Arriva nelle sale il secondo capitolo di Book Club, interamente ambientato in Italia


Arriva nelle sale l’11 maggio il secondo capitolo del fortunato film Book Club, che riunisce quattro icone del cinema americano (Jane Fonda, Diane Keaton, Candice Bergen e Mary Steenburgen). Il film è interamente ambientato in Italia, tra Roma, Venezia e la Toscana.

Quattro glorie del cinema statunitense assieme per un film interamente ambientato in Italia. Si tratta di Book Club – Il capitolo successivo, che vede per protagonista uno straordinario quartetto formato da Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen. Si tratta del seguito di Book Club – Tutto può succedere del 2017, film di Bill Holderman, coadiuvato nella sceneggiatura da Erin Simms, che riscosse grande successo non tanto per le aperte conversazioni sul sesso intrattenute dalle donne (che erano comunque molto divertenti), ma per il fatto che il film di una major cinematografica potesse essere interpretato da quattro protagoniste ultra sessantacinquenni. Il film ha incassato più di 100 milioni di dollari al botteghino, dimostrando quanto il pubblico abbia apprezzato il fatto di vedere recitare insieme queste icone del cinema, divertendosi.

L’azione di Book Club – Il capitolo successivo prende il via con il venir meno dell’isolamento dovuto alla pandemia. Carol, interpretata da Mary Steenburgen, ricorda alle amiche del viaggio in Italia che avevano promesso di intraprendere insieme quando avevano vent’anni, prima che le loro vite prendessero un’altra piega. Gradualmente ma con convinzione, tutte accettano la sfida. Lasciandosi alle spalle situazioni complicate legate al lavoro o alla famiglia, queste donne riescono nuovamente a concentrarsi su se stesse, accompagnate dalle amiche di sempre.

L’idea del sequel è arrivata quasi subito, prima ancora che il primo film fosse distribuito, e a proporla non sono stati Holderman o Simms. “L’idea è venuta a me e a Candice durante un viaggio di promozione del primo film al CinemaCon, a Las Vegas”, racconta Mary Steenburgen. Simms allora ha domandato alle donne dove avrebbero voluto ambientare il sequel. “Io e Candice ci siamo guardate e abbiamo risposto in coro: ‘In Italia!’. E non abbiamo mai rinegoziato quella affermazione. Ho sempre ricordato a Bill ed Erin che la scelta dovesse essere quella. Anche Keaton era entusiasta. Ha affermato infatti che lavorare in Book Club – Il capitolo successivo è stata un’esperienza straordinaria: “Mi sentivo a mio agio con il regista e mi sono davvero divertita con tutti i professionisti che hanno lavorato al primo capitolo del film, soprattutto con le altre attrici, che sono incredibili”, racconta.

Una volta stabilita la location, prima ancora che fosse preso qualsiasi accordo, gli sceneggiatori hanno colto la sfida di immaginare un viaggio emozionale degno di questi personaggi. “Da sceneggiatore, mi sento di dire che è stato semplicissimo, che il sequel si è praticamente scritto da solo, che abbiamo immaginato la storia e poi tutto è fluito naturalmente”, afferma Holderman. “E ciò è accaduto per via dell’impegno che abbiamo messo nel sequel: non volevamo realizzarlo soltanto perché il primo film era andato bene. E non avremmo proseguito nel progetto fin quando non fossimo giunti a una storia di cui eravamo sinceramente entusiasti”.

Il sequel del film non ci sarebbe stato senza un romanzo a cui ispirarsi, e stavolta Simms e Holderman hanno scelto L’alchimista di Paulo Coelho, che racconta il viaggio alla scoperta di se stessi. I due sceneggiatori sono stati attratti dal tema di fondo: abbiamo sempre la possibilità di prendere in mano il destino e trasformare in opportunità le sfide che la vita ci presenta. “Talvolta, mettendosi in gioco e aprendosi a situazioni incredibili, si presentano delle opportunità. Ed era questo il concetto che desideravamo trasmettere”, afferma Holderman. “Esiste sempre la possibilità che ti rubino il bagaglio o di perdere il treno. Queste esperienze possono provocarci disorientamento oppure possiamo accettarle in quanto parte dell’avventura, durante la quale possono verificarsi anche eventi negativi”. Simms chiarisce in modo più approfondito come L’alchimista sia connesso alle protagoniste del film, in questa precisa fase della loro vita: “Il punto è non invecchiare. Certo, l’età avanza e il fisico ne risente, ma si può rimanere giovani se si è interessanti e curiosi. Si può condurre una vita attiva, ma non bisogna mai smettere di imparare nuove cose, di prendersi cura di sé, di desiderare nuove esperienze”.

Holderman e Simms si sono impegnati fortemente affinché il sequel non cadesse nella trappola di far apparire i suoi personaggi incapaci di fare i conti con l’evoluzione dei tempi o rassegnati a lasciarsi sfuggire la vita. Al contrario, le protagoniste di Book Club - Il capitolo successivo non hanno paura di correre rischi e commettono errori con disinvoltura. “Ho quasi 85 anni e mi piace interpretare donne più grandi che vivono ancora la vita con entusiasmo: penso che sia un modo per incoraggiare i più giovani a non avere paura di invecchiare”, dice Fonda. “Ma anche per infondere speranza nelle donne sulla possibilità di condurre una vita entusiasmante anche dopo i 60 anni”.

“Bill ed Erin non hanno scritto un film in cui le protagoniste parlano esclusivamente di quanto sono vecchie e dell’incapacità di usare le tecnologie. Il film è molto di più”, spiega Steenburgen. “Parla di come affrontare una fase della vita in cui i momenti vissuti in passato sono maggiori di quelli che vivremo in futuro, e dell’effetto che questo provoca a livello profondo, le domande che fa sorgere e l’effetto che sortisce sulle amicizie, sulla vita sentimentale e sul desiderio di vivere intensamente le esperienze. L’obiettivo è non perdersi neanche un momento”.

A Fonda non è sfuggito il livello di cura e di attenzione dei cineasti sul set: “Bill sa esattamente ciò che vuole ed è molto gentile e paziente con gli attori e con la sua compagna Erin, autrice insieme a lui della sceneggiatura. Loro due insieme sono capaci di farti sentire al sicuro, capiti e apprezzati”, afferma.

Keaton era entusiasta di lavorare di nuovo insieme al suo affezionato regista: “Bill è il motivo per cui sono qui e gli sarò eternamente grata per aver fatto in modo che tutto ciò accadesse”, afferma. Secondo l’attrice, ciò che ha reso il sequel davvero speciale è stato avere scelto l’Italia per le sue ambientazioni. “Non è incredibile pensare di dover stare in Italia per due mesi e mezzo? Ero subito pronta a trasferirmi! È stato straordinario vivere lì. Sono sempre felice di cogliere qualsiasi opportunità per andarci: è piena di persone incredibili e di luoghi inimmaginabili”, afferma con enfasi l’attrice.

Non c’era posto migliore dell’Italia per compiere il tanto atteso viaggio tra donne e trasformarlo in un addio al nubilato nel momento in cui Vivian (Jane Fonda) si ritrova inaspettatamente fidanzata a poche settimane dalla partenza. Oltre a dire addio alla vita da single di Vivian, la vacanza offre a ciascuna delle donne l’opportunità di riconnettersi con il passato e rimettere in discussione il proprio futuro, chiudendo il cerchio su alcune situazioni e aprendo il proprio cuore ad altre. E persino di vivere l’esperienza di trascorrere una notte in prigione. Durante il viaggio, si mangiano chili di pasta e si bevono litri di vino; e ancora, almeno una di loro si ritrova a indossare l’abito da sposa: in Italia tutte finiscono per vivere esperienze avventurose.

Per realizzare la scenografia di Book Club - Il capitolo successivo, Holderman ha arruolato lo scenografo Stefano Maria Ortolani e il costumista Stefano De Nardis, che hanno abilmente mantenuto l’atmosfera chic e accogliente del film originale arricchendola con il desiderio di evasione e la sensualità tipicamente italiani.

“Lavorando con responsabili di settore e un team tutto italiano, conoscitore e amante dell’Italia e della capitale, potevamo costantemente chiedere consigli sui luoghi e sulle vie da visitare per poter raccontare Roma in modo ancora più realistico. Volevamo cogliere fedelmente la vita in Italia e proiettarla sul grande schermo”, afferma Holderman. “E tornati alla libertà dopo aver vissuto le restrizioni del periodo pandemico, volevamo che il film trasmettesse apertura. Il regista si è lasciato ispirare girando alcune scene del film nei leggendari studi cinematografici di Cinecittà, proprio di fronte al Teatro 5, dove Federico Fellini ha girato La Dolce Vita, Amarcord e 8 ½: Era straordinario poter uscire ogni giorno dal teatro e sentire la storia di quei luoghi, afferma Holderman.

Il lavoro di Ortolani non era affatto semplice: dover realizzare un film che offrisse agli spettatori uno sguardo nuovo sui luoghi d’interesse del Paese, evitando tuttavia di scegliere posti e di inquadrature scontate. “Abbiamo cercato di non renderlo troppo turistico, pur girando in siti meravigliosi come l’antico Castello della Castelluccia”, afferma, riferendosi a una delle location utilizzate per realizzare molte scene chiave. “Ci è stato chiesto di trovare quante più cose possibili in giro per Roma, e abbiamo proposto luoghi da togliere il fiato, nei quali non avevo mai girato prima d’ora”, racconta. “Un negozio di antiquariato appena fuori da Via dei Coronari, una via molto centrale di Roma, molto elegante e poco turistica; o ancora, una villa del XVI secolo appena fuori città. Siamo riusciti a cogliere l’atmosfera romantica anche delle sinuose strade secondarie”.

La particolarità del film sta anche nel fatto che la storia inizia proprio nel bel mezzo della pandemia, quando questi personaggi - ma anche molti spettatori – si riunivano in gruppi di lettura virtuali per mantenere un equilibrio mentale e rimanere connessi. “Dopo essere stati rinchiusi in casa in assenza di molte delle persone amate abbiamo imparato a non dare più nessuno per scontato”, afferma Steenburgen. “La sceneggiatura parte proprio da lì, e penso che questa sia la motivazione che ci conduce a immedesimarci così tanto con il film”.

Per quanto riguarda la storia, la pandemia è uno degli elementi che dà spunto al viaggio in Italia. Quando Arthur, interpretato da Don Johnson, fa la proposta di matrimonio a Vivian, la loro idea di vacanza si trasforma in un addio al nubilato per festeggiare la loro amica da tempo single che ha trovato - di nuovo! - l’amore della sua vita, stavolta nell’età della pensione. “Aveva proposto a Vivian di sposarlo quand’erano ventenni, e lei aveva rifiutato perché non aveva alcuna intenzione di convolare a nozze. Ma quarant’anni dopo, dopo una vita in piena libertà, frequentando amanti e senza alcun vincolo, i due si riconnettono e la scintilla si riaccende. E quando esplode il Covid e trascorrono l’isolamento insieme nella casa di Arthur a New York, la donna realizza che non è poi così male. E si convince a sposarlo”, racconta Fonda.

Quello che un tempo sarebbe stato un fine settimana rilassante diventa un viaggio internazionale on the road: le donne viaggiano su aerei, treni e automobili alla volta delle incredibili zone rurali per poi stabilirsi a Roma. “Ogni notte, quando tornavo a casa, pensavo a quanto fosse viva questa città, non riuscivo a crederci! Una città piena di persone, motorini, un via vai continuo a tutte le ore. Quando si cammina per le strade, si avverte una grande vitalità”, dice Bergen.

Mitchel e Bruce, interpretati rispettivamente da Andy Garcia e da Craig T. Nelson, si dirigono in Italia per riunirsi con le loro donne interpretate da Diane Keaton e Mary Steenburgen. Candice Bergen fa subito notare che i loro ruoli non sono semplicemente un abbellimento della scena: “Dire che i ragazzi sono soltanto belli significherebbe sminuirli, perché sono tutti attori talentuosi”, afferma.

“Io e Craig abbiamo lavorato insieme per la prima volta nel 2009 in Ricatto d’amore, con Sandra Bullock, Ryan Reynolds e la grande Betty White, e siamo andati subito d’accordo. E dunque ero molto entusiasta quando mi hanno detto che avrebbe interpretato il ruolo di mio marito in Book Club - Tutto può succedere”, dichiara Steenburgen. “È stato divertente provare le scene con lui, passare del tempo insieme. È straordinario come persona e come professionista”.

Fonda e Johnson si conoscono ancora da più tempo nella vita reale. “Conosco Don dai primi anni’ 70, quando ho fondato un’organizzazione anti-militarista dal nome Entertainment Industry for Peace and Justice. Era un ragazzo molto bello, che partecipava agli incontri. Io pensavo che fosse per ragioni ideologiche, e invece voleva fare conquiste”, racconta lasciandosi andare a una risata. “Era ed è ancora oggi molto carismatico, professionale e bello, una persona con cui si lavora molto bene”.

Andy Garcia riappare nel sequel per interpretare il fidanzato di Diane, Mitchell, e i due personaggi adesso convivono. “Adoro Andy Garcia, è una persona speciale. Nel film ci siamo baciati in molte scene”, dice Keaton. “So che non gli è piaciuto, l’ho praticamente molestato, ma non mi interessa! Ho chiesto di girare più riprese possibili insieme!”. Garcia nega che ci sia qualcosa di più che il piacere di ritrovare una vecchia amica: “Adoro Diane, mi piace lavorare insieme a lei. Quando mi hanno inviato la sceneggiatura e ho scoperto che il film si sarebbe girato in Toscana si è praticamente chiuso il cerchio: ho incontrato Diane nel 1989-1990, nel set di Il padrino - Parte III”.

A Garcia, Johnson e Nelson, si aggiungono due nuovi attori, anche se uno di loro tecnicamente ritorna dal passato. Vincent Riotta, meglio noto per il suo affascinante ruolo in Sotto il sole della Toscana, torna a recitare in un film ambientato in Italia interpretando Gianni, l’uomo che quando si trova in America per lavorare in una scuola di cucina ha una relazione con Carol (Mary Steenburgen). Ma poi decide di interromperla e fa infine ritorno a Roma. E poi c’è Sharon, interpretata da Candice Bergen, che appare in alcune delle scene più esilaranti di Book Club - Il capitolo successivo, accanto a Hugh Quarshie, il cui personaggio Ousmane è determinato a farle trascorrere una serata autentica e indimenticabile in Italia. Tra gli attori italiani figura anche Giancarlo Giannini, che interpreta il capo della polizia.

Tuttavia, l’elemento più importante nella saga rimane lo stesso: “Spero che riesca a trasmettere ai fan il valore dell’amicizia, nel nostro caso quella fra donne, la sua importanza e il senso di sicurezza che dà alle persone”, afferma Bergen. “E spero anche che il pubblico apprezzi il paesaggio! L’Italia è meravigliosa e a dire il vero neanche i ragazzi sono niente male!”

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