La Deposizione del Rosso Fiorentino torna esposta restaurata alla Pinacoteca di Volterra


Dopo due anni di restauro, torna esposta alla Pinacoteca Civica di Volterra la Deposizione dalla croce di Rosso Fiorentino. Il restauro è stato interamente finanziato dalla Fondazione Friends of Florence. 

Dopo un intervento di restauro durato due anni interamente finanziato dalla Fondazione Friends of Florence grazie alle donazioni di John e Kathe Dyson e della Alexander Bodini Foundation e compiuto sotto la guida del Comitato tecnico scientifico per lo studio, il monitoraggio e il restauro della Deposizione di Rosso Fiorentino - Pinacoteca e Museo Civico di Volterra, coordinato dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno, con la partecipazione del Comune di Volterra (Pinacoteca e Museo Civico / Ufficio Cultura, Turismo ed Eventi), della Diocesi Vescovile di Volterra (Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici), della Fondazione Friends of Florence e di Andrea Muzzi, la Deposizione dalla croce di Rosso Fiorentino torna esposta alla Pinacoteca Civica di Volterra. Terminato il restauro infatti il dipinto è stato ricollocato nella Sala 11 della Pinacoteca Civica di Volterra appositamente allestita anche grazie a una partnership tra Comune di Volterra e Iren luce, gas e servizi.

A seguito dell’esposizione del dipinto alla mostra Il Cinquecento a Firenze tenutasi nel 2017 a Palazzo Strozzi, nacque una riflessione tra lo storico dell’arte Andrea Muzzi, allora Soprintendente di Pisa e Livorno, il restauratore Daniele Rossi, la Diocesi e il Comune di Volterra e Friends of Florence sullo stato di conservazione del capolavoro. Questa riflessione portò di lì a breve proprio il restauratore che aveva già operato sulla Deposizione di Pontormo, anch’essa esposta alla mostra fiorentina e il cui intervento è stato sostenuto da Friends of Florence, a presentare alla fondazione americana il progetto di restauro con l’alta sorveglianza della Soprintendenza e l’accordo degli enti proprietari. L’intervento, avviato durante la pandemia nel settembre 2021, è stato eseguito, direttamente in Pinacoteca Civica a Volterra dai restauratori Daniele Rossi per la parte pittorica e Roberto Buda per il supporto ligneo. Il cantiere aperto ha permesso al museo di non sottrarre completamente l’opera ai visitatori e di mostrarne il complesso lavoro di restauro.

Il delicato lavoro di restauro sulla Deposizione del Rosso Fiorentino si è reso necessario per affrontare due aspetti critici che la tavola presentava: la situazione di sofferenza della struttura lignea, dovuta in primo luogo alle traverse ormai bloccate, che si riverberava sulla pellicola pittorica sotto forma di deadesioni del colore e gli interventi di ritocco pittorico ormai alterati attribuibili a restauri precedenti. L’occasione è stata inoltre un’opportunità molto preziosa per lo studio approfondito dell’opera: oggi infatti, a restauro ultimato, è maggiore la conoscenza sul modo di lavorare di Rosso Fiorentino, sui significati del dipinto e su come l’artista ha scelto di rappresentare la Deposizione di Cristo dalla Croce, giungendo a una sintesi unica tra spiritualità, dolore e compassione.

Le indagini diagnostiche hanno consentito di individuare la preparazione degli strati pittorici, i leganti e i colori originali della tavolozza di Rosso Fiorentino, che è risultata ricca di pigmenti preziosi, quali le lacche (lacca di garanza e verderame), l’orpimento, il giallo di Pb-Sn, il cinabro e l’azzurrite / malachite. Si è potuto accertare anche l’utilizzo dell’allume di rocca, proveniente dalle cave di Volterra, e di polvere vetrosa (materiale usato spesso nell’ambito dei pittori veneti del Cinquecento, per dare maggior lucentezza e trasparenza alle stesure pittoriche).

Le riflettografie hanno fornito indicazioni straordinarie anche sul disegno sottostante la pellicola pittorica. Si sono scoperte le correzioni, o i pentimenti, che l’artista ha apportato in corso d’opera e che documentano ad esempio il modo in cui Rosso aveva delineato in un primo momento le figure delle Marie. Il cambiamento nella redazione finale dell’opera testimonia la sensibilità del Rosso ai problemi spirituali sollevati anche dai teologi, tradotta nel caso delle Marie, in una partecipata rappresentazione dello stato d’animo della Madonna, sottilmente sospeso tra sofferenza e difficile controllo delle emozioni.

Sebbene già si conoscessero alcune scritte, tracciate con inchiostro normalmente utilizzato nei disegni su carta, come quelle sotto al colore del nastro sulla testa della Maddalena o sulla veste della pia donna, inserite come promemoria per il pittore stesso sulla posa del colore definitivo, altre sono emerse durante la pulitura, come la scritta (biffo) sulla veste del ragazzo che tiene la scala e che si riferisce al colore viola descritto da Cennino Cennini nel suo trattato, o la scritta (biffo ciara) sul perizoma di Cristo. L’artista in alcuni casi mantiene il colore indicato dalle scritte, in altri cambia totalmente il colore segnato nella fase di preparazione.

La pulitura della superficie pittorica è stata compiuta con l’utilizzo di solventi e supportanti differenziati, per consentire un graduale alleggerimento delle vernici di restauro stese in precedenza sulle policromie. In particolare, sulle lacche organiche rosse e verdi, ma anche sui manti giallo arancio a base di orpimento, l’intervento è stato calibrato, in modo da conservare alcuni residui di vernici più antiche, anche se non originali, mentre i ritocchi in corrispondenza delle lacune e delle fenditure sono stati rimossi puntualmente. Sul cielo, la rimozione delle verniciature alterate ha consentito il recupero del colore celeste, a base di azzurrite e biacca, ancora pienamente apprezzabile, evidenziando tuttavia la presenza di macchie diffuse simili all’effetto di schizzi, probabilmente attribuibili a vecchi fissativi alterati e inglobati nello strato pittorico in maniera tale da rendere preferibile il loro mantenimento per non rischiare di intaccare il colore originale. La rimozione delle stuccature di restauro presenti in corrispondenza delle mancanze e dei fori dei tarli è stata eseguita principalmente con mezzi meccanici e in parte con solvent gel sulle fenditure: si è inoltre ritenuto opportuno che alcune stuccature fossero mantenute, in modo da evitare l’indebolimento del colore circostante la lacuna. Sono stati eseguiti fissaggi a base di resina acrilica in prossimità delle spaccature, riempite in passato con colla e segatura di legno, materiali questi che sono stati rimossi totalmente dove possibile, durante l’operazione di allineamento delle assi. Gran parte della superficie e dei fori di tarlo è stata ripulita, poi stuccata nuovamente prima della stuccatura finale, a base di gesso e colla e, dopo una rasatura mediante bisturi, si è proceduto all’imitazione strutturale delle pennellate in rilievo con passaggi a pennello di gesso e colla. Limitatamente alle lacune più ampie è seguita una brunitura con pietra d’agata.

Particolare attenzione è stata posta alla fase della reintegrazione pittorica, eseguita a tratteggi sulle lacune interpretabili, già colmate in precedenza a tratti grossolani e seguendo la medesima tecnica, mentre su alcune abrasioni si è proceduto con abbassamento di tono. Le lacune più piccole e i fori di tarlo sono stati ritoccati con tempera. Al termine dell’intervento di restauro il dipinto è stato verniciato a pennello e tramite nebulizzazione.

L’intervento di restauro del supporto ligneo è stato realizzato per ridurre la sofferenza della tavola e della superficie pittorica. Sono state pertanto rimosse le traverse di alluminio, i relativi ponticelli di ancoraggio, le farfalle di legno e i cunei impiegati nell’intervento del XX secolo e sostituiti, dopo un’accurata pulitura delle sedi, con tasselli in legno di pioppo invecchiato. Si è proceduto alla liberazione del tavolato dalle traverse in metallo e alla sostituzione di queste ultime con traverse in legno di castagno collocate in corrispondenza delle sedi delle traverse originali. Una volta concluso il risanamento, è stato eseguito l’intervento di disinfestazione anossica in atmosfera modificata con azoto e il successivo trattamento con biocida antitarlo.

“Oggi si conclude una delle operazioni più importanti che hanno fatto parte del progetto Volterra Prima Città Toscana della Cultura 2022: il restauro della Deposizione dalla Croce di Rosso Fiorentino. Un lungo intervento compiuto nel luogo dove normalmente la pala viene conservata durante il quale i visitatori hanno avuto la possibilità di assistere alle varie fasi di restauro”, ha dichiarato il sindaco del Comune di Volterra Giacomo Santi. “È una delle operazioni più importanti in quanto si tratta di un investimento per la città, compiuto in uno degli istituti culturali più importanti di Volterra, destinato ad essere ammirato a lungo. Grazie alla generosità dei donatori ed alla mediazione della Fondazione Friends of Florence è stato possibile dare il via al restauro di una delle opere più importanti fra quelle conservate nei nostri musei. Un’opera che costituisce il cuore della Pinacoteca e che potrà adesso continuare ad essere ammirata dai cittadini e dai visitatori nella sua nuova collocazione con l’allestimento rinnovato”.

"Il restauro della Deposizione di Volterra è, ancora una volta, la testimonianza dell’altissimo livello tecnico e scientifico della nostra cultura del restauro, qui testimoniata dal magistero di Daniele Rossi e di Roberto Buda, la cui operatività è stata accompagnata in tutte le fasi dalla competenza e dall’appassionata partecipazione del personale di questa Soprintendenza", ha affermato Valerio Tesi, Soprintendente, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Livorno e Pisa. “E ancora una volta la conservazione del nostro eccezionale patrimonio culturale trova la generosa, partecipe attenzione di Friends of Florence e della sua presidente, Simonetta Brandolini d’Adda, a cui va il più caro ringraziamento di tutti noi”.

"Siamo giunti al termine di un lungo progetto davvero molto importante: aver proposto e poi sostenuto il restauro della Deposizione dalla Croce di Rosso Fiorentino, caposaldo della storia dell’arte mondiale, è stato per noi un vero onore. Oltre a conservare l’opera, intervenendo sugli aspetti critici che la tavola presentava, l’intervento ha consentito di approfondire la conoscenza della tecnica esecutiva e delle scelte dell’artista in corso d’opera. Ringrazio il Comune, la Diocesi, tutto il Comitato Tecnico Scientifico per lo studio, il monitoraggio e il restauro della Deposizione di Rosso Fiorentino, i restauratori Daniele Rossi con il suo team di lavoro e Roberto Buda che con grande dedizione e grande esperienza hanno eseguito l’intervento. Come Presidente esprimo a nome di tutta Friends of Florence la mia più profonda gratitudine ai donatori John & Kathe Dyson e The Alexander Bodini Foundation che, con il loro sostegno, hanno reso possibile questo affascinante intervento", ha concluso Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente della Fondazione Friends of Florence.

La Deposizione di Rosso Fiorentino dopo il restauro
La Deposizione di Rosso Fiorentino dopo il restauro

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