Sarà restaurata la Maestà di Assisi, il capolavoro di Cimabue (Cenni di Pepo; Firenze, 1240 circa – Pisa, 1302) che si trova dentro la Basilica Inferiore di San Francesco di Assisi. Venticinque anni dopo il sisma che nel 1997 colpì l’Umbria, e arrecò ingenti danni alla Basilica, e cinquant’anni dopo l’ultimo restauro che l’opera subì, occorre un nuovo intervento, ritenuto particolarmente urgente: i restauratori eseguiranno una manutenzione e una revisione, e relativo aggiornamento, dell’ultimo intervento, come ha spiegato oggi il capo restauratore della Basilica di San Francesco ad Assisi, Sergio Fusetti. A sostenere il restauro sarà la Ferrari, la casa automobilistica del cavallino rampante. “Questo intervento”, ha precisato Fusetti, “consentirà un miglioramento generale dello stato di conservazione dell’affresco per gli anni a venire”.
“L’intervento”, ha spiegato il capo restauratore, “sarà preceduto da un’attenta e approfondita indagine per immagini con le più moderne metodologie. Terminata la fase diagnostica, i lavori si concentreranno principalmente sulla rimozione dei depositi di particelle atmosferiche e degli strati incoerenti di sporco che oscurano i colori, e la risoluzione dei problemi di adesione della pellicola pittorica, dei residui della doratura come nonché l’aderenza dello strato di intonaco alla muratura. Questi interventi serviranno a riportare all’antico splendore una delle opere più importanti di Cimabue”.
Il progetto consservativo sull’affresco della Madonna col bambino, angeli e San Francesco sarà curato da un’équipe della Tecnireco diretta dallo stesso Fusetti, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. I lavori cominceranno il prossimo gennaio e dovrebbero durare circa un anno. Databile attorno al 1285-1290 circa, l’opera è situata nel transetto settentrionale della basilica inferiore ed è famoso perché mostra uno dei più antichi ritratti di san Francesco, che secondo la tradizione fu eseguito sulla base delle indicazioni di coloro che lo avevano personalmente conosciuto.
“Ferrari porta in tutto il mondo il nome dell’Italia”, commenta Benedetto Vigna, amministratore delegato di Ferrari. “Un Paese eccezionale, celebre per il suo patrimonio artistico millenario. Per Ferrari, che appartiene a un mondo del lusso sempre più vicino a quello dell’arte e della cultura, è importante dare un contributo per preservare un capolavoro che racconta, il valore di questa unicità. E che ci tramanda l’insegnamento dell’umiltà di San Francesco. Credo molto nella responsabilità sociale di impresa che, grazie alla collaborazione fra enti di natura pubblica e privata, può portare a risultati rilevanti. Ne sono esempi i nostri progetti nel campo dell’educazione, così come della salute o della protezione ambientale. E, con il progetto annunciato oggi con i frati del Sacro Convento di Assisi, nel campo della conservazione dei beni culturali”.
“L’affresco raffigurante la Vergine Maria in trono col bambino, angeli e San Francesco di Cimabue tornerà finalmente all’antico splendore grazie al contributo della Ferrari che ha deciso di prendersi cura di questo importante dipinto della storia dell’arte mondiale”, ha dichiarato il Custode del Sacro Convento di Assisi, fra’ Marco Moroni, dell’Ordine dei frati minori conventuali. “L’opera ci trasmette anche il ritratto più conosciuto e probabilmente più antico e realistico di san Francesco, di quell’uomo che Tommaso da Celano descrisse come ‘di statura mediocre piuttosto piccola, testa regolare e rotonda, il viso un po’ ovale e proteso, fronte piana e piccola, occhi neri, di misura normale e pieni di semplicità’ (FF 465). Un grazie a Ferrari che ha deciso di sostenere e valorizzare l’arte italiana di cui siamo orgogliosi custodi. Per noi frati è un onore poter curare e valorizzare, grazie al contributo di benefattori e semplici cittadini, questo inestimabile bene che è la Basilica di San Francesco e di presentarlo ai visitatori di oggi e di domani”.
Assisi, sarà restaurata la Maestà di Cimabue. Ferrari finanzierà l'intervento |