibile della dimensione politica, sociale e culturale di Miseno nel contesto del Mediterraneo antico”.

“Ci siamo riusciti!”, scrive sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione sul proprio profilo Instagram. “Abbiamo recuperato il primo reperto archeologico dal mare di Miseno. È un’architrave di 2000 anni fa, ancora ben visibile. Una giornata ricca di emozioni. Era tra gli ornamenti dei monumenti pubblici dell’importantissima colonia romana di Misenum. La portiamo a galla dopo un’opera di studio e di recupero che abbiamo finanziato con grande gioia. Ed orgoglio. L’abbiamo ritrovata in una sorta di deposito, sul fondale di Bacoli. Lì dove ormeggiava la flotta militare della Classis Misenensis. Insieme a tanti altri resti archeologici che proveremo a farvi conoscere. Li esporremo alla Casina Vanvitelliana del Fusaro. Una meraviglia. Ringrazio il Soprintendente Mariano Nuzzo per la grande sensibilità ed operatività nella tutela e valorizzazione del territorio. Ringrazio la funzionaria Simona Formola ed i professionisti di Naumacos che si sono immersi in acqua per riportare alla luce i tesori dell’antica Roma. Ringrazio tutte le forze dell’ordine coinvolte in una mattinata di grande sinergia istituzionale: Carabinieri, Guardia di Finanza, Guardia Costiera. Ed è solo l’inizio. Insieme, siamo più forti. Un passo alla volta”.

recuperata un'architrave romana e altri reperti a Bacoli, nei fondali di Miseno.
Recuperata un’architrave romana e altri reperti a Bacoli, nei fondali di Miseno. Foto: Soprintendenza Area Metropolitana di Napoli
Recuperata un'architrave romana e altri reperti a Bacoli, nei fondali di Miseno.
Recuperata un’architrave romana e altri reperti a Bacoli, nei fondali di Miseno. Foto: Soprintendenza Area Metropolitana di Napoli

Il tratto di mare compreso tra Punta Terone e Punta Pennata non è nuovo a ritrovamenti di interesse storico. A partire dagli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso, si sono susseguiti numerosi rinvenimenti occasionali, considerati di notevole rilievo. Un’indagine sistematica condotta nel 1996 ha consentito il recupero di una vasta quantità di reperti, comprendenti statue, basi con iscrizioni, frammenti di architravi e basi di colonne. I materiali recuperati in quella occasione sono attualmente conservati presso il Museo archeologico dei Campi Flegrei.

recuperata un'architrave romana e altri reperti a Bacoli, nei fondali di Miseno.
Recuperata un’architrave romana e altri reperti a Bacoli, nei fondali di Miseno. Foto: Soprintendenza Area Metropolitana di Napoli

Secondo quanto riferito dalla Soprintendenza, i reperti appartenevano con ogni probabilità agli edifici pubblici della colonia romana che un tempo si affacciavano sull’insenatura di Miseno. La loro sommersione è da attribuire ai fenomeni di bradisismo, che nel corso dei secoli hanno modificato il livello del suolo e provocato l’inabissamento di interi complessi architettonici lungo il litorale flegreo. I reperti rinvenuti saranno ora sottoposti a un intervento di restauro e conservazione. Il primo passo sarà la desalinizzazione, da effettuarsi in apposite vasche predisposte all’interno del Parco Borbonico del Fusaro. Terminato il trattamento, gli oggetti recuperati verranno esposti in una mostra permanente allestita negli spazi del Palazzo dell’Ostrichina, edificio voluto da Ferdinando IV di Borbone e messo a disposizione dal Comune di Bacoli. L’obiettivo finale del progetto è rendere nuovamente fruibile al pubblico un patrimonio che, seppur sommerso, continua a restituire testimonianze di rilievo sulla vita, sull’arte e sull’organizzazione urbana del litorale campano in epoca imperiale.


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