A Orbetello il gigantesco tulipano in calcestruzzo di Virginia Overton


Via stamani alla quinta edizione del festival di arte contemporanea Hypermaremma, che si apre con Tulip, il gigantesco tulipano, alto sei metri, di Virginia Overton, installato vicino alla seicentesca Polveriera Guzman di Orbetello.

Si è aperta ufficialmente questa mattina la quinta edizione del festival di arte contemporanea Hypermaremma con la presentazione di Tulip, la monumentale opera scultorea dell’artista Virginia Overton. Posizionata presso la Polveriera Guzman di Orbetello e fronteggiando la laguna, Tulip (“tulipano”) è un’opera di 6 metri di altezza in calcestruzzo punteggiato da una costellazione di ‘finestrelle’ di vetro rosa. Disposti “schiena contro schiena”, tre segmenti verticali ricavati da stampi preesistenti e tipicamente utilizzati per la costruzione di grandi gallerie formano una struttura eretta che si apre verso la volta celeste.

Presentata per la prima volta in occasione della 59° Biennale di Venezia, Tulip attiva una nuova forma di collaborazione che punta a condividere importanti produzioni esistenti in dialogo con il paesaggio della Maremma. Il lavoro della Overton dialogherà con la storica architettura della Polveriera Guzman: edificio costruito nel 1692, in epoca spagnola, dall’architetto fiammingo Ferdinand De Grunembergh. Nel corso della storia fu utilizzato come deposito di polveri da sparo, rimanendo chiuso al pubblico per molto tempo. Attualmente è la sede del Museo archeologico di Orbetello dove reperti etruschi, romani e medievali recuperati nelle località limitrofe, sono conservati per raccontare le gesta delle popolazioni del passato.

Sebbene nascosto da un’apparente imperscrutabilità, il mezzo impiegato non viene mai scelto da Virginia Overton puramente per la sua estetica, ma anche per la sua storia e per il potenziale futuro che racchiude. Interessata al riciclo, alla ricontestualizzazione e al riadattamento, Overton utilizza spesso materiali riciclati o ready-made che trova nei detriti della vita quotidiana del paesaggio urbano. L’interesse di Overton per l’arte pubblica ha origine dalla sua funzione simbolica all’interno di uno spazio collettivo, dove le sue sculture spesso richiamano l’attenzione sull’inesorabile necessità di equilibrio delle dimensioni e gravità. Il pubblico è invitato a muoversi intorno all’opera e alle sue panchine circostanti senza prediligere un’unica prospettiva. Tulip e il paesaggio maremmano vogliono riflettere sul nostro territorio e sulla nostra comunità, mettendoli entrambi in primo piano.

“Le installazioni scultoree site - specific di Virginia Overton”, ha scritto Madeline Weisburg nel catalogo della Biennale di Venezia, “esplorano il potenziale inespresso degli oggetti associati all’industria e alle infrastrutture. Tra i materiali utilizzati si trovano corda, pezzi di automobili, travi, lampade, legname, ceppi, cemento e gli annessi macchinari, come gru, pick - up e carripo nte che li sollevano e li spostano. Questi materiali hanno sovente un comportamento performativo, modificando un luogo, ostruendo, bisezionando o amplificando le sue caratteristiche intrinseche. Per Il latte dei sogni, l’artista presenta due sculture all’Arsenale, cuore dell’industria navale di Venezia sin dall’inizio del XII secolo. Overton installa in acqua sfere che ricordano i galleggianti di vetro usati dai marinai per tenere a galla reti da pesca, palangari e pal amiti, nei toni rosa brillante dei lampioni veneziani. Racchiuse in rete annodate a mano, le boe di Overton salgono e scendono con la marea, evidenziando la variabilità della laguna. Una seconda scultura comprende una costruzione di grandi dimensioni a for ma di tulipano. Creati a partire da stampi preesistenti solitamente usati per tunnel architettonici, tre segmenti incastrati in perpendicolare creano una struttura verticale punteggiata da finestre circolari in vetro rosa e formano un’apertura triangolar e volta al cielo. Ulteriori elementi modulari sono disposti verso l’acqua fungono da panchine, offrendo ai visitatori un momento di riposo tra le stratificazioni storiche – fisiche e psicologiche – dell’Arsenale”.

Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell'artista e di Hypermaremma
Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell’artista e di Hypermaremma
Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell'artista e di Hypermaremma
Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell’artista e di Hypermaremma
Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell'artista e di Hypermaremma
Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell’artista e di Hypermaremma
Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell'artista e di Hypermaremma
Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell’artista e di Hypermaremma
Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell'artista e di Hypermaremma
Virginia Overton, Tulip (2022). Foto: Daniele Molajoli. Su concessione dell’artista e di Hypermaremma

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